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Tunisia - report del viaggio

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02/11/2023 16:50 - 02/11/2023 17:37 #1 da Gabor
Tunisia - report del viaggio è stato creato da Gabor
Sette giorni in Tunisia, con Moto Viaggi Avventura link: MotoViaggi Avventura

Diario del viaggio
Alla fine, a metà luglio,  mi sono deciso ad iscrivermi al viaggio organizzato per ottobre, complice la telefonata preliminare con Simone, altro partecipante piemontese con il suo amico Davide, con i quali avrei potuto condividere la cabina sulla nave da Genova, oltre ad ovviamente il resto del viaggio. Simone mi è sembrato da subito un motociclista simpatico e “tranquillo”, se pur gran macinatore di km, diciamo allineato al nostro stile Lissta, e nel tempo di un w.end ho preso la decisione definitiva. Nei pochi giorni necessari a definire la prenotazione del biglietto nave, si aggiunge ancora Marco, himalayano e guzzista, da Milano, nonché mio coetaneo, cosicché dalla preventivata cabina a tre letti, passiamo direttamente a quella da quattro.

Al porto di Genova si riunisce quindi, il 21 ottobre, l’ottanta per cento del gruppo di viaggio, visto che oltre a noi quattro si aggiungerà a Tunisi un solo altro partecipante, sbarcato da Palermo, il giovane milazzese Francesco. Che si rivelerà però anche il pilota più capace, con il suo potente KTM 1290 super adv R.Altro KTM presente è il 1050, con cerchi in lega ed anteriore da 19”, compensato però dalla perizia di guida di Davide. C’è poi il “KTM più bello”, ovvero la Husqvarna Norden Expedition di Simone; quindi  il mio Tuareg 660, che con un nome così non potevo non portare in Africa e infine, rigorosamente in ordine di cilindrata,  la piccola Himalayan 411 di Marco; il quale  giustamente l’ha preferita alla Stelvio 1200 che ha lasciato in garage.

Sciogliamo il ghiaccio con un pezzo di focaccia salata ciascuno, che ho portato io da Alessandria; fortunosamente,  perché il caos del check in di GNV e soprattutto della Polizia di frontiera, per niente esplicitato da cartelli o personale, ci farà balzare l’ora del pranzo.  Il viaggio in nave va meglio del previsto, rispetto alle previsioni meteo che davano da “molto mosso” ad “agitato”. Mi è bastato un solo travel gum per passare indenne le 24 ore circa di navigazione.

Al porto di Tunisi, il primo impatto con i locali, in divisa da polizia di frontiera e doganieri, non è dei migliori. Io e Simone, con passaporto in regola e dopo una lauta mancia di 20 euro ad un “facilitatore” (un’esagerazione, e lo sapevo,  ma non avevo in tasca tagli più piccoli!) e saltando come palline di flipper da un ufficio all’altro per controlli, moduli e timbri, nel giro di un quarto d’ora siamo virtualmente fuori Dogana.
Il discorso si complica, e di tanto, per Davide e Marco, che dovevano entrare con la carta d’identità. Prassi regolamentata solo per chi viaggia con un tour operator, ma che vista l’ora abbondante che è stata necessaria perché potessero uscire, o meglio entrare in Tunisia, sconsiglio vivamente. Fuori dalla UE, sempre e solo Passaporto!
I 250 euro cambiati in dinari in dogana, si riveleranno poi sufficienti per tutti gli extra del nostro pacchetto di viaggio, compresi i souvenir, che non comprendeva logicamente la benzina (circa 70 centesimi al litro!), i pranzi di mezzogiorno,  le bevande e l’autostrada.
All’uscita del porto di La Goulette, una struttura moderna, senz’altro più bello di quello di Genova, troviamo ad attenderci Massimo, la nostra guida “tunisina”, che vive per buona parte dell’anno a Douz, e Francesco, sbarcato la notte del giorno precedente, entrambi a bordo del Toyota Land Cruiser di appoggio.

Con la prima cena a compagnia completa,  iniziamo a conoscerci tutti ed a fare il briefing per il primo giorno vero di viaggio, all’indomani, che comporterà un lungo trasferimento autostradale per guadagnare il fretta il sud, motociclisticamente più interessante, con una tappa verso ora di pranzo per visitare il “colosseo” romano di El Jem, ed avere il primo incontro con la cucina tunisina, una delle più piccanti che abbia mai provato.

