Scozia 2002 - Luca Barozzi

Autore: Luca Barozzi

Periodo: 30 Luglio – 12 Agosto 2002

Partecipanti: Luca Barozzi e Gio' su Honda Transalp XL600V 1999

Comincio a guardare la cartina dell’Europa e la ex Cecoslovacchia mi incuriosisce, dopo aver analizzato ex. Germania dell’est e Polonia.
Chiedo info agli amici e ad Alessandro di Lecco, conosciuto in Romania, mi dice di lasciar perdere la Cecoslovacchia e fare prima la Scozia…l’invito di andare a trovarlo per vedere le Dia delle sue vacanze là non cade a vuoto e dopo averle viste è proprio la Giò che in modo perentorio decide la meta delle vacanze…che dire…va bene ! 

I preparativi

Queste sono state le prime vacanze che abbiamo organizzato usando la rete; inutile dire che Internet è davvero una fonte inesauribile di informazioni ed un aiuto lo da davvero, anche grosso !
Nessuna particolarità per la moto, se non gomme nuove e cuscinetti e perni ingrassati allo spasimo, per debellare il più possibile danni da acqua infiltrata. I soliti ricambi di circostanza.
Per quanto riguarda l’abbigliamento, completo in GoreTex, tute antiacqua, guanti invernali in GoreTex oltre ai normali estivi, stivali in GoreTex, pile e micropile al posto di maglioni .
Valigie molto più vuote rispetto agli anni scorsi, poca roba ma da usare tutta per lasciare il posto ad eventuali tute arruffate in attesa di essere piegate…
Qualche sacco di plastica (quelli neri per l’immondizia) e un telo di plastica sottile, non si sa mai…

Piccola nota

Ho dato spazio all’indicazione delle condizioni meteorologiche vista la leggenda che vuole la Scozia come un paese piovoso; nel “diario” cercherò di inserire il più possibile le variazioni delle condizioni del tempo.
Posso anticipare che su undici giorni di permanenza non abbiamo mai dovuto mettere le tute antiacqua, e se sommassimo tutte le ore di pioggia vera che abbiamo preso…bhè sarebbero si e no meno di dieci, molto meno. Ogni tanto qualche goccia, a volte il drizzle scozzese (quella nebbia mista a sottile gocce di acqua), cielo a volte coperto ma avaro di acqua…e anche quasi tre giornate di sole favoloso e caldo.
Nelle Highlands poi, il cielo plumbeo riesce a regalare dei colori davvero unici che esaltano ancora di più i paesaggi .


Martedì 30 luglio - Si parte ! 

La sveglia inesorabile suona alle 4 del mattino. La moto già pronta in garage, carica.
Salto la colazione e mi preparo; la Giò è arrivata, anche lei pronta per partire.
Porto fuori la moto e la faccio scaldare, nel frattempo saluto i miei, che al solito si raccomandano di stare attenti, e partiamo.
Scendiamo verso Luino per proseguire costeggiando il lago, fino a Bellinzona dove prenderemo l’autostrada per Airolo. L’aria è fresca e lo scarso traffico ci fa filare veloci fino ai piedi del Gottardo. Solo verso l’ingresso del tunnel si materializza la coda di camion in attesa di passare il traforo. 
Noi preferiamo fare il passo, anche se più lungo e lento è senz’altro meno asfissiante e molto più tranquillo. 
Scendiamo subito dal lato opposto fino a Goschenen dove rientriamo in autostrada, costeggiando il lago dei Quattro Cantoni e passata Lucerna puntiamo su Basilea. Pochi chilometri e siamo al confine con la Francia, diretti verso Mulhouse. Ancora un tratto di autostrada e poi superstrada per raggiungere Epinal, dove sostiamo per il pranzo, e tagliando su strade secondarie, Vittel, nota stazione termale e famosa per la sua acqua minerale. Il primo tratto francese è in zona quasi montana, bei boschi di pini e aria fresca, la seconda parte, quella verso Vittel è più collinare, ma comunque piacevole. 
Per strade ancora più secondarie raggiungiamo St. Dizier dove ci fermeremo per la notte. Le zone attraversate sono quelle dei Vosgi e della Marna : bellissimi campi leggermente mossi coltivati a grano e granoturco, in cui spuntano gruppi di alberi. Una immensa scacchiera oro e verde, un bel colpo d’occhio.
Oggi il sole ci ha seguito in tutto il percorso, e anche prima di addormentarci sembra promettere bene; le previsioni danno possibili rovesci nel pomeriggio, ma a quell’ora dovremmo essere quasi arrivati a destinazione…o almeno lo spero !


