Marocco 2010 - Roberto Patrizi

Autore: Roberto Patrizi alias Rob
Periodo: ottobre 2010
Partecipanti: Rob su AfricaTwin "Argilla"

Report integrale

Di solito vado in moto da solo perche' e' cosi' che ho sempre fatto ma non posso non ringraziare la LISSTA e chi la gestisce per l'aiuto che mi danno da tanti anni, mettendoci tempo ed impegno senza chiedere niente in cambio. Nel mio piccolo posso solo contribuire condividendo qualche foto e un piccolo report. Perche' la moto si puo' vivere anche cosi': pochi soldi, tanta polvere, sudore, cuore, gaaaaaaaaaas ed un po' di fortuna. Al momento mi trovo a Cesena da circa 5 mesi per motivi di lavoro e la routine di tutti i giorni e' alienante e vagabondare in giro in moto mi manca parecchio. Cosi', quando mi hanno detto che avrei dovuto consumare le ferie prima della fine dell'anno, ho deciso di spenderli andando via in moto per stare solo e vedere se magari a sto giro riesco a chiarirmi le idee lontano dalle distrazioni di casa.
Insomma alla fine ne e' uscito sto giretto qua, buona lettura.

Data: 30/09/2010
Da: Cesena
A: da qualche parte sull'autostrada francese A8

Non ne potevo piu' del lavoro cosi' alle 19, appena stacco, salgo in moto e parto: destinazione Spagna, magari Marocco, boh ! Mi accorgo di non aver preso il tachimetro, poco male faro' senza chissenefrega. Imbocco l'autostrada ma decido di uscire a Forli' e fare il Passo del Muraglione, almeno prendo un po' di confidenza con le gomme nuove, mai provate. Non mi piace guidare con gomme che non conosco, ma il gommista mi aveva assicurato che avrebbe trovato le gomme che volevo io senza problemi ed invece ha dato la sola troppo tardi perche' potessi rimediare. Cosi' ho ordinato le Metzler Enduro3, ho preso appuntamento per il giorno prima di partire, e lui ha pensato bene di farmi arrivare una gomma posteriore vecchia di piu' di 3 anni!
Mi e' pure venuto il dubbio che magari non se ne fosse accorto, e che il rappresentante ci avesse fregati entrambi, cosi' tanto per vedere come reagisce gli butto la: "ma una gomma un po' piu' recente no?" Quanto sento la risposta mi viene da ridere: "beh si, ma guarda che mi ha tolto 10 euro..."
Bene, mi sento gia' in viaggio, perche' quando sei solo e lontano da casa se ti trovi in difficolta' capita che gli stronzi se ne approfittino, e 'sta vacanza comincia proprio alla grande, non vedo l'ora di starmene da solo lontano da 'sta gente.
Comunque per trovare la strada mi ci vuole una vita ma dopo un po' imbocco la via giusta e cominciano le curve.
Guidare la moto e' un tormento: in ogni curva, appena scalo marcia, il posteriore scarta di lato, anche se la moto e' carica, e tenerla in strada e' una faticaccia, tengo un ritmo basso e cerco di stare all'erta. Passato il muraglione fa' qualche goccia di pioggia, spero di non iniziare la vacanza col temporale, abbasso ulteriormente il ritmo. A Firenze imbocco l'autostrada e via verso Nord. Purtroppo gia' verso Genova inizia il mal di pancia, ma cazzo e' in Marocco che dovrei stare male, semmai, non qui. Se inizio cosi' va a capire come sara' il resto del viaggio :-( comunque la prima tappa al cesso la faccio prima di Ventimiglia, poi un paio in Francia ed una appena arrivero' in Spagna :-) sono sollevato nel vedere come sono tenuti in ordine e puliti i gabinetti delle autostrade, almeno con quello che paghiamo qualche cosa di buono c'e' :-)
Guido per buona parte della notte, poi inizio ad essere stanco, nemmeno l'aria fredda riesce a tenermi sveglio ed allora, quando mi rendo conto di avere troppo sonno, decido di fermarmi.
Imbocco l'entrata di un benzinaio e vado nella parte di parcheggio destinata ai camion, li' fermo la moto dove non da' fastidio ma dove sono ben visibile, dietro la collina gia' si vede il bagliore lontano dell'alba. Quasi quasi dormo un po', cosi' ripartiro' col sole e fara' meno freddo. Mi tornano in mente le parole di un libro:"...e' curioso l'effetto psicologico del sole: non era ancora apparso che gia' ci sentivamo rinfrancati, soltanto a pensare al calore che avremmo goduto..."
Mi stendo sopra la sella, lego il casco alla cintura e metto i piedi sopra la borsa da serbatoio, piu' on the road di cosi'... ...bonne nuit a tout le monde!

Data: 01/10/2010
Da: da qualche parte sull'autostrada francese A8
A: Salou

Il sole non e' ancora sorto, avro' dormito una mezz'ora ma e' sufficiente per ripartire. Giornata noiosa, arrivo in Spagna e proseguo l'autostrada, non senza fare la solita sosta al cesso. Viaggio da solo perche' voglio stare solo qualche giorno, eppure mi ritrovo col cellulare in mano a mandare messaggi in Italia. Mi preoccupano i cuscinetti perche' fanno rumore se aumento la velocita', in effetti penso che non ricordo di averli cambiati di recente, ops avranno forse poco piu' di 30.000 km. Sono abbastanza stanco e a meta' pomeriggio mi metto in cerca di un campeggio, senza troppa fretta. Vado sulla costa sotto Tarragona, in modo da evitare paesi troppo grandi perche' non voglio casino intorno. Ad un semaforo affianco una coppia di Inglesi sui 50 anni in moto e gli chiedo dove posso trovare un campeggio: "stai andando nella direzione sbagliata di qua ci sono solo alberghi" mi rispondono molto gentilmente, cosi' giro e vado un po' dall'altra parte ma di campeggi nemmeno l'ombra. Cosi' riprendo il lungomare, ripasso da dove avevo chiesto informazioni agli inglesi, proseguo ed ecco che a meno di mezzo chilometro trovo il mio campeggio :-)
Pianto la tenda, sistemo le mie cose e vado a fare un giro, ci sono fuochi d'artificio, fontane colorate con giochi di luce, pub e ristoranti. Troppa gente. Per fortuna, da come sono vestito io: pantaloni militari, stivali da moto slacciati, maglietta nera, tatuaggio ed orecchino nemmeno i pr dei locali mi rompono le scatole.

Data: 02/10/2010
Da: Salou
A: Torre del Mar

Mi alzo e riprendo la strada verso Sud, superstrada cosi' e' gratuita. Cerco di darmi una mossa ma ogni tanto interrompo la monotonia facendo qualche statale, le strade sono una figata, l'asfalto e' ottimo ma con la mia gomma posteriore devo imparare a guidare tipo supermotard. L'@ scodinzola ad ogni entrata in curva e, spesso, anche in uscita. Bella la N344 che passa per Jecla e Jumilla, mi diverto a guidare nonostante la gomma dietro faccia veramente schifo. Arrivo in superstrada verso Granada, e' enorme, avrei una gran voglia di fermarmi a vederla ma pare troppo grande ed incasinata per i miei gusti, cosi' tiro dritto e, poco dopo, esco dalla superstrada per fare un tratto di statale, la A402 ed arrivo cosi' alla costa sopra Malaga per cercare dove dormire. Anche questa strada e' una figata, tutta da guidare e con poco traffico. Trovo un po' di confidenza con la moto, in curva piego sempre di piu' ed inizio a strusciare il cavalletto centrale sull'asfalto. Di solito non mi succedeva, la moto negli anni si e' abbassata, mi sa tanto che le sospensioni hanno bisogno di essere buttate al secchio :-( Dormo a Torre del Mar, oggi sembra che lo stomaco si sia rimesso.
In campeggio, nella parte piu' isolata, una coppia sta seduta fuori della tenda con delle candele accese a farsi delle gran canne, il clima comincia a piacermi.