 Poco prima dell’ora dell’aperitivo serale, siamo quindi a Matmata, dove possiamo fare una visita, finché c’è luce, alle famose “case troglodite”, riprenderci dal lungo viaggio con una birra fresca e poi arrivare in hotel; questo lo troviamo praticamente occupato da un “africa korps” di 4x4, ma questa volta francesi e non tedeschi, che hanno un’organizzazione veramente dakariana, nel senso della gara.
Il secondo giorno si inizia con un po’ di asfalto, non più piatto e rettilineo come nel nord, per poi attaccare la prima pista dura, dove la nostra guida può anche iniziare a rendersi conto del nostro livello di guida.
Iniziamo spediti a dare gas, in un panorama desertico e su una pista tutta per noi; mi ritrovo a ridere dentro al casco dalla felicità. Dopo un po’ di chilometri, la himalayan rompe il cavo frizione. Sarà per fortuna il primo ed unico guasto, brillantemente risolto da Francesco, manutentore di rimorchiatori, che trova il modo di fissare il cavo anche senza la “pallina” teminale e ripristinare la funzionalità del sistema tirante.



Passata la prima difficoltà, il viaggio riprende sulla pista . . . . dura? Non più tanto, perché arrivano lunghe lingue di sabbia portate dal vento. Prima caduta, con piede sotto la moto; e mi ritrovo ad aspettare e sollecitare aiuto, visto che mi faceva male il peso della moto sulla caviglia…….. Comunque nessun danno, anche se, tra caldo ed affanno, inizio ad andare un po’ in crisi.
Una pausa all’ombra ed un pacchetto di TUC, mi aiutano a riprendere energie per continuare il viaggio. Addirittura a guidarlo, su asfalto,  per una mezz’ora, perché il Massimo, con l’articolo perché milanese di nascita, anche se calabrese di formazione, ha un’improvvisa debacle sia del suo navigatore che del telefono e perde la strada, mentre il mio Zumo XT mostra senza incertezze la direzione giusta (all’occorrenza anche le piste) in direzione di Chenini, dove si trova uno degli ksar, granai e caravanserragli fortificati, più belli.

Dopo pranzo e qualche foto allo ksar, si riprende il viaggio verso Ksar Ghilane, oasi artificiale e tappa imperdibile di qualsiasi viaggio in Tunisia. Artificiale, nel senso che lo scavo di perforazione  originario fu fatto per cercare petrolio; ne scaturì invece acqua termale (tiepida a 33 °C) e nacquero i primi accampamenti, alcuni dei quali diventati oggi pensioni o piccoli alberghi.

Doveva essere un percorso su asfalto, ma la Tunisia ed il deserto regalano sempre sorprese. Il vento dei giorni precedente “trasporta” qualche duna di sabbia anche sulla strada, ed il divertimento ricomincia . . .questa volta insabbiato senza cadere.



Arriviamo in hotel con il buio, che in Tunisia arriva alle 18 anche ad ottobre, non avendo loro ora legale, ma nulla ci impedisce di andare lo stesso a toglierci di dosso la sabbia con un bel bagno caldo nella pozza termale dell’oasi, a due passi dal nostro albergo, gestito da una signora italiana. Italiani ed italiano, come lingua straniera, iniziano ad avere una notevole diffusione in Tunisia. E pare che siamo considerati generalmente più simpatici dei francesi. Le nostre guide, due, dato che Massimo è accompagnato da sua moglie Ida, che non parlano arabo, se la cavano egregiamente con l’italiano, un po’ di francese o direttamente con il calabrese!
Il terzo giorno di viaggio ci porta da Ksar Ghilane, dopo una gita in quad all’alba per visitare il famoso fortino, in direzione di Douz.
Demenziale la mia prima esperienza in quad, direttamente sulle piccole dune della pista per il fortino. Una guida decisamente “contro natura” per un motociclista. In un modo o nell’altro comunque vado e torno, guidando il mio quad, con la consapevolezza che tentare con la moto sarebbe stato senz’altro peggio e quasi certamente per me impossibile.