Mercoledì 31 luglio - Verso il ferry…

Sveglia ad orario più decente e colazione vera. Tempo le 8 e 30 e stiamo partendo diretti verso Chalon-en-champagne e poco prima di Reims entriamo in autostrada fino a Calais e costeggiamo il mare verso il confine con il Belgio. 
Il cielo alla partenza sembrava volesse annunciare un diluvio, invece siamo riusciti ad evitarlo precedendolo lungo la strada; il sole, anche se velato, ha poi avuto la meglio sul resto del viaggio. Solo quasi giunti a Calais l’acqua ci ha rinfrescato le idee, ma all’ora di pranzo era pressochè finito tutto.
Alternando tratti di autostrada e superstrada, raggiungiamo Zeebrugge, porto da cui ci imbarcheremo per l’Inghilterra. 
Quasi giunti a destinazione comincio a sentire un rumore cattivo che mi preoccupa : arriva dal carterino del pignone…penso al peggio. Il fatto di avere la catena con soli 13 o 14 mila chilometri mi fa pensare di tutto; aiutato dal solito agente in moto, troviamo una piccola officina moto e verificato che la catena è di una lentezza incredibile, il timore di dover rinunciare alla partenza svanisce. Regolo la catena e appena parto l’assenza del rumore mi mette di buon umore.
Strano comunque, mai successo che dopo 1500 km. la catena fosse cosi’ molle…mi sa che durerà poco…comunque essendo a metà vita dovrebbe perlomeno tenere.
Guadagniamo il porto di imbarco e in brevissimo tempo ci danno istruzioni su biglietti, buoni pasto e ora di imbarco. Attendiamo in coda. Tra gli altri mezzi tre moto stradali targate inglesi nel piazzale. Poco dopo arrivano i tre proprietari delle moto, e uno dei tre attacca bottone chiedendoci da dove arriviamo e dove andiamo.
All’ora prevista saliamo sul traghetto. Osservo come legano le moto gli altri e poi procedo anch’io, con una tecnica personale che nonostante tutto non fa muovere la moto di un millimetro…
Portiamo le valigie e tutto il resto in cabina, ceniamo, e poi facciamo un giretto sui vari ponti, proprio nel momento in cui stiamo per salpare. Un caffè ad uno dei tanti bar, un giro al duty-free e ai negozietti e poi in cabina; doccia e a dormire.
La cabina, come prevedevo, è un poco piccola, ma riusciamo a gestire tutto al meglio e a viverci.


Giovedì 1 agosto - Arrivati !