Data: 03/10/2010
Da: Torre del Mar
A: Tarifa

Parto con molta calma e, percorrendo le statali, mi porto verso Sud. Un benzinaio mi racconta di quando e' andato in Marocco con un suo amico, la polizia lo ha fermato e gli ha scucito parecchi soldi. Non fa' che accrescere le mie preoccupazioni e rendermi ancora piu' nervoso e timoroso di andare in Marocco da solo e impreparato. Percorro la A366 e la A369 passando per Ronda, strade splendide che salgono sulle colline, si incontrano parecchi motociclisti
con moto stradali. La moto sull'asfalto ottimo si comporta anche troppo bene per lo stato in cui e'. Ma la gomma dietro fa' schifissimo e le sospensioni alla frutta fanno si' che debba tenere una guida assurda: entro in curva di traverso
perche' ogni volta che scalo marcia la gomma inizia a scivolare, poi butto giu' l'@ fino a sentire il cavalletto centrale che struscia sull'asfalto e mi dice basta. In uscita poi apro il gas piano piano senno' parte di lato e, quando
riprende aderenza, lo fa' bruscamente e da' uno scossone violento. Tocco il fondo del barile a fine mattinata, sulla E369, in una curva che pare perfetta...
verso sinistra... asfalto ottimo. Ho preso ormai confidenza con la moto e con la strada, entro benissimo in curva e piego tranquillo, sento il cavalletto strusciare sull'asfalto un piu' forte del solito, ma non fa' niente, apro piano il gas, la curva prosegue con un raggio troppo perfetto e spingo forte, sento il motore che canta dal vecchio scarico che ha oramai 13 anni, e' uno spettacolo ma, porca miseria, la gomma dietro mi abbandona e la moto inizia a derapare col
cavalletto che ancora struscia sull'asfalto, d'istinto tiro fuori la gamba sinistra e riesco ad andare in controsterzo finendo la curva su tre punti... continuo sul rettilineo a gas costante, faccio piano piano un paio di curve come in trance poi mi fermo, metto la moto sul cavalletto, tolgo il casco, i guanti, tiro un bel respiro e poi inizio a stramaledire 'sta gomma di merda, chi me la ha venduta, io che l'ho comprata, chi la ha costruita, chi la ha progettata e pure tutti i loro parenti... mi accendo una sigaretta e resto 10 minuti in meditazione, porca miseria, mai fatta una cosa del genere e spero pure di non rifarla. A parte questo le strade ed i paesi che sono eccezionali, mi chiedo quanto manchera' ad arrivare ad Algeciras e se, una volta arrivato sara' facile comprare il biglietto per il traghetto ed imbarcarmi, con la dogana e tutto il resto... poi, lungo la strada, vedo una indicazione: "mirador". Sara' un punto panoramico, vado a vedere. C'e' una piazzolina, siamo nella “Serrania Ronda” e da li' si vede un bel panorama di tutto il parco naturale. Da un lato, pero' c'e' un cartello con una foto del paesaggio e su scritti i nomi dei punti caratteristici. C'e' Gibilterra e...... azz, c'e' anche l'Africa!!! Laggiu' in fondo, tra la foschia, si intravede la costa dell'Africa!!! Sono partito cosi' a caso che non ci avevo nemmeno pensato: sto per andare in Africa. Una volta una viaggio cosi' avrebbe richiesto una vita, quelli si' che erano avventurieri, si dirigevano verso paesi sconosciuti e non sapevano cosa avrebbero trovato, io probabilmente finiro' a fare fotografie a 4 cammelli spelacchiati tenuti li' per i turisti sfigati. Quando arrivo ad Algeciras la aggiro con timore, e mi trovo in una statale che costeggia il mare, cosi' la seguo un po' incuriosito ed un po' intimorito dal dover cercare il porto ed imbarcarmi. Vedo un barretto su una curva e mi fermo a mangiare, da li' si' che si vede l'Africa, e' cosi' vicina...

Sembra cosi' facile: basta andare al porto ed imbarcarsi per arrivare di la', ma non sono proprio convinto, mangio con molta calma, cazzeggio con la macchina fotografica. Non sarebbe meglio aspettare un po', prepararmi per bene, studiare degli itinerari, magari che vadano oltre il Marocco ed andare in Africa sul serio? Cosi' continuo la strada panoramica e arrivo a Tarifa. Le vie sconosciute mi conducono subito al porto, c'e' l'ingresso e sullo sfondo i traghetti. Mi fermo dubbioso, arriva un motociclista tutto vestito da enduro sul suo gs luccicante, con le borse d'alluminio che ricambia il mio saluto ed entra deciso nel porto. Quasi speravo che si fermasse a scambiare due parole, avrei mille domande da fargli... ma quei traghetti vanno in Marocco? Ma come bisogna fare in dogana? Ma i biglietti dove si comprano? Boh! Magari se entro riesco a prendere il traghetto al volo e magari ci vado davvero in Marocco.
Pero' in realta' non so che cappero fare cosi', al mio solito, cazzeggio e basta. Appena arrivo al campeggio ecco che incontro lo schioppato di turno. In pratica, mentre giro il campeggio in cerca di una piazzola, vedo un gs1200 che sembra quello del catalogo Touratech: uno spettacolo. Decido di mettermi a fianco per vedere un po' di non farmi gli affari miei e dopo un po' compare il proprietario, sta sulle sue, saluta gentile ma niente di che, ed allora vado a rompergli le palle :-) in effetti scopro che e' anche simpatico e gentile. Un lussemburghese. Gli chiedo informazioni sui traghetti e mi dice che ce ne e' uno ogni ora, basta che vada la' e potro' fare il biglietto e dogana al volo per andare a Tangeri. “La gente in Marocco e' gentilissima, da solo devi stare attento e' ovvio, ma vacci tranquillo perche' e' bellissimo e con persone splendide” mi dice.
Poi gli chiedo che giro sta facendo, e mi risponde che non lo sa. Ah, ok lo posso anche capire, ma gli chiedo da quanto e' partito e questo qui mi risponde:
"da 5 anni." In pratica questo, parole sue, ha venduto la casa ha lasciato la fidanzata ha comprato la moto e si e' messo al cazzeggio in moto per Europa ed Africa!!! Dice che non e' contento della sua moto perche' l'assistenza fa'
schifo e la moto via via ne ha bisogno, cosi' ha iniziato a servirsi solo da Touratech, che gli ha fatto delle modifiche ad hoc, tra cui tutto l'impianto elettrico e, periodicamente, gli controlla e mette a punto la moto.
Pero' devo ammettere che mi riempie di orgoglio sentirlo dire che lui invidia la mia AfricaTwin.
Dice che la ha sempre sognata e che spesso ne incontra per la strada e la ammira.
Cavolo, la mia ora sta messa proprio male, pero' e' sempre la migliore, penso a quanto tempo dovra' passare prima che, andando in viaggio, non si incontri piu' per la strada una AfricaTwin, in mezzo a tanti KTM e BMW nuovi di zecca. Il tipo e' davvero simpatico, e parlare con lui mi da parecchio coraggio, cosi' vado a cena a Tarifa ed anche se il posto e' pieno di locali e gente, vado a letto presto e metto la sveglia, sta sera non e' come quando sono a casa che la
metto controvoglia, sta sera non vedo l'ora di svegliarmi. Per ricaricare la batteria del cellulare questi qui vorrebbero che pagassi la corrente, cosi' mi attacco a scrocco alle prese del bagno prima di dormire, ed ancora una volta mi
chiedo che cavolo se lo porta dietro a fare il cellulare uno che se ne va in vacanza da solo...