La strada che ci porta a Douz prevede però una lunga deviazione su pista, per raggiungere un villaggio arroccato su una collina ed abbandonato nel 1969 a seguito delle distruzioni provocate da una alluvione; sembra impossibile a vedere il paesaggio arido, ma evidentemente i dissesti idrogeologici capitano anche qui. Questo posto si rivelerà uno dei più suggestivi dell’intero viaggio, nonché una delle pause caffè più piacevoli di sempre. Altro vantaggio di avere il 4x4 di appoggio, che oltre ai bagagli trasporta fornello, moka e caffè italiano.
Il “programma” originario da Douz prevedeva ancora una gita pomeridiana facoltativa al (famoso?) Cafè du desert, su una pista sabbiosa. Programma che io avevo già deciso di saltare in toto, o di salire sul 4x4, ma che comunque salta per tutti, poiché il 4X4 necessitava di un elettrauto per risolvere un problema elettrico, che aveva già richiesto i cavi per ripartire da ksar Ghilane. La cosa incredibile è che in un paese come Douz, di meno di trentamila abitanti e deserto intorno, nel giro di un pomeriggio scarso viene recuperata ed installata la scheda del regolatore di tensione per una Toyota di quasi vent’anni.  Mi chiedo nel centro di Milano o di Roma, quanti giorni sarebbero passati prima di riavere l’auto in piena efficienza. Miracoli del deserto.

Da Douz a Tozeur è il tragitto del quarto giorno del tour; ci sarebbe una strada asfaltata diretta, che attraversa il Chott El Jerid, ma che a noi enduristi ovviamente interessa poco!Intanto iniziamo ad allungare la giornata andando a vedere prima le dune di El Faouar, una delle cinque porte del deserto, che è il titolo del tour,  e dove posso scattare alcune delle foto più belle del viaggio.

Poi, sempre su asfalto, da ovest ci spostiamo verso est, costeggiando a sud il Chott, fino quasi alla sua estremità orientale, dove intercettiamo una pista, spettacolare per il paesaggio piatto, infinito e salato, che ne attraversa un lembo per portarsi a nord del lago asciutto, e quindi continuare verso ovest in direzione Tozeur e costeggiando una catena montuosa, propaggine dell’Atlante.



Da fondo duro, ma impraticabile in caso di pioggia per la poltiglia che si forma sul lago, la pista a nord del chott  inizia a diventare a tratti sabbiosa, e ricominciano le difficoltà. A questo punto ho trovato che con la mappa motore più tranquilla e senza traction control, seduto praticamente al posto passeggero, più o meno vado dove spero; ma mi tocca lo stesso la seconda caduta del viaggio. 2 a 2 io e Davide, 0 gli altri.



Dopo il pic nic di pranzo, nell’ultimo tratto della lunga pista (circa 70 km), dove il terreno torna bello solido “come piace a me”, costeggiamo una zona cintata che è riserva naturale, dove avvistiamo anche qualche  ungulato cornuto, tipo antilope. Non si va comunque in Tunisia per vedere animali: qualche dromedario, pecore e montoni, asini o muli e poi, ma fortunatamente solo essiccati come macabri souvenir, vipere cornute e scorpioni.



 Dopo un breve ristoro in un caffè nel primo paese incontrato al termine della pista, arriviamo a Tozeur ancora in tempo per bagno in piscina. La medina, ovvero il centro storico,  come a Douz, la visiteremo dopo cena, con un comodo ed economico passaggio taxi.Il quinto giorno prevede di cominciare il ritorno verso la civiltà del nord est tunisino, dove vive la maggior parte della popolazione, di circa dieci milioni di abitanti, e dove si concentra il turismo balneare.
Tozeur è in realtà molto vicina al confine algerino, cioè ad ovest, ed il viaggio fino ad El Jem e quasi al mare, dove è previsto il pernotto, sarà uno dei più lunghi e faticosi, tutto su strada normale e con arrivo pericolosamente al buio.
La mattinata però parte in relax, con delle belle strade che portano all’oasi di montagna di Chebica, che visitiamo in una gita di un’oretta a piedi,  e poi a quella di Tamerza dove c’è addirittura una “cascata”. Si fa per dire.
Da qui si prosegue verso est andando a cercare la “Pista Rommel”, che prendiamo a Redeyef, costituita da un breve tratto sterrato ed il resto cementato, comunque molto suggestiva per il paesaggio e che ci riporta dall’altopiano in pianura; tralasciando i commenti sul primo tratto di pista,  che passa letteralmente attraverso la discarica del paese di Redeyef. La Tunisia è un paese che ha gravi problemi nella gestione dei rifiuti, e purtroppo lo si nota spesso….