La sveglia suona presto, sono le 6. Complice l’aver tirato indietro l’orologio di un’ora, siamo riusciti a farci comunque una bella dormita. Il salone dove facciamo colazione è ancora abbastanza vuoto e il buffet è da pranzo di matrimonio.
Osserviamo intanto fuori dalla finestra…il cielo è coperto e la zona portuale sembra non finire mai; sono ormai alcune mezz’ore che seguiamo le banchine del porto e non se ne vede mai la fine !
Appena possibile portiamo parte delle valigie vicino la moto e cominciamo a slegarla; prima di scendere con le ultime cose, diamo un’occhiata dal ponte esterno : il cielo è molto coperto, ma almeno non piove. Una nebbiolina all’orizzonte che a tratti copre la vista impensierisce la Giò : 
“ Sarà mica sempre così, qui ? vero ? ” “ No, vedrai che è solo il comitato di benvenuto, poi cambia tutto… ” ma non ne sono sicuro nemmeno io… !!
Quando tocca a noi scendere, il cielo ha deciso di scaricare un po’ di pioggia…ok, abbiamo fatto tombola !
Seguiamo le indicazioni per York, e poi per Darlington. Da qui in poi dobbiamo continuare per Carter Bar. In prossimità di Newton abbandoniamo la strada principale per perderci nella campagna inglese, che fino ad ora è rimasta coperta dalla nebbia. Il motivo della deviazione è per vedere un tratto del Vallo di Adriano, l’enorme muro costruito per segnare il confine dell’impero romano; del muro resta praticamente nulla, visto che nei secoli i sassi sono stati utilizzati per fare di tutto. Solo una parvenza di fossato indica il luogo dove sorgeva; ogni tanto qualche resto delle fondamenta di insediamenti. Ci fermiamo un uno spiazzo dove lasciamo la moto per incamminarci nel prato alla ricerca del tempio del dio Mitra, scoperto sotto il terreno. Lasciamo il posto e ci lanciamo verso Carter Bar.
La strada è davvero una favola : asfalto granuloso che offre un grip ottimo anche con l’acqua, traffico scarsissimo, segnaletica ottima e in dose adeguata (assolutamente assenti i cartelli pubblicitari che da noi crescono come funghi, e quelli stradali sono davvero esplicativi e precisi). 
E’ il paesaggio che la fa da padrone, l’uomo ancora non ha fatto scempi, o forse è più intelligente che negli altri stati…campi verdi, mucche, pecore…infonde uno stato di tranquillità e pace davvero uniche…viaggi con il sorriso stampato sulla faccia…quasi in estasi…
La nebbia ricompare a tratti, accompagnandoci fino al confine con la Scozia. Il disagio più grosso è che copre la visuale del paesaggio, non crea comunque problemi per la circolazione.
Carter Bar è un piccolo passo che posto sul confine, ci fa da porta per la Scozia : moto in posa e poi una bella foto vicino al masso che reca la scritta in stampatello “SCOTLAND”…nella foto è rimasta impressa anche la nebbiolina che ci circondava… 

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Ultimi chilometri prima di Jedburgh dove passeremo la notte, percorrendo strade in un andirivieni di saliscendi in boschi e prati; cerchiamo il B&B prenotato via rete e dopo aver lasciato tutto in camera andiamo a visitare l’abbazia. Jedburgh è una cittadina molto tranquilla, via principale su cui si staccano diverse viuzze laterali, una piazza centrale circondata dai negozi e il fiume che la divide dalla strada principale dove corre tutto il traffico.
Visitiamo l’abbazia, o meglio quello che ne resta, come tutte quelle che vedremo domani. Durante le numerose invasioni inglesi tutti gli edifici e le opere d’arte sono stati distrutti o portati via. Un vero peccato, perché le abbazie dovevano essere davvero splendide e maestose… 
Finita la visita cerchiamo un posto dove cenare, con un hamburger e patatine…praticamente onnipresenti. Nei giorni a venire cambieremo sicuramente dieta, il fegato ne sarà riconoscente ! Questa sera la fame e “l’inesperienza” ci hanno guidato nella scelta…
Domani si va ad Edimburgo.