Data: 04/10/2010
Da: Tarifa
A: Rabat

Mi alzo presto, smonto la tenda, un cenno di saluto e di ringraziamento al motociclista che mi ha consigliato la sera prima.
Mi chiede: “are you going to Africa?” Annuisco, alzo il dito pollice, do una sgassata e vado verso il porto.
Imbarcare la moto e' una passeggiata e come sempre le operatrici spagnole sono sorridenti e gentilissime, anche in dogana e' un lampo.
Nel traghetto c'e' il controllo passaporti, e bisogna compilare una specie di questionario ridicolo. Non capisco alcune voci e cosi' domando a due che mi sembrano svegli, mi dicono che devo scrivere il numero della mia carta di identita' e scopro di averla persa, forse la ho lasciata al campeggio, mi dicono che in questo caso e' meglio chiedere al poliziotto allo sportello, ma io penso che sia meglio fare finta di niente, magari non gliene frega niente a nessuno ed infatti e' cosi'. Poi dovrei scrivere dove intendo alloggiare, ma io non ne ho idea, e mi dicono: “guarda che nessuno ti viene a pedinare per vedere dove vai”, quindi scrivo due cazzate e via cosi'.
Allo sbarco subito mi viene incontro un tipo che mi chiede i documenti, porta un cartellino di identificazione e quasi ci casco, poi capisco che vuole solo compilare i moduli al posto mio per farsi pagare e lo saluto, a quel punto il tipo dice qualche cosa ai doganieri in marocchino che non preannuncia niente di buono.
Mi piazzo davanti allo sportello del doganiere che non mi caga di striscio e, dopo aver aspettato una decina di minuti, riesco a ricevere il mitico foglietto verde su cui scrivere i dati della moto ed un numero che non riesco a capire cosa sia.
Chiedo ad un paio di tipi che si fanno gli affari loro e mi spiegano che devo annotare un numero che e' stato scritto sul passaporto a fianco del timbro di entrata, serve per legare il conducente al veicolo e verificare che all'uscita dal paese lo riporti via. Aspetto una mezz'oretta e, quando non e' rimasto piu' nessuno, il doganiere viene a verificare la mia moto.
Sembra tutto a posto, mi dice di andare al controllo di polizia e mi indica un ufficio in cui nessuno mi si fila di striscio. Realizzo che probabilmente non sto nel posto giusto ed inizio a rompere e chiedere informazioni, alla fine sono costretto a parlare col tipo di prima, quello che sembrava simpatico, mi spiega che l'ufficio di polizia sta al piano di sopra, mi accompagna e fa' passare velocemente la mia pratica davanti a tutte quelle in fila.
Quando mi chiede una piccola mancia non posso che sorridere e dargli gli spiccioli che avevo in tasca, anche lui sorride, mi saluta e mi fanno uscire. Tangeri e' impressionante per quanto e' incasinata, sporca e rumorosa, quindi faccio un piccolo giro e cerco una via d'uscita. Prendo una direzione a caso e, incredibilmente, si rivela essere quella giusta per andare verso Sud lungo la costa. Mi metto a girare a casaccio per le statali, anche perche' le indicazioni stradali sono abbastanza carenti, spesso non ci sono proprio. Lungo la strada faccio una foto con la moto vicino l'indicazione stradale che dice che sto gia' 239 km sotto Tangeri, la mettero' su FaceBook per gli amici con la sola didascalia “Fuck U All”.
Molti non sanno nemmeno che sono partito, alcuni pensano che stia andando in Turchia, ma qualcuno subito clicchera' su “mi piace” e sapro' che anche se fisicamente mi allontano posso condividere con loro il bisogno di staccare dal lavoro, dagli amici, dalla vita mia per andare via senza meta, da solo... ma non del tutto ;-)
La scelta della strada e' condizionata dal mal tempo, tanto non ho destinazione.
Verso l'entroterra, dove vorrei andare io, piove a dirotto mentre lungo la costa sembra ci sia il sole.
Non ho voglia di beccarmi il temporale, cosi' agli incroci alzo gli occhi al cielo e valuto la situazione: a sinistra ci sono le nuvole, a destra il sole?
Beh, via a destra, gaaassss!
Ad un certo punto, non so di preciso dove, incrocio un carretto trainato da un asino con sopra tre o quattro persone ed un po' di merce, poi un altro, poi tre, quattro, dieci e diventano un numero incredibile. Si aggiungono persone a piedi che vengono tutte nella mia direzione ed in poco mi rendo conto di ritrovarmi tra una folla fittissima di gente che viene via da un mercato.
Non so se proseguire, non voglio trovarmi intrappolato in mezzo, ma sembra che tutti vengano via e quindi il mercato dovrebbe essere al termine, quindi entro piano piano in paese. Sono oramai immerso in una moltitudine di persone che mi passano a pochi centimetri dalla moto, realizzo di aver la borsa da serbatoio solo appoggiata con le calamite sulla moto e sarebbe uno scherzo per chiunque strapparla via e dileguarsi, cosi' cerco di legarla con indifferenza per stare piu' tranquillo.
In realta' nessuno mi si fila, in paese i mercanti stanno smontando e riponendo la mercanzia, e' veramente impressionante: tutto il paese si e' trasformato in un grande mercato, con centinaia di lenzuoli stesi in terra e la merce appoggiata sopra da non so quanti mercanti.
Vorrei fermarmi a dormire in posti tranquilli e paesi piccoli, ma riesco a studiare le cose cosi' male che finisco a cercare un albergo a Rabat, senza nemmeno sapere che e' la capitale :-(
Trovo un albergo in un vicolo in cui devo usare tutto il mio coraggio per entrare: stretto, scuro, sporco e con certa gente negli angoli a chiacchierare che non sembra affatto affidabile.
In ogni caso arrivo all'albergo e trovo un tipo gentilissimo che parla pure inglese, mi fa mettere la moto nell'atrio dell'albergo e chiede 40 dihram per dormire, piu 10 per la doccia calda (circa 4 euro piu' uno).
Vado in giro a piedi per Rabat, faccio fatica ad abituarmi e rilassarmi, inizio dalla parte centrale, piu' ricca e sicura. Poi, anche se e' gia' buio, mi addentro nella parte piu' povera, ma solo dove c'e' parecchia gente. Fa' impressione muoversi in queste vie, tutto sembra un enorme mercato, ma la gente e' strana, non so se mi abituero', pare che tutti mi vogliano rapinare. In realta' si sta benissimo, tutti mi guardano ma sono solo incuriositi dal mio aspetto, le ragazze poi, hanno degli occhi splendidi e quelle che non distolgono lo sguardo mi lasciano senza fiato, come se mi entrassero fino in fondo all'anima con quegli occhi scuri ed i visi dolci.
Non torno piu' nella parte ricca e mi fermo a mangiare qualche cosa qui' in mezzo a loro, quelli che sarei come loro se fossi nato qui.
Mangio in strada una specie di panino con frittata e carne macinata, non so che tipo di carne ma tanto non c'e' modo di spiegarmi col tipo che cucina, il massimo che riesco a comunicare e': ne voglio uno. Questo momento vorrei che non finisse piu', vorrei poter comunicare, capire la lingua e magari attaccare discorso con qualche ragazza, quando si accorgono che le guardo alcune sorridono e se la tirano un po'... tutto il mondo e' paese.
Peccato non sapere la lingua araba, ma sicuramente Rabat entra alla grande nella lista dei posti in cui tornero'.