Nel sesto giorno, da El Jem ad Hammamet, le piste ed i deserti sono già un ricordo. La tappa in mattinata a Kairouan, quarta città santa dell’islam dopo La Mecca, Medina e Gerusalemme, merita comunque la visita per la bella medina, che non è solo turistica, ma abitata da una bella percentuale della popolazione della popolosa città.
A pranzo dobbiamo essere ad Hammamet, perché Francesco riparte la sera stessa dal porto di Tunisi, dato che il suo programma, causa orari navi, risultava anticipato di un giorno rispetto al nostro.

La spiaggia di Hammamet comunque non è male, l’albergo è splendido,  e dopo tanti chilometri di polvere e sabbia, decidiamo di cazzeggiare li anche la mattina dell’ultimo giorno, rinunciando ad una breve visita di Tunisi, che sarebbe comunque stata troppo breve per via dei tempi di imbarco, e poco piacevole da fare con gli stivali nei piedi ed i pantaloni da moto addosso…… Per domenica pomeriggio, ci resta quindi solo la parte più noiosa del viaggio: check in, trafila doganale, attesa di imbarco. Per fortuna la nave parte in anticipo, ed il mare si rivela anche meglio dell’andata, riportandoci a casa con una traversata riposante.

Impressioni finali
Per me è stata la prima volta in Tunisia, ma non solo. La prima volta con un viaggio organizzato con una guida sempre presente (che non fosse quindi un semplice fly & drive in autonomia) e la prima volta che faccio un viaggio senza conoscere nessuno degli altri partecipanti, se non contiamo il primo incontro Lissta a cui partecipai (VdS 2007),  ma che si risolveva in due giorni e mezzo ed a “un tiro di schioppo” da posti a me noti.
Sono felice di essere andato. La compagnia, fortuna o simbiosi tra motociclisti,  è stata sempre divertente, pronta alla battuta, mai pesante, mai rompicoglioni; il viaggio è stato faticoso, ma non troppo (circa 2000 km in sette giorni). Impegnativo in alcuni tratti di pista (sabbia), ma non troppo. Sulla Tunisia come paese non voglio dare un giudizio, perché sette giorni sono troppo pochi.
Quel che è certo è che non mi viene in mente un altro posto che in così pochi giorni di viaggio, senza usare un aereo ovviamente, possa catapultarti in un mondo, in Africa(!), così diverso dal nostro, per paesaggi e persone. Un viaggio così, stando via da casa per solo nove giorni in tutto, nave compresa, ti lascia ricordi indelebili; e la sensazione di essere stato via un mese, per la sua profonda intensità.
Non posso che consigliarlo. Se i posti sono belli o no, giudicatelo voi dalle mie foto:  foto di Gabor

Gabor - AL, 135.000 km su due transalp
Ultima Modifica 02/11/2023 17:37 da Gabor. Motivo: inserisco foto una alla volta
Ringraziano per il messaggio: Dundo

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02/11/2023 18:21 #2 da AsK
Risposta da AsK al topic Tunisia - report del viaggio
Grazie bel report


AsK (Verona)
SputOil '93


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02/11/2023 23:48 #3 da paolo
Risposta da paolo al topic Tunisia - report del viaggio
Bravo Marco! Curiosità... come mai non siete arrivati in moto al fortino? L'hanno vietato?

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02/11/2023 23:56 - 03/11/2023 00:03 #4 da Gabor
Risposta da Gabor al topic Tunisia - report del viaggio
Vietato no (in Tunisia niente è vietato da questo punto di vista), ma credo nessuno dei presenti sarebbe stato in grado di farcela, trattandosi di guida su dunette di sabbia. Ci siamo poi andati dalle 7 alle 8 del mattino, per partire appena dopo colazione. Moto insabbiate e/o rotte, per non parlare dei piloti, avrebbero fatto saltare sicuramente il programma della giornata.......
Ci siamo incrociati nel viaggio con un gruppo molto più agguerrito e numeroso di noi, guidato da un pilota siciliano, Federico Marretta,  che ha fatto la notte in un campo tendato a circa 1h e 30 da Ksar Ghilane. Del loro gruppo solo in tre sono andati in moto, con svariate cadute. Tutti gli altri in quad.

