Provenza 2004 - Fulvio Montalbano

Autore: Fulvio Montalbano alias 'for those'

Periodo: 27 aprile – 1 maggio 2004

Partecipanti: Fulvio Montalbano e Mara su Honda Transalp XL600V 1996

Premessa

Austria o Umbria? Svizzera o Francia?
Alla fine, memori dei bei giorni passati a Parigi, decidiamo di tornare
dai “cugini” francesi. Destinazione bassa Provenza, passando per l’alta.
Parto da Mezzago (MI) per Broni (PV) lunedì pomeriggio (*26/04*). I
bauletti sono già a casa di Mara. La mattina dopo si parte.


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Martedì 27

Tagliamo veloci in autostrada vs Torino, poi Cuneo e via, verso i 1800
mt del Colle della Maddalena. Non è una pista molto battuta. Arriviamo
vs mezzogiorno sul colle, al confine, in mezzo a paesaggi che credevamo
di avere ormai lasciato alla stagione appena finita: neve! Solo ai lati
della strada per fortuna. Il sole rende la salita piacevolissima
scaldando l’aria decisamente frizzante.
Iniziamo la discesa. Direzione Barcelonette dove vorremmo fermarci a
pranzare. Qualche preoccupazione per la totale assenza di distributori
da quando abbiamo lasciato Cuneo ma arriviamo (un po’ tardi per il
pranzo a dire il vero) tranquilli alla prima tappa. Un tipico paesino di
montagna. Poco frequentato di questa stagione ma piacevole.
Mangiamo, benzina, quattro passi per sgranchirci e riposarci ossa e…
sedere!
Si riparte. La méta per la prima sosta notturna è Castellane, porta
d’ingresso al Grand Canyon du Verdon.
L’intenzione sarebbe stata quella di attraversare il Col de la Cayolle
ma lo troviamo chiuso. Come pure gli altri due colli (Col de la Bonette
e Col d’Allos, tutti sopra i 2000 mt). Siamo così costretti ad allungare
un po’ passando per Digne les Bains sulla D900 che costeggia il fiume
Asse: è la “route Napoleon”.
Arriviamo a Castellane piuttosto tardi (ca le 19.30) attraversando
strade e gole a tratti emozionanti. Le strade sono sempre in ottimo
stato e piacevolissime anche con la moto carica (lo dice uno che non è
certo un manico!)
Il paese, incastonato tra le montagne, ha una piazzetta molto graziosa
circondata da Hotel e agenzie per il rafting. Sembra essere questa
l’attrattiva maggiore di Castellane: rafting, canoeing, canyoning e
similia. Ci piacerebbe fare l’esperienza ma abbiamo poco tempo e
vogliamo raggiungere la bassa Provenza.
Scegliamo uno degli alberghetti nella piazza:
Hotel du Roc **
€40/stanza + €5 colazione
Vista sulla piazza (e sulla moto lasciata in piazza!) bagno, doccia…
niente di particolare ma carino. Ceniamo nel ristorante dell’albergo
stesso. Solita carne e patatine fritte. Siamo solo al primo giorno e
siamo già stufi di “pommes frites”!!


Mercoledì 28

La mattina dopo puntiamo sul famoso Canyon.