Data: 05/10/2010
Da: Rabat
A: da qualche parte a Nord di Imilchill

Guido veloce lungo la R401, passo Rommani, prendo confidenza con l'asfalto come in Spagna, ma evidentemente qui non ci ho capito un accidente perche' in una curva mi parte l'anteriore e volo in terra con la mia @ !
L'impatto non e' forte perche' stavo piegando abbastanza e col corpo ero vicino a terra, ma scivolo parecchio veloce e ricordo di aver avuto il terrore che la moto mi finisse sopra, cosi' ho cercato di girarmi sulla schiena e tenerla lontana con le gambe. Sono stati attimi lunghissimi, ma fortunatamente la moto si e' fermata presto.
Sono contento di stare bene e di realizzare che la moto puo' proseguire il viaggio, avrei potuto trovarmi nella merda per una cosa del genere, ma mi ha detto fortuna e non riesco a fare altro che accendermi una sigaretta, e' l'ultima che ho, e ringraziare il Signore o Hallah o chiunque ci sia, non mi arrabbio nemmeno piu' di tanto con me stesso.
Il mio casco nuovo: ha due bei graffi, la giacca e' strappata sulla spalla destra ed un po' sulle braccia. Ha anche dei segni nella schiena, ma li' non sento alcun dolore, penso che la protezione morbida sia stata miracolosa.
Mi raggiungono un paio di marocchini che abitano li' sopra, padre e figlio e mi offrono di lavarmi i graffi, ed anche dell'acqua e cibo.
Mi metto al lavoro sulla forcella meccanicamente, senza riflettere molto, voglio fare quello che c'e' da fare e ripartire. In LISSTA hanno spiegato molte volte e dettagliatamente come si fa' a raddrizzare le forcelle, spero di aver preso tutte le chiavi necessarie e mi sorprendo a scoprire che ho tutto l'occorrente.
Ma tra il leggere dei messaggi ed essere capace di farlo per bene ce ne passa ed infatti smonto, allineo la ruota e rimonto tutto ma la forcella migliora solo di poco.
Pero' mi sento bene, in un secondo momento potro' sicuramente ragionarci su e mettere a posto le cose, ora voglio salire in sella e dimostrarmi che la vacanza non finisce qui.
Voglio dimostrarlo a me stesso per non buttarmi giu' di morale.
Mentre sto finendo passa una ambulanza a sirene spiegate, sta andando a prendere qualcuno che ha fatto un incidente pochi chilometri dopo ed e' stato meno fortunato di me. Adesso ci vado piano col gas, e porto piu' rispetto alle strade marocchine, percorro la E712 e la E407 attraversando paesi molto poveri, poco turistici ed ogni volta che mi fermo trovo gente cordiale e curiosa. Mangio un panino ed un paio di bambini curiosi mi chiedono perche' zoppico, e ridono quando gli mimo la caduta, ma e' bello stare in un posto in cui nessuno ti guarda male se hai la giacca strappata sulla spalla o i pantaloni sporchi.
Sono posti magnifici.
Tra l'altro trovo una farmacia in cui compro un po' di alcool per disinfettarmi.
A meta' pomeriggio decido di fermarmi per tentare di raddrizzare definitivamente la forcella, scelgo un posto in cui nessuno possa rompermi le palle e cerco di ricordarmi tutti gli insegnamenti letti nelle e-mail della LISSTA, qualche cosa di buono riesco a tirarlo fuori, anche se non e' un granche' potro' precedere piu' speditamente e tranquillo.
Ma succede una cosa, succede che mi torna alla mente un pensiero di molti anni fa'.
Ricordo che quando ero piccolo ho visto una foto su una rivista.
Si trattava di un motociclista seduto in un posto caldo e desolato, con sullo sfondo un treno abbandonato e di fianco la sua maxienduro. Aveva gli stivali da enduro e si gettava in faccia un secchio di acqua. Lessi l'articolo tutto di un fiato, parlava di quanto gli piacesse viaggiare in moto, diceva che non gli pesava stare sporco e lontano da casa... diceva tante cose e ricordo che mi colpi' per la sua serenita', si vedeva che era stanco morto, ma era felice e, potrei dire, “arrivato”, aveva trovato il suo equilibrio ed il suo mondo. Mi e' rimasta dentro per non so quanti anni, mi e' tornata alla mente spesso. Avrei voluto essere in lui per sapere cosa provasse, quale fosse lo stato d'animo di chi e' soddisfatto di se stesso e fa' quello che ama senza desiderare niente di piu'...
Ed ecco che preparo la Nikon per l'autoscatto.
Senza saperlo sono arrivato molto piu' in la' di quanto avrei mai sognato. Faccio la Mia Fotografia e per la prima volta, forse, mi guardo e sento di non volere niente di piu', tutto quello che arrivera' d'ora in poi sara' un regalo, o una conquista, da vivere in maniera differente.
Dovunque mi portera' la strada per me andra' bene.
Parto, in un bivio scorgo sul fianco della collina alla mia destra un gruppo di enduro leggeri con un fuoristrada al seguito. Dovrei proseguire dritto ma decido di seguirli e svolto a destra e ricomincio piano piano ad aumentare l'andatura. Mentre li raggiungo tutta la gente per strada mi incita come se pensassero che facciamo una gara, li raggiungo e li supero salutandoli. Comincia a fare tardi per cui ad un bivio mi fermo, metto la moto sul cavalletto ed inizio a studiare la mappa, vorrei fare uno sterrato ma sembra duro e la moto non e' al massimo, meglio rinunciare, mentre studio le strade il gruppo mi raggiunge e, salutando, mi sfilano davanti.
Si ferma invece una altra auto con tre a bordo che hanno voglia di chiacchierare, in spagnolo mi consigliano di fermarmi ad Aghbala per dormire, e siccome sanno che sono Italiano mi dicono che li' c'e' tutto, anche prostitute che per 20 euro stanno con te in albergo tutta la notte.
Ma perche' l'italiano viene sempre abbinato al puttaniere?
Beh, in effetti se penso al tipo di vacanze che fanno parecchi miei compaesani una idea ce la ho, e mi vergogno!
Comunque ci salutiamo, riparto ed attraverso Aghbala in cui tutti ricominciano ad incitarmi e ad indicarmi la strada da prendere agli incroci per raggiungere il gruppo, pensando che siamo insieme. Trovo i motociclisti di prima fermi al benzinaio a fare rifornimento e mi fermo a fare due chiacchiere, parlo con i due in auto, sono Gallesi, gli racconto che ho la moto da sistemare e mi dicono che loro hanno almeno 4 meccanici al seguito. Dormiranno lungo la strada, in tenda, non voglio farmi scappare questa occasione cosi' dico che andro' a comprare qualche cosa da mangiare e poi li raggiungero'.
Vado al paese, vedo dei tipi fermi al bar in un incrocio che poco prima si erano sbracciati per indicarmi la strada e gli chiedo dove posso fare la spesa, sorpresa, uno parla italiano benissimo. Mi offrono un caffe' e mi siedo con loro passando una ora splendida. Parliamo e va a finire che non solo si offrono di presentarmi il meccanico del paese, ma anche di portarmi alla officina che sarebbe gia' chiusa e di farla riaprire per sistemarmi la moto. Inoltre vorrebbero che fossi loro ospite a cena e che mi fermassi a dormire a casa di uno di loro.
Il calore umano che trasmettono queste persone ha qualche cosa di magico e sono sinceramente dispiaciuto di rifiutare il loro invito.
Oramai, pero' avevo deciso di conoscere i gallesi per vedere che tipo di gente sono e come sono organizzati.
Ho troppo poco tempo per questo paese splendido.
Saluto a malincuore e mi incammino lungo la statale, non passa molto che nell'oscurita' scorgo, sul fianco di una collina, delle luci strane ed alcune moto, cosi' fermo la moto e raggiungo il campo. Resto affascinato dall'organizzazione che hanno questi qua, sembra un team di professionisti, sono molto affiatati e ben organizzati. Hanno disposto le moto in fila a un lato del campo, ed illuminano la zona con i fari del fuoristrada e con due fari supplementari alimentati da un generatore, e' stata montata una cucina da campo completa di tutto e qualcuno sta cucinando, qualcun altro ha acceso il fuoco e sta provvedendo a far legna a sufficienza, alcuni stanno finendo di montare le tende ed altri, al centro del campo, fanno un ceck-up completo ad ogni moto. Io cerco di non fare una figura troppo brutta e monto la tenda in un lampo, poi mi metto a chiacchierare con loro, sono tutti ragazzi molto simpatici e scopro che uno di loro in passato ha corso la Parigi-Dakar ed ora stanno aprendo una agenzia di viaggi avventura in moto, sono li' proprio per studiare il territorio e testare gli itinerari.
Azz.... ecco, infatti mi parevano ben organizzati.
Comunque mi annoto un loro riferimento in modo da ribeccarli su Internet: MickExtanceOffroad.
Prima di cena uno di loro mi chiama e mi chiede del mio incidente e della mia moto, poi la sistemiamo un po' meglio, a lui bastano un paio di calci ben assestati per fare meglio di quanto avessi fatto io in due ore! La provo su strada ed in effetti ancora non e' perfetta ma puo' andare e cosi' ce ne andiamo tutti a mangiare spaghetti attorno al fuoco, guardare le stelle e chiacchierare del piu' e del meno. Ancora una volta sono dovuto arrivare in un altro continente per passare una notte da favola sotto le stelle, ci deve essere proprio qualche cosa che non va nella vita che faccio in Italia, tra lo stress e le incazzature di tutti i giorni sommerso da confort di cui non ho bisogno.

Data: 06/10/2010
Da: da qualche parte a Nord di Imilchill
A: Adrouina (Ali' El Cojo)