Venerdì 2 agosto - Verso Edimburgo…

Colazione ricchissima nel salotto dannunziano. Sulla tavola c’è di tutto. Sulla televisione mi sa che quella è addirittura l’urna con le ceneri di qualcuno…
Saldiamo il conto e sotto una leggera pioggerellina, che i locali chiamano drizzle, ci dedichiamo al tour delle abbazie : Dryburgh, Melrose e Kelso.
La strada che unisce le abbazie è di campagna, non tanto come fondo quanto come paesaggio. Tranquille, poco traffico, belle colline verdi, fattorie…ogni tanto una lepre attraversa…il fondo sempre perfetto nonostante l’acqua concede qualche distrazione in più…bello…
Nel giro includiamo la visita a due castelli : quello di Greenknowe è una torre in parte distrutta, ma comunque accessibile posta su una collinetta, mentre la Smailholme Tower è un vero e proprio castello di cui integro resta solo la gigantesca struttura austera e massiccia della torre centrale, al cui interno si trova una piccola mostra sulla vita locale. La strada per arrivarci la sbagliamo due volte e solo dopo averla vista in lontananza, la raggiungiamo per intuito. 
Un improvviso acquazzone di una violenza inaudita ci coglie nel tragitto di trecento metri che ci separa dalla torre : inaspettato e battente. Arriviamo alla torre fradici, con il casco chiuso in testa, quando sulla porta smette di piovere ! Il tempo in Scozia è molto variabile…ora lo abbiamo accertato !
Raggiungiamo Kelso, dove prima di dare un’occhiata alla abbazia, pranziamo in un locale in centro; durante il tentativo di parcheggio una solerte poliziotta mi redarguisce per aver parcheggiato sul marciapiede. Non volevo essere incivile, ma mi sembrava troppo occupare un posto da auto con la moto, e visto il marciapiede larghissimo ne ho approfittato. I parcheggi per moto sono rarissimi. 
Puntiamo verso la costa, anche per avere modo di vedere la zona di St. Abbs Head . 
Misero proposito ! la strada è densa di traffico, anche pesante, ma è la nebbia (insieme all’acqua) che limita la visuale. Più in là di pochi metri dal nastro di asfalto non si vede nulla…
Pazienza, ci facciamo i circa 100 chilometri in più; intanto il rumore alla catena si ripresenta e quindi modero un pelo l’andatura. 
Affrontiamo la tangenziale (bypass) di Edimburgo e dopo aver superato l’uscita giusta (junction) torniamo indietro per recuperarla. Una volta usciti è bastato prendere per il centro e in brevissimo tempo ci troviamo davanti al B&B prenotato nel mese di aprile, solo un paio di indicazioni chieste ai passanti; tra i quali un distinto signore barbuto, che di tutta risposta alla mia domanda mi ha elargito la frase “Sono appena uscito dal pub e ho bevuto, ma la strada proprio non la conosco, mi spiace…” congedandosi molto dispiaciuto. Gli scozzesi sono gente davvero cordiale, simpatica e forte di spirito, unici.
Il B&B è davvero bello, molto curato. Ci viene data la chiave e tutte le indicazioni per raggiungere il centro…
Ci piazziamo in camera, sistemiamo al meglio tutto (ci fermeremo due notti), e dopo aver fatto la doccia andiamo in centro.
La via principale che parte dal castello, il Royal Mile, è tutto pedonale, affiancato da negozi, musei, locali e la gente è davvero tanta, complice il Military Tattoo e il Festival Fringe. Si potrebbe stare in giro tutta la notte di sicuro !
Da pensionati torniamo al B&B con l’autobus stando ben attenti alle fermate !