Gabor - AL, 135.000 km su due transalp
Ultima Modifica 03/11/2023 00:03 da Gabor.

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03/11/2023 09:05 - 03/11/2023 09:06 #5 da paolo
Risposta da paolo al topic Tunisia - report del viaggio
Fighetti!!! :-) :-) Ci sono arrivati persino il Lupa e Djetto! :-) (con tanta fatica in effetti)
Ultima Modifica 03/11/2023 09:06 da paolo.

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03/11/2023 09:33 #6 da Gabor
Risposta da Gabor al topic Tunisia - report del viaggio
Che infatti guidano entrambi molto meglio di me! ;-)

Gabor - AL, 135.000 km su due transalp

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03/11/2023 10:33 #7 da paolo
Risposta da paolo al topic Tunisia - report del viaggio
Comunque complimenti Marco, vediamo se ti ha contagiato l'Africa :-)

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03/11/2023 10:37 #8 da Remo-k-WIlliams
Bravo Marco, bel report e bel giro!!!

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03/11/2023 11:28 #9 da Gabor
Risposta da Gabor al topic Tunisia - report del viaggio

paolo post=12444 ha scritto: Comunque complimenti Marco, vediamo se ti ha contagiato l'Africa :-)

Dopo aver visitato la Namibia, non è questa l'Africa che mi ha contagiato . . . .  E comunque le ruote di una moto, il transalp 600, le avevo già messe in Marocco nel lontano 1998, con Cristina. Che infatti segnata da quel viaggio, mi ha detto di andare pure da solo in Tunisia. ;-)
Comunque abbiamo notato tutti, chi con esperienza di Marocco e chi di Egitto, che i tunisini sono decisamente poco invadenti ed anche sulle strade, gentili con i turisti. Spesso ad esempio si fermavano in mezzo alla rotonda per far passare il gruppo, manco avessimo la "staffetta Lissta" in mezzo alla strada. Oppure ci sono gli adulti che allontanano i bambini dalle moto posteggiate, per evitare che facciano danni o facciano sparire qualcosa . . . 
Bisogna solo ricordarsi di trattare sempre sul prezzo. Per 4 fichi d'india in spiaggia, l'ambulante è stato capace di chiedermi 30 dinari (9 euro), corrispondenti ad un lauto pranzo al ristorante. Poi ridotti a 10 dinari........che era già grasso che colava.

Gabor - AL, 135.000 km su due transalp

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06/11/2023 21:25 #10 da flo
Risposta da flo al topic Tunisia - report del viaggio
Grande Marco

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08/11/2023 11:19 #11 da michele
Risposta da michele al topic Tunisia - report del viaggio
Complimenti Marco e grazie per il bel report

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08/11/2023 17:31 #12 da Frankynator
bel report complimenti

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12/12/2023 21:34 #13 da lleo
Risposta da lleo al topic Tunisia - report del viaggio
Bello e bella la foto della Himalayan con lo sfondo desertico.
Da quello che ho letto e sentito, anche da persone che in Africa sono quasi di casa, non trattare sul prezzo di qualsiasi cosa dovrebbe essere una specie di offesa.
Cioè gli africani chiedono cifre assurde sapendo che si dovrà trattare.
Ho visto dei video sulla Namibia, seguo il canale di Itchy Boots sul tubo, ed è una meraviglia.

XL 600 V '92

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12/12/2023 21:49 #14 da Gabor
Risposta da Gabor al topic Tunisia - report del viaggio
In Tunisia tratti su tutto. Mi sono sentito chiedere in spiaggia 15 euro per 4 fichi d'india :-) ridotti poi a 5, se non ricordo male . . . .
In Namibia, non ho assolutamente questo ricordo. Ma avevo anche già pagato quasi tutto prima . . .. 

Gabor - AL, 135.000 km su due transalp

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12/12/2023 21:59 #15 da Gabor
Risposta da Gabor al topic Tunisia - report del viaggio

Gabor - AL, 135.000 km su due transalp

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12/12/2023 22:01 #16 da Gabor
Risposta da Gabor al topic Tunisia - report del viaggio

Gabor - AL, 135.000 km su due transalp

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