La mattina la luce ci sveglia prima dell'alba e quando mi tiro su qualcuno ha gia' pensato a preparare il the e vari tipi cereali per fare una ottima colazione, ne approfitto volentierissimo, poi smonto la tenda, carico la moto e faccio i controlli dell'olio e della catena in un lampo cercando di dare almeno l'idea di una parvenza di serieta', poi li osservo caricare il fuoristrada e partiamo tutti insieme.
Resto indietro a fare qualche foto e raggiungo il gruppo che si e' fermato a fare colazione in un bar lungo la strada, al loro fianco c'e' un gruppo di turisti in 4x4. Mi sorprendo nel vedere che tra i due gruppi nessuno si scambi nemmeno un saluto, e mi sorprendo ancora di piu' quando mi avvicino agli altri per salutarli e chiedere almeno chi sono e da dove vengono. Qualche anno fa' ero io il piu' solitario e schivo, in qualunque gruppo, ora mi rendo conto che in ogni incontro puo' nascere una bella esperienza, cosi' scambio 4 chiacchiere con questi qui, che sono turisti francesi, poi saluto entrambi i gruppi e proseguo solo perche' sono partito per stare da solo e cosi' voglio continuare.
La cosa che piu' mi fa piacere e' stato che al momento dei saluti lo stesso gallese che la sera prima mi ha dato una sistemata alla forcella, interrompe la sua colazione qualche minuto per darmi un paio di ottime dritte su come sistemarla definitivamente. Mi spiega passo per passo come metterla a punto in maniera perfetta.
Sa' che la sera prima abbiamo fatto una riparazione alla meglio, buona per proseguire in tutta tranquillita', ma certo non e' il massimo e non e' al suo livello. Cosi' mi spiega bene come posso fare per metterla a punto del tutto e, cosa ancor piu' importante, come posso fare da solo anche se dovesse risuccedere in futuro, in modo da essere del tutto autonomo. E' come se la sera prima mi avesse dato una mano solo perche' stavo li' quasi a chiderlo, ma ora lo fa' per solidarieta'...
Bella gente i motociclisti!
Vado avanti tranquillo e su una curva panoramica scorgo un altro gruppo di motociclisti, mi fermo a salutare e loro mi attorniano sorridenti, sono spagnoli con le moto cariche, guardiamo insieme la cartina e mi spiegano che io ho sbagliato strada una altra volta, o meglio, non sono dove credo di essere :-)
Sono simpatici e decido di unirmi a loro per un po', non so per quanto, ma mi ci trovo subito bene, presto mi sentiro' parte del gruppo.
Nella caduta del giorno prima ho rotto parte della plastica che regge l'interruttore delle manopole riscaldate e, con le vibrazioni, le manopole si accendono di continuo cosi' decido di staccare i connettori, ma non ho voglia di fermarmi e cosi' provo a farlo mentre guido, il risultato e' che stacco anche un filo del rele', credo. Comunque le manopole smettono di bruciare e proseguo, sistemero' il cavetto una di queste sere, mi dico tra me e me.
A Darfoud lascio gli altri al bar per cercare un paio di occhiali da sole, mi fermo al primo negozio che trovo e capisco dalla faccia del negoziante che non ne vende, ma lui mi dice che ne ha rimasti un paio: tira fuori un dei falsi Rayban veramente troppo usati, ma in fondo mi possono andare bene. Ancora ricordo come termina lo scambio: “questa volta non ho guadagnato niente, ma abbiamo concluso uno scambio, al ritorno ti ricorderai del mio negozio e se vorrai comprare altre cose da portare a casa spero vorrai ricordarti di me” mi dice.
Deve far parte del Marocco, la cultura dello scambio.
Vado al bancomat e raggiungo gli altri, arrivo nel momento in cui sono pronti a partire e continuo ad avere la sensazione positiva di fare ormai parte del gruppo, mi piace mettermi in viaggio da solo per scoprire come le cose evolvano in maniera naturale ed ogni volta incontri inaspettatamente nuovi compagni di viaggio che sono anche compagni di vita, di filosofia ed emozioni.
Passato Darfoud lasciamo la strada per fare una “pista”, uno di loro ha il gps ed andiamo sicuri.
Sicuri un caps, ora capisco cosa e' una pista, basta fermarsi un attimo per fare le foto agli altri che passano, il tempo di rimettere dentro la macchina fotografica, e gli altri sono gia' spariti.
Seguirne le tracce? Qui ci sono un infinita' di tracce che vanno piu' o meno nella stessa direzione, ma forse no. Chi lo sa se poi le tracce si ricongiungono, anche se immagino di si ci vuole coraggio per imboccarne una. Nelle varie soste ci fermiamo a parlarne, l'idea migliore che salta fuori e' quella di assicurarsi di tenere sempre il sole a destra :-o. Qualcuno cade, in molti ci andiamo vicino. E' difficile leggere il terreno, a volte becchi la sabbia ed e' difficile, ma altre volte la sabbia non c'e' ma la moto affonda lo stesso, l'anteriore sbacchetta...
Non trovero' mai le parole per descrivere l'emozione che ho provato nel vedere correre le moto che si aprono a ventaglio davanti a me, il vento che spinge di lato la polvere. E' esattamente l'immagine vista tante volte alla televisione, ma sta volta ci sono anche io. Anche io lascio una scia di sabbia che vola via di lato, anche io mi impegno al massimo per gestire i cavalli che ho sotto, anche io faccio parte del quadro e magari ora gli altri provano le stesse emozioni. Non li supero, resto in gruppo per prolungare piu' che posso questo quadro. Non mi interessa nemmeno cercare di fissarmelo nella memoria, tanto lo so che ci restera' per sempre. E non mi interessa se e' solo una pista di pochi chilometri, fatta oramai da centinaia e centinaia di turisti per caso.
E' troppo bello.
Sbagliamo albergo e finiamo in uno che ha un po' di sabbia davanti, mentre qualcuno chiede informazioni, mi metto subito a fare il deficiente con la moto ed immediatamente mi spalmo in terra cercando di fare una curva sulla sabbia. La gamba destra resta incastrata sotto la valigia e sento che sotto il peso della moto la caviglia viene girata, ma la sabbia accoglie il mio stivale e lascia affondare il piede senza farmi niente. Mi giro sulla schiena e tiro via la gamba. Alzo la moto e riesco a partire abbastanza bene. Intanto dall'albergo e' uscito un ragazzo che ci guarda annoiato: chissa' quanti ne avra' visti di idioti che arrivano qui bardati come se dovessero fare la Parigi-Dakar e si mettono a giocare sulle dune come bambini al luna park.
Arriviamo all'albergo e ci buttiamo subito in piscina, qui c'e' tutto: Internet Wi-Fi, piscina ristorante e meccanico.
Passiamo una gran serata sul terrazzo dell'albergo, parlando un po' di tutto immersi in un cielo splendido, commentando la Via Lattea ed esaltandoci quando vediamo una “estrella fugace”.

Data: 07/10/2010
Da: Adrouina (Ali' El Cojo)
A: Adrouina (Ali' El Cojo)

Ci alziamo relativamente presto e facciamo una colazione esagerata, qui pare tutto piu' leggero e mentre si mangia mi scopro a parlare di cose di cui non parlo mai con nessuno, forse perche' a casa siamo troppo impegnati a parlare di cose inutili per trovare il tempo di approfondire certi discorsi. Non ho pace e vado a fare un giretto con l'@. Mi addentro con tutta calma in paesi che pochi giorni fa' avrei ignorato pensando fossero solo case di poveracci. Ora invece mi aggiro per i vicoli e scopro bar, negozi ed Internet Point.
Compro le sigarette, qualcuno cerca di portarmi a visitare il suo negozio, ma basta rifiutare con cortesia. In un punto panoramico incontro un motociclista abbastanza anziano che e' in giro da solo, parcheggio a qualche metro da lui e, dagli sguardi timidi che lancia, si capisce che ha voglia di parlare ed allora mi avvicino e mi presento. Gli esce spontaneo un sorriso dal viso ed inizia a raccontare la sua vacanza. Parla per parecchio, ci capiamo alla meglio in inglese, non ricordo da dove venisse ne ricordo tante altre cose, ma ricordo che ci tiene a parlarmi della moglie che una volta lo accompagnava in moto ma che ora e' morta... per questo viaggia da solo.
Girellando passo per Merzouga, deve essere un posto che vive grazie al turismo, ignoro tutti i marocchini che vogliono vendermi qualunque cosa ed arrivo alla fine della strada, una tristezza immensa: ci sono vari motociclisti che arrivano, guardano la fine della strada e vengono assaliti dai marocchini. Non faccio nemmeno una foto, non ne vale la pena, ma mi metto in giro tra le case con la moto, schivo vari venditori tranne un paio che con i motorini mi vengono dietro ed insistono un po' troppo. Questa volta non la tiro tanto per le lunghe, con un paio di sgommate decise gli faccio passare la voglia di insistere e continuo a girellare da solo tra le case. Ogni tanto qualcuno esce e mi chiama ma io me ne frego e ignoro chiunque voglia vendere qualcosa, rispondo solo al saluto di una ragazzina che, dal sorriso che fa', non puo' che essere sincera e disinteressata.
Quando torno in albergo pranziamo poi ci buttiamo in piscina a cazzeggiare. Di nuovo mi sorprendo quando, mentre sto collegato ad Internet per spedire un messaggio, gli amici spagnoli mi chiedono se una certa amica mi ha risposto e come sta andando: questi qui in due giorni gia' mi conoscono alla grande e capiscono quello che penso guardandomi da lontano.
Poi si va a divertirci con le moto senza bagagli per giocare sulla sabbia.
Facciamo le foto e giochiamo tutto il pomeriggio, chiacchieriamo con un marocchino che si avvicina sulla sua “mobilette”, e' simpatico e non rompe le palle, si lascia fare le foto assieme ad altre ragazzine che si avvicinano timide. Solo dopo parecchio tempo quando glielo chiedo mi dice che anche lui ha “un piccolo mercato” e sorridendo mi indica il motorino su cui e' appeso uno zaino. Mi hanno chiesto di riportare un braccialetto, e tra tutti, quel ragazzo e' l'unico a cui lascio volentieri dei soldi, quindi lascio che tiri fuori la sua roba, anche se non c'entra un cavolo con quello che cerco io. Dopo un po' siamo tutti intorno alla merce ed anche le ragazzine trovano il coraggio di tirare fuori qualche cosa dal loro zainetto, ma dobbiamo chiederglielo noi. Prima gli avevo chiesto di farsi fotografare ed avevano rifiutato, ma ora accettano sorridendo. Io compro il mio braccialetto ed ognuno di noi si prende un cammello di stoffa dalle ragazzine, a me tocca il piu' brutto. Il braccialetto di sicuro lo ho pagato troppo, ma il tipo era simpatico e sembrava buono, peccato che finira' pure lui a fare il mercante scassa-marroni come gli altri. Quando gli dico che lo sto pagando troppo mi risponde: “compri un regalo per l'Italia si, ma compri anche un regalo per me.” Bella frase, sembra studiata apposta per intenerire i turisti e raccattare piu' soldi, ma fa' niente.
Serata ok, ma tutti a letto presto perche' siamo stanchi morti, io mi trattengo un po' a bordo piscina a perdere tempo col Wi-Fii, accidenti a chi ha inventato FaceBook ed a me che non riesco a staccarmi: passo piu' tempo su Internet ora di quando sono a casa, e fortuna che ero partito per stare da solo.