Sabato 3 agosto - Edimburgo è nostra…

Dopo la colazione decidiamo per due incombenze prioritarie : la prima è di portare i vestiti in lavanderia e la seconda di andare in ferramenta a comperare le chiavi per regolare la catena. Tre chiavi per la modica cifra di circa 30 Euro…mi do del coglione da solo…
Biglietto giornaliero dei bus e via verso il castello, che decidiamo di visitare autonomamente con la guida cartacea; la nebbia inesorabile ci toglie qualunque tipo di visuale sia sul castello che sulla città vista dal castello, ma non ci possiamo fare nulla. Se ne andrà solo a metà pomeriggio. In compenso dona ad Edimburgo una atmosfera particolare…
Con il passare delle ore la quantità di turisti aumenta e la scelta di fare la visita del castello sul presto, si rivela azzeccata. Ne approfittiamo e usciamo dalle mura, per cercare anche un posto a buon mercato dove mangiare; se la Scozia è cara, Edimburgo lo è ancora di più !
Edimburgo, la parte vecchia di essa, è costruita su una sorta di collina. Nel corso degli anni le continue invasioni e le non facili condizioni di vita nelle campagne, spinsero i popolani a cercare rifugio all’interno delle mure quantomeno per proteggersi da ladroni e invasori; fu così che il sottosuolo della città vide nascere delle vere e proprie città sotterranee, sprofondando anche di 17 livelli nel sottosuolo ! E’ chiaro che senza ricircolo di aria, luce e acqua le condizioni erano davvero spaventose…i livelli che ci sono stati mostrati contavano al loro interno addirittura ossari, negozi, laboratori, il tutto a suo tempo illuminato da lampade a petrolio o grasso animale…davvero incredibile…
Torniamo alla luce per completare la nostra passeggiata dirigendoci verso la parte bassa del Miglio, per andare a visitare un museo davvero imperdibile : quello dei giocattoli ! 
Il dopo cena è uno spasso, ad ogni angolo un artista si esibisce nel suo repertorio di evoluzioni o intrattenimento, mai riso così tanto…a malincuore ad una certa ora ritorniamo indietro, domani lasciamo Edimburgo.
Oggi, come ieri, ho più volte cercato di contattare Leo, un Lisstarolo della zona di Milano, che si trova anche lui in vacanza in Scozia. Anche lui ha il mio numero e la speranza è proprio quella di darci un puntello quantomeno per salutarci. Purtroppo per tutto oggi non ci sono riuscito… 


Domenica 4 agosto - E’ giusto per di qua ? 

Al solito, sveglia mattutina per caricare la moto e fare colazione; oggi e’ domenica e spero che almeno per uscire da Edimburgo ci sia poco traffico.
Decidiamo di prendere l’autostrada giusto per raggiungere ad ovest la città, anche perché in centro già da ieri stavano chiudendo parecchie vie per alcune parate del Military Tattoo.
Molto velocemente arriviamo alla nostra uscita, per proseguire in mezzo alle campagne ancora addormentate e velate dalla solita nebbia scozzese.
La prima tappa di oggi è la zona intorno a Rough Castle, dove si trovano ancora alcune tracce del Vallo di Antonino. Come per quello di Adriano, ci vuole davvero molta immaginazione : dopo aver preso un paio di stradine periferiche, grazie anche alle indicazioni di una anziana signora e dopo un tratto sterrato ci troviamo in un grande prato…al lato un avvallamento indica la zona in cui il possente muro era stato eretto e grazie ad alcune tavole illustrative, ci si rende conto dell’opera, ancora più grande di quella vista il primo giorno.
Lasciamo la zona puntando su Stirling, dove si trova un castello davvero importante : a tale castello vengono legate importanti leggende di Re Artù, simbolo della storia scozzese e non solo.
Guadagniamo il piazzale di accesso con un sole bellissimo; ci dedichiamo alla visita, passando da cortili interni a giardini freschi e tranquilli. Dalle mura di cinta si godono bellissime vedute sulla pianura sottostante e sullo sfondo a qualche chilometro di distanza si scorge l’imponente monumento a William Wallace, eroe nazionale scozzese, simbolo della libertà e indipendenza dall’Inghilterra. 
Stiamo per lasciare il piazzale, quando una nutrita banda in costume, con cornamuse e tamburi, si avvicina suonando…l’emozione è indescrivibile. Lasciamo tutto sulla moto e corriamo ad assistere a questa esibizione. 

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Partiamo alla volta della costa vicino a Saint Andrews 