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È una gola profonda - a tratti anche 1000 mt - che il fiume Verdon ha
scavato nei secoli.
Esistono 2 strade che corrono lungo i costoni a strapiombo sul Verdon:
la prima, a nord, è la più frequentata e dà accesso – da la Palud -
anche alla route des Cretes. Un percorso circolare e molto tortuoso in
mezzo a rocce rosse.
La seconda, a sud, è quella che facciamo noi: la Corniche Sublime. La
nostra guida (una vecchissima edizione di RoughGuide presa in biblioteca
il giorno prima della partenza) dice che l’accesso da sud-est a questo
lato è mozzafiato e ci lasciamo tentare. In effetti la strada, prima di
arrivare al canyon, attraversa una zona militare molto vasta e
selvaggia. Saliscendi continui con orizzonti che si allargano ad ogni
curva. Colori intensi che, in questa stagione, variano dal verde scuro
al giallo al viola scuro.
Una splendida premessa a ciò che ci offriranno, da lì a poco, gli
spaventosi strapiombi del Grand Canyon du Verdon.
L’ingresso è subito da togliere il respiro: i Balcons de la Mescla. Un
parapetto appeso su un salto nel vuoto di 813 mt. Le strette anse del
fiume verde che scorre impetuoso tra le rocce aumentano il senso di
inquietudine.
Proseguiamo in direzione ovest (vs Moustiers, sul lago artificiale di
St. Croix dove sfocia il verdon) sempre lungo il Canyon.
Facciamo una rapida sosta a Riez, cittadina che lascia intravedere
tracce di un antico splendore ma che, adesso, è piuttosto malridotta,
per mangiare un boccone (e degli ottimi dolci in una boulangerie!)
Puntiamo su Valensol. La strada è molto dolce, ricca di morbidi
sali-scendi. Si apre su sterminati campi di lavanda e macchie di giallo
intenso. Ricorda un po’ i paesaggi toscani.
Giunti a Vinon-sur-Verdon la strada corre parallela all’autostrada. Data
la larghezza e scorrevolezza della statale non vale assolutamente la
pena prendere l’autostrada per velocizzare il percorso. Arriviamo vs le
17.00 ad Aix-en-Provence.
Ci spaventa un po’ l’impatto con una città dopo 2 giorni di paesini
minuscoli e sperduti. Troviamo un albergo con garage tramite l’ufficio
del turismo.
Hotel le Concorde **
€55 + €4 garage (la colazione costa €7 ma abbiamo preferito farcela per
conto nostro)
Stanza con bagno (vasca). Niente di speciale ma confortevole e molto
tranquilla data l’esposizione sul cortile interno.
Non mi soffermo sulla città in quanto potete trovare tonnellate di
informazioni ovunque.
Cito solo l’ottimo ristorante Libanese in cui abbiamo cenato: Aux
Delices du Liban, nella piazza principale di Aix: Forum des Cardeurs.


Giovedì 29

Il forte vento freddo della sera prima porta ciò che temevamo: ci
svegliamo sotto un cielo che più che grigio è nero. Facciamo comunque
due passi in centro ma, ben presto, arriva la pioggia.
Torniamo veloci in albergo a riprendere la moto (dove ho un piccolo
incidente sulla rampa del garage: sfregatura del bauletto [nuovo!!] sul
muro a buccia d’arancia con conseguente caduta da fermo!)

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Partiamo per Arles (che avevamo scelto come base per escursioni alle
vicine città/paesi provenzali) e subito la pioggia aumenta d’intensità.
Ci impieghiamo oltre un’ora per percorrere i 79Km della scorrevolissima
statale che separa le 2 città. Arriviamo completamente inzuppati ad
Arles ma trovo subito (anche grazie alle ottime indicazioni presenti in
tutte le cittadine francesi) l’albergo che avevamo individuato prima del
viaggio.
Hotel de la Muette **
€54 + €6 colazione; per le moto il garage è gratis.
Molto carino e accogliente con stanze in stile provenzale.
L’albergatore è un signore molto simpatico che ci offre “una stanza con
doccia calda per la signorina e un garage per la moto”. Scopro che è un
motociclista anche lui, sempre che si possa chiamare moto la… Goldwing!
(Ne va molto orgoglioso e me ne parla spessissimo vantando i pregi del
transatlantico. Mi racconta che lui ha il 1500 e suo fratello il 1800
ma, sta per uscire il modello nuovo che lui vuole prendere: 2000!! Dice
che il passeggero ha anche il lettore DVD…)
Sceso dalla moto mi accorgo che i pantaloni impermeabili, tanto
impermeabili poi non lo sono! Degli anfibi poi non parliamone. Sarebbe
stato meglio avere dei sandali. Almeno asciugano prima!
Comunque il condizionatore a pompa di calore che c’è in camera ci aiuta
ad asciugare tutto nei 2 giorni che siamo rimasti lì.
Anche per Arles mi limito a due segnalazioni… mangerecce: EVITATE il
ristorante El Paella d’Or accanto all’Arena!! Mai mangiato così male in
un ristorante. Ha anche un aspetto orrendo con finte colonne greche (??)
in plastica. Accanto c’era un ristorante francese molto carino. Io mi
sono girato verso Mara e le ho detto: “è carino ma faranno le solite
frites e carne. *È sempre meglio mangiare bene in un posto brutto che
male in un posto bello*”. Inutile dire che mi sta ancora prendendo in
giro per questa bella uscita!
Abbiamo invece mangiato un buon cous-cous all’Amandier in rue Porte de
Laure.