Data: 08/10/2010
Da: Adrouina (Ali' El Cojo)
A: Rich

La mattina ci alziamo e facciamo una gran colazione, andiamo insieme agli amici spagnoli a fare benzina e poi ci salutiamo, gli abbracci sono spontanei, mi dispiace lasciarli e capisco che dispiace anche a loro, che buona gente. A volte gli ho raccontato qualche cosa di me, cosa che faccio molto di rado, e mi sorprendevo a leggere nei loro occhi una sincera comprensione e solidarieta', e' come se in quei momenti condividessero con me lo stato d'animo e volessero farsi carico della mia insoddisfazione. Il bello e' che nessuno si sognava di sparare consigli o dare lezioni di vita, ognuno portava solo la propria esperienza. Qui, parlando una lingua che non conosco con gente che ho incontrato solo due giorni fa' riesco a dire cose personali e condividere i miei stati d'animo...
Bella gente i motociclisti!
Ero partito per stare da solo, quindi prendo la strada da solo, so gia' che al Nord incontrero' la pioggia, ma forse non oggi. In una valle che sembra un piccolo canyon, piu' annoiato che curioso, cerco di salire sul fianco della montagna per vedere il panorama, individuo una pista che forse arriva in cima e allora ci provo. Sgonfio le gomme perche' mi muovo su un terreno cosparso di pietre dure. Alla fine non riesco ad arrivare in cima e mentre cerco di girare la moto esagero col gas e la gomma posteriore si affossa proprio a meta' della manovra. Tanto che ci sono decido di godermi il panorama e fumarmi una sigaretta cosi' scendo dalla moto lasciandola cosi', incastrata nella terra e mi tolgo il casco e la giacca. Non faccio in tempo a girarmi che sento un botto, la moto non era assicurata bene e si schianta in terra. Mi stramaledico e capisco subito che cosi' come e' messa, anche se le valigie laterali fanno il loro sporco lavoro e la tengono un po' inclinata, non la alzo nemmeno in sogno perche' le ruote sono piu' a monte rispetto alla sella. Mi torna in mente come facevamo per rialzare le moto sulle dune e cosi' prendo a due mani la ruota anteriore e la tiro facendo ruotare la moto sul paracarena e sulle valige laterali. Sento il rumore del metallo che struscia sulle pietre e mi stramaledico ad ogni stridio.
Poi la rialzo, mi sposto una decina di metri piu' in basso dove c'e' un posto per parcheggiare bene e, finalmente, mi godo il panorama.
Il sole batte forte e riparto con calma, ci metto un po' a scendere fino a valle e ritrovare la strada principale e solo li' mi accorgo di aver piegato la leva del cambio e di avere difficolta' a scalare le marce. Non ho voglia di fermarmi al sole quindi arrivo in terza fino al primo paese, mi fermo ad un bar,sto qualche minuto a riprendere fiato, poi tiro giu' gli attrezzi sistemo la leva e riparto. Belle strade, ma guido piano perche' sono stanco, tra l'altro scopro che il canotto di sterzo e' lento, si svita con una mano. Nessuna delle chiavi che ho portato con me e' della misura giusta, ma poco male, ne comprero' una qua, per ora sull'asfalto vado avanti senza problemi.
Tira un vento pazzesco e devo tenere la bandana sul naso per proteggermi dalla sabbia, vado lungo la N10 verso Est senza sapere di preciso fin dove arrivare ma gia' a Boudnib mi chiarisco le idee. C'e' poca gente in paese ma in compenso c'e' una grande caserma e molti militari in giro, io sono in riserva e cerco un benzinaio, faccio su e giu' per il paese un paio di volte senza trovarlo e cosi' chiedo ad un soldato. E' molto gentile ma e' difficile capire le sue indicazioni in arabo e cosi', siccome stava salendo in motorino, mi fa cenno di seguirlo e mi accompagna fin quasi al benzinaio. Diciamo che c'e' una pompa di benzina molto datata in una via, mi avvicino ma non c'e' nessuno e mi assalgono un paio di ragazzini che all'inizio cerco di ignorare ma poi mi indicano una porta e quando mi affaccio esce un uomo gentilissimo, troppo gentile, che in spagnolo mi chiede se voglio benzina. Vuole sapere quanti litri deve mettere, non gli dico che voglio fare il pieno e che sono in riserva, perche' c'e' qualche cosa di strano. Dico, forse 10 litri e dalla sua reazione capisco che si aspettava meno. Allora chiedo quanto costa e mi risponde che la vende a 150 Dh al litro, e' circa 1 euro e mezzo, la meta' di piu' di quello che dovrebbe costare, chiedo perche' e, dopo avermi fatto entrare in uno stanzino, comincia a fare su un foglio una serie di addizioni per farmi vedere che i conti tornano e per farmi capire che i militari hanno una parte importante in tutto cio', decido di mettere 5 litri. Incredibilmente la pompa di benzina viene ignorata, tira fuori da una borsa un boccione da 5 litri e mi fa' rifornimento cosi'. Poi indossa il giacchetto da benzinaio, facciamo i conti e lo pago. Nel frattempo mi offre di tutto: da bere, da mangiare, da riposarmi un po', chissa' dove potrebbe arrivare. In ogni caso penso che di andare verso il confine posso farne a meno vista l'aria che tira qui e gli chiedo che strada posso fare per proseguire piu' o meno verso Nord, stendiamo la cartina sul serbatoio e studiamo insieme un itinerario di massima.
Lungo la strada scorgo il letto di un fiume molto largo e, sull'altro lato una specie di fortezza che sembra abbandonata. Decido di provare a raggiungerla e, siccome non vedo una strada, penso di cercare un modo di attraversare il fiume, tanto l'acqua e' proprio bassa. Inizio a scendere e in poco tempo trovo un sentiero che porta fino ad un affluente quasi secco, cosi' lo discendo per qualche centinaio di metri fino al letto del fiume principale, si va bene a parte in un punto in cui la moto affonda ed ho paura di insabbiarmi, ma aprendo il gas passo bene. In ogni caso mi ripeto per l'ennesima volta che non dovrei andare su fondi sconosciuti da solo. Sul letto del fiume principale si va bene, perche' il fondo e' fatto di pietre lisce e piatte, solo devo trovare un punto per guadare.
Proprio mentre studio il terreno arriva di corsa una orda di ragazzini inferociti che mi accerchiano e si mettono a rompere. Ci perdo qualche minuto ma voglio capire dove attraversare il fiume cosi' cerco di scrollarmeli di dosso spostandomi con la moto ma questi mi corrono sempre dietro mettendo le mani ovunque ed attaccandosi alle valigie. Non le avevo chiuse a chiave e quando non mi accorgo me le aprono, ma non rubano niente.
Li faccio correre un po' qua e la' ma a questi qui non c'e' proprio verso di stancarli cosi' li distanzio un po' e provo ad individuare al volo un punto un cui guadare ma, forse entro in acqua con troppa fretta, o forse senza concentrazione, in ogni caso sulla seconda meta' urto una pietra e per restare in piedi sono costretto a mettere un piede in acqua e dare un calcio in terra per riprendere la moto, cosi' mi riempio di acqua uno stivale :-(
Inizio a cercare un modo per risalire l'altra sponda ma l'orda di ragazzini mi raggiunge ancora piu' eccitati dall'avermi visto attraversare l'acqua e iniziano a rompere veramente le balle. Chi mi vuole vendere il fumo, chi vuole le mie scarpe, chi mi vuole portare a casa... inizio a fare avanti e dietro con la moto per vedere quando si stancano ma cosi' e' impossibile riuscire a studiare un percorso.
Mi stufo ed ho un piede fradicio, cosi' rinuncio e torno indietro. Per scappare dai ragazzini assatanati mi sono scordato quale era il punto buono per guadare il fiume, faccio avanti e indietro un paio di volte ma non trovo la mia traccia, comunque ci riprovo e questa volta va bene.
Riprendo a risalire il letto dell'affluente e cerco il punto da cui sono sceso, mi sembra di riconoscerlo ma quando tento di risalire uno scalino di terra la moto si impunta, fa' un mezzo metro indietro, lo sterzo si gira e mi casca in terra. Tento di rialzarla ma non ci riesco, allora provo a farla ruotare ma si impunta perche' non c'e' abbastanza spazio, intanto dal serbatoio esce un fiume di benzina. L'unica cosa che mi viene in mente e' scavare con gli stivali la terra nel punto in cui appoggiera' la ruota posteriore in modo da facilitarmi un po'. Scavo parecchio in fretta e poi riprovo a tirarla su, sta volta con parecchia fatica ce la faccio, la rimetto in piedi e riprendo a salire sul letto dell'affluente finche' non trovo il punto esatto da cui ero sceso. Riprendo la strada a testa bassa. Al primo paese mi fermo e cerco un albergo, incontro un tipo abbastanza distinto, parla pure inglese, mi fa mettere la moto nell'atrio, troppo vicino alla strada, ma il tipo e' il proprietario di due alberghi e di un negozio di elettrodomestici e quando mi dice che se metto la moto sotto la sua custodia nessuno la tocchera' ci credo. Dopo cena giro un po' e trovo un cyber pieno di ragazzini sui 15 anni. All'interno uno di loro parla un po' di inglese ma di farmi capire non c'e' verso, poi uno ha un colpo di genio: mi accende un computer ed apre Google Translate, impostiamo la traduzione on-line da Italiano a Arabo ed iniziamo a capirci, che figata, io scrivo e a fianco compare la traduzione con i caratteri arabi che scorre da destra verso sinistra, e' piu' incomprensibile del codice binario. Questi hanno voglia di chiacchierare e, per aiutarmi mi chiedono a cosa mi serve il computer e quando a me scappa detto che voglio vedere delle foto che ho fatto ecco che, accidenti a me, mi trovo circondato da una quindicina di ragazzini rumorosi che vogliono vedere ogni foto fatta e mi fanno mille domande. Poi mi tocca pure sorbirmi le loro di foto, cosi' passano due ore e riesco ad andarmene solo con la scusa che ho la cena prenotata in albergo.