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dove si trovano i resti della più grande abbazia di Scozia. Tutto il tratto di costa è impreziosito da numerosi paesini arroccati sulla scogliera, Elie, Pittenweem, Crail, che donano alla zona un’atmosfera d’altri tempi, paesi di pescatori e di sfide contro il mare.
Proprio durante uno di questi trasferimenti il cellulare suona : è Leo che finalmente sentiamo ! 
Il puntello è per stasera a Dunkeld, tappa di oggi.
Dopo aver visitato i resti dell’abbazia a Saint Andrews puntiamo verso Perth, attraversando l’interno della piccola penisola del Fife in cui ci troviamo. Mancano meno di trenta chilometri a Dunkeld, attraversando una piccola valle immersa nel verde, che ci fa riprendere fiato dopo il caldo patito oggi.
Scopriamo che Dunkeld non è altro che una piccola cittadina con quattro strade…meglio, così. Dopo aver chiesto in un paio di B&B in paese, decidiamo di uscire giusto un paio di chilometri, trovando un’ottima sistemazione in una casetta a due piani, dove la signora ci accoglie con una tazza di tè caldo. Siamo contenti della scelta, zona tranquilla, camera spaziosa e cifra giusta; abituati alle cifre di Edimburgo !
Non appena Leo chiama lo recupero in paese e lo accompagno nella ricerca di una camera per la notte. Ci diamo appuntamento per la cena, che vista la troppa tranquillità della zona, faremo a Pitlochry, una trentina di chilometri da qui. Le presentazioni ufficiali a tavola, cominciamo a chiacchierare. Prima di andare a dormire una birra all’unico pub di Dunkeld, in compagnia di un simpatico ragazzo abbastanza ebbro che con un “ are you going north? ” ci ha suggerito un luogo da non perdere assolutamente durante la nostra visita. Unico problema è che nemmeno lui lo trova sulla carta !
Noi analizziamo la strada di domani, la zona delle distillerie, mettendo giù un programma di massima per raggiungere, quasi, Inverness.
Appuntamento verso le 8 e 45 fuori dal B&B di Leo…buonanotte.


Lunedì 5 agosto - Castelli e Whisky

Dopo la colazione fatta finiamo di preparare la moto, salutiamo e andiamo in paese a recuperare Leo al B&B; lo aiuto a caricare la moto e partiamo verso la prima meta di oggi : Devil’s Elbow ! 
Il solo nome, gomito del diavolo, mi affascina e su consiglio di Alessandro lo abbiamo incluso nel nostro giro.
La maggior parte del tragitto è tutto su strade secondarie, una meraviglia. Prati bellissimi, il solito paesaggio bucolico che infonde pace, tranquillità e serenità. Quando poi la strada comincia a salire per raggiungere la cima del passo (stiamo parlando di 500-600 metri) gli alberi lasciano il posto a distese di erica bassa, con i fiori che variano dal quasi rosso al rosa pallido a seconda di come la luce li illumina, a intere colline sature di felci basse dalle mille tonalità di verde.
Bellissimo !
La strada solca le colline con un tracciato senza regole, curve e controcurve, tornantini, rettilinei e ogni tanto si sbuca in piccole vallette con tanto di laghetto; sembrano alpeggi svizzeri in mezzo alla Scozia, con la differenza di essere a 1500 metri in meno !