Venerdì 30

Nonostante il cielo costellato di nuvoloni neri rischiamo, prendiamo la
moto e andiamo ad Avignone. 

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Veniamo premiati: a parte uno scroscio
appena arrivati, veniamo risparmiati e, anzi, esce anche il sole. Anche
qui evito di dilungarmi sulla famosissima città.
Molto carino il paesino di fronte, al di là del Rodano: Villeneuve
d’Avignon. Era la sede dei vescovi durante il papato avignonese.
Interessante anche il Fort St. Andrè da cui si gode una bella vista
d’insieme di Avignone. Altra bella vista della città papale si ha dal
ponte che viene da Villeneuve.
Torniamo nel pomeriggio passando da St. Remy e les Beaux.
Molto bella la strada che da Avignone porta a questi 2 paesini.
Attraversa les Alpilles, una piccola catena montuosa che sembra spuntare
dal nulla in mezzo al paesaggio provenzale!
Les Beaux è un paesino arroccato su uno sperone di roccia, con case
medievali tutte in pietra. Incantevole anche se si ha sempre
l’impressione di “finto” visto che tutti gli immobili sono occupati da
negozietti per turisti di varia natura.
Poco prima di Arles si incontra infine la maestosa Abbazia di Montmajour.


Sabato 1 Maggio

Stavamo iniziando a goderci la provenza… ed è già ora di tornare!!
Ad Arles, oltretutto, c’è la fete des gardiens (spero di averlo scritto
giusto!)
Una festa provenzale dove gli abitanti sfilano per le vie del centro nei
costumi tradizionali e a cavallo (sui famosi cavalli della Camargue)
Purtroppo ci perdiamo il clou della festa che si svolge nell’Arena il
pomeriggio.
Partiamo da Arles verso mezzogiorno puntanto a Sud, verso l’Etang des
Vaccares, in piena Camargue.
Paludi, canneti, saline, cavalli e… fenicotteri rosa. Non siamo riusciti
a vedere St. Marie de la Mer e i tori per mancanza di tempo.
Molto bello anche se, personalmente, è un paesaggio che mi stanca
presto. Il passaggio rapidissimo fatto da noi però non è certo stato
sufficiente a stancarmi!
Da lì, per accelerare il ritorno ed essere a casa entro sera, prendiamo
la costa verso marsiglia e la Costa Azzurra. A Cannes, esasperati dal
traffico, cediamo all’autostrada.
Né io né Mara siamo certo abituati a lunghi viaggi in moto. Questo era
solo il secondo che facevo io e il primo per Mara. Però non pensavo di
arrivare alla fine della tirata unica così distrutto. Poco più di 600 Km
ma siamo arrivati entrambi a pezzi. L’autostrada ha sicuramente
accelerato il rientro ma, tutti quei Km a 120-130 mi hanno massacrato!
Schiena, muscoli delle spalle e collo doloranti.
Non credo che ripeterò più un tappone simile. Sicuramente
però ripeterò un viaggio simile!


Note da motociclista

La Francia sembra il “paradiso del motociclista”.
- La questione da noi annosa dei guard-rail: sul 90% delle strade
(soprattutto quelle minori di montagna, evidentemente frequentate da
motociclisti) i guard-rail situati in curva hanno la base chiusa.
- L’altra questione da noi annosa delle autostrade: non so i telepass
ma, sorpresa al casello, le moto pagano la metà delle auto! Avevo
sentito dire poi che erano molto care ma, a parte che con la moto costa
meno che da noi, la qualità (asfalto, segnaletica, gallerie) è dieci
volte superiore alle nostre scassatissime autostrade!!
- L’educazione. Forse l’aspetto più piacevole: tutte le auto, appena
vedono una moto negli specchietti, si spostano a destra per farti
passare. Non mi pareva vero!! L’albergatore di Arles mi ha detto che è
normale e che il motociclista ringrazia sporgendo la gamba (cosa che,
fortunatamente, faccio anche in italia quando trovo quei rarissimi casi
di automobilisti gentili).
Non c’è un motociclista che non ti saluti incrociandoti o sorpassandoti.
A Ventimiglia, sorpassato da un gruppo di BMW, ci sono rimasto quasi
male nel vederli sfrecciare senza un cenno… bentornato in italia! (in
compenso tre moto, un Varadero e due TA, hanno salutato… almeno in
famiglia!)

*Km totali percorsi Mezzago-Broni-Arles-Broni:* 1530

for those e Mara
TA 1996