Data: 09/10/2010
Da: Rich
A: Ifrane

Mi rendo conto che mi sono scordato di asciugare gli stivali e cosi', anche se cambio i calzini, devo partire con i piedi umidi. Prima di mettermi in viaggio vado a cercare una chiave per stringere il canotto dello sterzo, pensavo di fare un affarone ed invece mi tocca pagarla 12 euro, gia' che ci sono, sul marciapiede di fronte al negozio, allento le 4 viti della piastra inferiore della forcella, appoggio la ruota anteriore ad un palo della luce e raddrizzo definitivamente la forcella tenendo in tiro il manubrio e serrando le viti.
Intorno la gente mi guarda incuriosita: chissa' se pensano che sono un viaggiatore esperto o un grande sfigato. Secondo me la prima, ed in effetti mi sento bene a dimostrarmi di saper fare qualche cosa, ma lo so che se l'@ avesse qualche problema serio non sarei in grado di metterci le mani, per fortuna questa moto pare magica e non si ferma mai.
Passo a comprare le sigarette, una bottiglia di acqua da portarmi dietro che non si sa mai, un succo di frutta all'arancia che fa' sempre bene e... un altro rotolo di carta igienica :-/
In un tratto mi fermo, metto la moto all'ombra, mi tolgo gli stivali ed i calzini e li lascio ad asciugare al sole, e mi rendo conto che mi sono leggermente ustionato le braccia per aver guidato con le maniche corte sotto il sole. Prendo la strada andando un po' a caso perche' devo avvicinarmi a casa ma non ho troppa voglia di tornare.
Salgo lungo un crinale mozzafiato, anche perche' stare in piedi su uno sterrato ben battuto con queste gomme e' una vera impresa, fanno passare la voglia di guidare.
Incontro molti pastori sulla strada che vengono da paesi improbabili a cui sembra si acceda solo a piedi e col somarello. Passo a fianco di una donna col bimbo piccolo legato sulle spalle e una figlia di circa 13 anni che salgono affaticate lungo sulla montagna portando dei pacchi.
Mi fermo piu' avanti a fumare una sigaretta ed osservare un paesino che sembra scavato sulla montagna, cerco con attenzione ma non c'e' nessuna strada che lo raggiunga, solo piccoli sentieri. Mi raggiungono la donna con i bambini, voglio farle una foto ma di preciso non so come chiederglielo.
La saluto con un gesto della testa ed un sorriso, lei ricambia sorride affannata e si ferma, mi guarda un attimo e, dicendo qualche cosa in arabo, mi fa cenno di bere con la mano.
Allora slego la bottiglia di acqua dalla moto, gliela passo e ci resto quasi male a vedere con quanta dignita' ne prendano solo un goccio, sia la figlia che lei si bagnano appena le labbra ed e' inutile che io gli dica a gesti che possono bere quanto vogliono, sorridono e rifiutano.
Sarebbe il momento giusto per approfittarne e fare la foto, il Marocco in fondo ti insegna proprio questo: tutto e' uno scambio, chiunque faccia qualche cosa per te si aspetta qualche cosa in cambio.
A pensarci bene questa cosa raggiunge il massimo squallore in Italia, dove abbiamo tutto, anche piu' di quello di cui riusciamo a godere, ma non siamo disposti a regalare mai niente a nessuno, neanche un sorriso.
Con questo pensiero non posso fare altro che sorridergli e salutarle senza chiedere niente.
Resto un po' in contemplazione, poi riprendo la strada, loro hanno girato in un sentiero, io proseguo sulla strada principale, fino ad un paesino dove scopro che la strada finisce.
Vedo che si potrebbe continuare, ma lungo un sentiero parecchio brutto scavato sul fianco della montagna e pieno di pietre e con l'@ stracarica non mi ci avventuro di certo, ci vorrebbe un mulo. Torno indietro, provo a prendere il sentiero che ha preso la donna poco prima ma riesco a seguirlo solo per poco perche' incontro un passaggio difficile con parecchie pietre grandi da scavalcare.
Non voglio rischiare e, a testa bassa, scendo lungo la strada da cui sono salito finche' becco un tipo solitario, sembra giovane e curioso, forse e' uno degli operai che lavorano alla strada.
Sembrerebbe affidabile per chiedergli informazioni, ma di sicuro questo qui parla solo arabo, pero' tentare per tentare... provo a chiedergli di indicarmi dove sono finito.
Mi sorprendo a leggere felicita' nei suoi occhi, sembra lusingato dal fatto che gli stia chiedendo aiuto ed iniziamo a gesti un dialogo composto da poche parole in francese, da dita puntate sulla mappa e da ampi movimenti delle braccia che indicano le montagne da aggirare, da sguardi sinceri e sorrisi spontanei.
Penso che ancora una volta non so se prendermi a schiaffi perche' continuo a sbagliare strada o ringraziarmi perche' cosi' ho la possibilita' di incontrare gente semplice ma fantastica.
In ogni caso mi aiuta a capire che della strada non ci avevo capito niente.
Vorrei ringraziarlo con qualche cosa, gli offro una sigaretta e dell'acqua ma a lui non interessa.
Mi dice che anche li c'e' un albergo, mi dice che anche li c'e' un posto per mangiare, forse il modo per ripagarlo sarebbe passare una serata in sua compagnia e scambiarci esperienze dei nostri paesi delle nostre vite e delle nostre culture, ma in che lingua? Purtroppo per ora e' impossibile, cosi' lo ringrazio di cuore e riprendo a guidare, ora vado forte, fa' freddo ed arriva il tramonto.
Le nuvole all'orizzonte mi preoccupano ed il solo pensiero che mi passa per la testa e' che devo iniziare a pianificare le tappe, cavolo, almeno quando sono solo e lontano da casa. Diventa buio ed arriva la pioggia, mi fermo a bordo strada. Scendo dalla moto. Apro la valigia e con rassegnazione indosso la tuta antipioggia. Oramai quello che e' fatto e' fatto, facciamo almeno in modo che non entri l'acqua dal collo come al solito. Corro fino al paese successivo dove riesco a trovare un postaccio per passare la notte, una specie di residence, una tristezza ma va bene lo stesso.ù