Scavalliamo il passo e ci fermiamo per guardarci intorno, fare una foto…e scendendo le soste saranno diverse per immortalare le cime delle montagne, il ruscello che scende, il ponte di sasso con le pecore che pascolano, la coppia di anziani che fanno il pic-nic con quell’aria tanto inglese…
Raggiungiamo la cittadina di Ballater dove ci fermiamo per salutare Leo che prosegue su un’altra strada; noi puntiamo su Stoneheaven per vedere il castello di Dunhottar. Ci diamo appuntamento per la sera a Rothes. Alla strada secondaria noi preferiamo quella ancora più secondaria, non prima di aver acquistato il pranzo e un tubetto di colla per aggiustare gli stivali !
Il castello è bellissimo : si trova su uno spuntone di roccia proteso sul mare, da cui si accede attraverso un sentiero che lo collega alla terraferma; tutto lo scoglio è ricoperto di erba verdissima, il fragore del mare che si infrange sulla scogliera e i gabbiani che volano nel cielo donano una atmosfera incantevole alla zona. Il castello è in parte diroccato, anche se la maggior parte della struttura è ancora ben in piedi. La deviazione è valsa davvero la pena !
Ripartiamo veloci per raggiungere la zona delle distillerie, lo Speyside. Grazie alla presenza del fiume Spey e alle proprietà della sua acqua, sono sorte in zona tantissime distillerie di whisky, dalle più note a quelle a produzione locale. Oggi la giornata è particolarmente calda, e il viaggio a tratti è davvero pesante. Giunti a Dufftown, capitale del whisky, ci meritiamo una sosta per prendere fiato e per una pausa ristoratrice; la signora del negozio dove ci siamo fermati conferma che l’unica in paese che permette visite, guidate oltretutto, è la Glennfiddich, appena fuori dal paese.
Arriviamo alla distilleria e incrociamo Leo che ha appena finito la visita. Non possiamo esimerci e quindi entriamo e all’accoglienza insieme ad altre due coppie di italiani, facciamo il giro guidati da una ragazza genovese che ci illustra metodo di lavoro, parte degli stabili, la loro funzione e soprattutto un assaggio alla fine del tour; che con il caldo fuori, non vi dico che bene possa fare !
Lasciamo la distilleria per raggiungere la cittadina dove pernotteremo e dove ci siamo dati appuntamento per la sera; il pallino sulla carta si rivela poco più di una manciata di case con una strada in mezzo ! Data l’ora proseguiamo un poco per raggiungere Elgin che dovrebbe essere più grande, con il proposito di fermarci in caso trovassimo un posto lungo la strada. 
Alla fine giungiamo in città, un poco caotica a dire il vero, e proviamo ad uscire per scovare un B&B più tranquillo ma nulla (unica volta del viaggio), ritornando quindi sui nostri passi e fermandoci il più possibile in periferia. Bella camera, con la doccia. Cominciamo subito a telefonare a Leo per dire dove siamo ma solo più tardi riusciremo a contattarci e a cambiare i nostri piani. 
La sera a cena in pub in centro con una superba grigliata di carne e una buona birra prima di ritornare a casa. Ottima conclusione della giornata, scambiandoci impressioni e pareri sul percorso di oggi. La Giò affamata ha divorato la grigliata al completo, evento eccezionale !