Data: 10/10/2010
Da: Ifrane
A: El Jebha

Prendo la N8, attraverso Fes, lungo la R502 mi fermo a mangiare qualche cosa in un baretto lungo la strada, un po' isolato dai paesini che sembrano tutti molti accoglienti. Appena entro noto una atmosfera proprio tranquilla, ci sono dei signori anziani che guardano la televisione, altri che giocano a dama ed uno intento a scrivere su un libretto. Sono proprio gentili e rilassati, in effetti e' un po' strano, ma mi piace e bevo il mio the in tutta calma. Guardando in giro mi rendo conto che quasi tutti fumano hashish con delle lunghe pipe, ecco il motivo del clima particolarmente rilassato :-)
Riprendo la strada e la gente saluta gentilissima, anche quelli in auto. E' un po' strano perche' tutti mi fanno passare facendo cenno con la freccia appena mi avvicino, alcuni addirittura mettono alternativamente la freccia destra e quella sinistra. Salutano proprio tutti, sia che siano a piedi in auto o in motorino.
Non ci metto molto a capire che non gliene frega niente di salutare, vogliono semplicemente che io mi fermi perche' evidentemente sono finito in una gran zona di spaccio di hashish. Funziona tipo scambisti, cioe' ti lampeggiano o ti fanno un saluto cosi' tu sai che hanno qualche cosa da vendere. Devo fare benzina ed appena mi avvicino ad un distributore vengo raggiunto da tre autoe da una decina di persone a piedi. Non perdo tempo e, mentre rispondo gentilmente a tutte le domande che mi fanno, inizio a fare il pieno. La maggior parte di loro vuole vendere subito un po' di fumo e se ne va presto, ma alcuni hanno un atteggiamento diverso, non tentano di vendermi niente, insistono perche' mi fermi a dormire in modo che possa fare tutto con la giusta calma. Per convincermi che sono tipi affidabili mi mostrano i cellulari, hanno memorizzati numeri italiani, di Milano per la precisione. Dal modo di fare mi sembra di capire che questi non vogliono vendermi poche centinaia di euro di fumo, questi qui vogliono proprio creare un rapporto duraturo, vogliono stabilire un altro contatto per il loro spaccio. Pero' in fondo sono simpatici, parlano pure italiano, peccato deluderli.
Comunque quando riparto mi assicuro che quelli in auto non mi seguano, non si sa mai. Trovo la strada che cercavo e che scende verso la costa e mi rendo conto che sono finito in una strada in pessime condizioni che il temporale ha reso ancora peggiori. Scendo la montagne passando attraverso case e paesi che sembrano abbandonate, poi mi viene in mente che probabilmente sono le case degli stessi spacciatori che riempiono le strade per vendere il fumo. La cosa non e' che mi renda tanto tranquillo, spero di non bucare da queste parti, comunque almeno il tempo migliora di molto, esce anche il sole, ed in qualche maniera riesco ad arrivare sulla costa.
Trovo una opel corsa che si e' impantanata e, insieme a dei contadini, la aiuto a proseguire. Mi domandano qualche cosa in arabo, ma non capisco ed allora gli chiedo la strada, sono gentilissimi e, seppure senza capire una parola, scopro che sono finito un po' fuori rotta ma puo' andare bene lo stesso, poi mi offrono un po' di droga, ringrazio rifiuto e con un sorriso me ne vo.
Con grande sorpresa trovo una strada a tre corsie completamente nuova, costeggia il mediterraneo ed e' uno spettacolo, sulla cartina ho segnato una strada bianca, boh!
Arrivato a El-Jebha, anche se e' presto, visto che il paese mi piace, mi metto a cercare un albergo e mi fermo a dormire.

Data: 11/10/2010
Da: El Jebha
A: Granada

Arrivo presto in dogana, mi metto in fila allo sportello e dopo circa 10 minuti di attesa vedo un gruppo di motociclisti che accerchiano la mia @ e la osservano in maniera strana. Sembrano troppo interessati, cosi' li osservo bene da lontano e... riconosco gli amici spagnoli di pochi giorni prima :-D alzo in aria il casco e grido forte per farmi vedere. La gente mi guarda sorpresa mentre abbandono la fila per andare ad abbracciare i miei amici, la gioia di reincontrarli cosi' per caso e' troppa. Sbrighiamo le pratiche e ci dirigiamo verso i traghetti, abbiamo dei biglietti di compagnie diverse, cosi' io mi imbarco da solo e, una volta in Spagna li aspetto al porto, poi prendiamo insieme la strada verso Granada, dove mi hanno invitato a dormire. Che spettacolo, la citta' e' splendida e piena di vita. Mentre parcheggiamo le moto in una piazza del centro scambiamo due parole con un ragazzo su un custom che parcheggia vicino a noi, e' pieno di orecchini, tatuaggi ed ha la cresta rossa, un tipo strano ma simpatico. Poco dopo, mentre andiamo a piedi verso casa, uno di noi si accorge di aver lasciato il casco appoggiato sulla moto, subito corre a vedere se c'e' ancora e scopre che al posto del casco c'e' un bigliettino. Il ragazzo col custom di prima si e' accorto del casco e, perche' non gli venisse fregato, ci ha lasciato un bigliettino dicendo che lavora in un pub dove fa il barista e di venire a riprendere il casco.
...Bella gente i motociclisti...
Dopo aver mangiato un ottimo kebab passeremo la serata al pub tra birre e tequile

Data: 12/10/2010
Da: Granada
A: Villagordo del Cabriel

Dall'Italia un msg mi raggiunge: “...qui i giorni sono tutti uguali...” che tristezza per chi rimane a casa, eppure che dovrei fare io, piu' di dirgli “venite via con me” non lo posso fare. Non riesco nemmeno a trovare il tempo di scrivere gli appunti di viaggio, perche' qui ogni giorno e' pieno di novita', di gente da incontrare, di cose da imparare. Se non fosse che devo tornare per il lavoro mi sarei fermato una vita in ogni paese che ho attraversato.
Ma poi che ci torno a fare in Italia che sicuro appena arrivo qualche fenomeno mi dice, ma dove vai con questa moto cosi' vecchia? Eh gia' dovrei lavorare una anno per comprarmi una moto figa che poi devo lavorare un altro anno per mettere via i soldi per farmi una vacanza di 15 giorni. Qui siamo con una AfricaTwin, tre XT, una Pegaso, un KLE ed un Ktm950, le carene tenute su col nastro americano ed i cuscinetti che fanno rumore, ma andiamo alla grande e di sicuro non invidiamo nessuno, nemmeno quando in autostrada si rompe la catena di una delle XT, poco male il ragazzo ha provveduto immediatamente chiamando il carro attrezzi che e' arrivato in un lampo.
Dovrei organizzarmi cosi' anche io invece di andare via sempre senza uno straccio di assicurazione.
Arriva il momento di salutarci, oramai il viaggio e' al termine, me ne vado rapidamente perche' mi dispiace lasciarli ma sono sicuro che ci reincontreremo.
Indosso ancora una volta l'antipioggia perche' si preannunciano temporali per tutto il giorno, ed infatti il tempo fa' schifissimo, al punto che non riesco ad arrivare fino alla costa dove avrei voluto dormire. Provo ad accendere il riscaldamento delle manopole ma mi sono scordato di sistemare il cavetto che avevo strappato.
Mi fermo in un posto che si chiama Villagordo del Cabriel, scelto a caso, tanto in Spagna si sta sempre bene. Infatti il posto e' carino e mi fanno mettere la moto in garage.

Data: 13/10/2010
Da: Villagordo del Cabriel
A: Barcellona

Non ho fretta ed arrivo a Barcellona facendo le statali, ormai la mia vacanza e' finita, arrivo a Barcellona, trovo un campeggio e passo il pomeriggio a passeggiare per la Rambla, poi la pioggia mi costringe ad una rapida ritirata nella tenda.

Data: 14/10/2010
Da: Barcellona
A: Avignone

Mi incammino sulla statale, non ho voglia di tornare in Italia, cosi' cerco pateticamente di prolungare la permanenza in Spagna facendo la costa, passo per Roses, Portbou e Port Vendres e scopro una strada eccezionale. Sulle curve la gomma dietro non fa' altro che scivolare, ma oramai sono abituato a guidare di traverso. La strada e' strettina ma divertente, mi rilasso e in uscita da una curva apro troppo allargo la traiettoria e sento la valigia laterale destra sbattere contro il guardrail. Bene, ecco che ho aggiunto un altro graffio sulle moto. Sono stanco, Avignone lascia senza fiato da quanto e' bello, ma il freddo, la pioggia ed una leggera influenza mi costringono a ritirarmi presto.

Data: 15/10/2010
Da: Avignone
A: Cesena

In Italia mi fermo a mangiare in un autogrill. Parcheggio la moto davanti alla porta, mi metto sulle spalle la borsa da serbatoio col casco allacciato su ed entro senza nemmeno pensare che tengo gli stivali sporchi fuori dai pantaloni, che ho la giacca strappata e sono sudicio.
Non ci faccio piu' caso, ma mentre passo per il bar sento un commento da un paio di fenomeni:
“ma 'ndo cazzo va questo vestito cosi'?”
mi viene istintivo di fermarmi, mandarli a cagare e vedere come va a finire ma, prima che lo faccia, un altro risponde:
“embe'? E' un biker!”
Ah ah ah, che si fottano, magari e' anche vero.
Sorrido tra me e me, risalgo in moto e me ne torno a casa.