Martedì 6 agosto - Si va a nord !

Dopo colazione aspettiamo Leo fuori dal nostro B&B e ci dirigiamo verso Inverness, capitale delle Highlands. Dopo pochi chilometri un violento acquazzone ci coglie lungo la strada e cercando invano un posto riparato dove fermarci per coprire la borsa da serbatoio e forse mettere la tuta antiacqua, giungiamo alla periferia di Inverness. Ci fermiamo per fare benzina e giusto il tempo di ripartire, il cielo si apre in lontananza e la pioggia smette. Buon segno, anche perché la direzione che dobbiamo seguire è quella dove il cielo è più azzurro.
Questa mattina vogliamo vedere il Loch Ness, tanto inflazionato dal turismo, ma come si fa ad andare in Scozia e non vederlo ? Alessandro ci aveva detto di non andare, ma come possiamo esimerci dalla visita ? Ale, perdonaci, siamo deboli ! 
E quindi dopo una trentina di chilometri eccoci sulle sue sponde : ci fermiamo per una foto e ci salutiamo con una coppia modenese con due moto. Sono in viaggio di nozze e stanno tornando verso casa. Restiamo un poco straniti sul fatto che il loro viaggio a nord si sia limitato ad Inverness…e le Highlands ? 
Li salutiamo e proseguiamo per Drumnadrochit, “capitale” del Loch Ness, cittadina dove si trova il museo del lago e dove fuori dal paese i ruderi di un castello ( quello di Urquhart ) dominano la vista. Visitiamo il museo dove si illustra la storia del lago e del presunto mostro, prove, ricerche, miti e leggende. Molto turistico (c’è la coda alla biglietteria ) ma non togliamo la curiosità a chi vorrà andarci !
Lasciamo il Loch per arrivare a Dingwall dove in una panetteria facciamo scorta per il pranzo. Per andare a nord e immetterci sull’unica strada che percorre la costa scegliamo un percorso alternativo e deserto. Passata la cittadina di Bonar Bridge prendiamo la single track road (la prima del nostro giro) e puntiamo sul Loch Buidhe, primo vero loch delle nostre Highlands. Lasciate le ultime case ci perdiamo nella valle che ci guida al loch, in un panorama di prati poco rigogliosi e spazzati dal vento. 
I conigli e le lepri ci attraversano la strada improvvise e le frenate improvvise non si contano !
Giungiamo al loch popolato da cinque o sei pescatori e qualche escursionista, per il resto lo zero assoluto…foto di rito prima di scendere sulla strada principale che ci porterà a nord, riuscendo anche a scorgere un gruppo di cervi.
Costeggiamo il mare, con folate di vento freddo che ci sferzano e ci tengono attivi sulla moto ! Il traffico a tratti è davvero lento e ci concediamo qualche sorpasso veloce, ma inevitabilmente ci vediamo risuperare alla prima sosta per una foto assolutamente imperdibile.
Giungiamo a Wick dove abbiamo deciso di trascorrere la notte, in alternativa a Thurso. Sulla strada che porta a John o’Groats troviamo un B&B dove finalmente riusciamo a stare tutti e tre. Scarichiamo tutto e via verso John o’Groats, estremo orientale della Scozia, arrivo ideale del nostro girovagare. Strada diritta, quasi piatta, vento che spazza l’erba, nessun albero. Sembra di trovarsi in una landa deserta chissà dove…si riesce a vedere il mare tutto intorno, scuro e poco tranquillo. Qua e là case e fattorie testimoniano la presenza dell’uomo, a sfidare la natura che se già in estate è così, figuriamoci in inverno inoltrato !
Lungo la strada sono tantissimi i B&B a conduzione familiare, certo che la sera, vita zero…non ci dispiace la nostra sistemazione a Wick.
Raggiungiamo John o’Groats; mi riempio i polmoni dell’aria che tira, un sorriso mi compare in volto…anche questa volta siamo arrivati dove si voleva arrivare, un’altra meta raggiunta…
Ci siamo !
Parcheggiamo la moto e facciamo due passi nel parcheggio; entriamo nei due negozi per acquistare gli adesivi, le cartoline e qualcosa da mangiare. Ci guardiamo in giro e Leo se ne esce con un : 
“… e se mettiamo le moto sotto il cartello e ci facciamo fare la foto ?…” 
Notare che il cartello si trova in una piccola piazzola, sopra una breve rampa, ed è semi recintato da un basso steccato…non vorrei fare la figura dell’italiano…tempo zero le moto sono su, con noi sotto al cartello e abbiamo già trovato un volontario che scatta la foto. 

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Un’altra coppia ha osservato la scena, e il casco in mano la dice lunga su quale mezzo li porti in giro; il lui si allontana e ritorna poco dopo con la moto, la mette in posa mentre lei scatta la foto…come posso esimermi dall’offrirmi volontario e scattare la foto con tutte due sotto il cartello ! Ecco fatto, belli contenti ringraziano e ci salutiamo.
Dobbiamo andare nella baia vicino, dove partono i traghetti per le Orcadi; Leo vuole prenotare per il giorno dopo. Ci sono due strade e riusciamo a prendere quella sbagliata…quando raggiungo Leo che viaggia a 120 sul rettilineo e riesco a fermarlo tirandogli le pecore, voltiamo le moto e torniamo indietro…
Raggiungiamo di nuovo Wick per recarci in centro alla ricerca di un posto dove cenare. L’unico aperto è un bar, tavola calda, pasticceria, gelateria, tabaccaio… Il centro si è letteralmente svuotato.
Quasi al termine della cena, ci sorge il dubbio che la proprietaria sia italiana…non resta che chiederlo ! Scopriamo che la signora è italianissima, ma in Scozia da tre generazioni e il locale lo ha aperto il padre di suo suocero, come ci fa notare indicandoci il pavimento sulla porta di ingresso, dove la scritta “EST. 1857” non lascia dubbi…
La signora Cabretti parla un italiano-toscanizzato perfetto, nonostante sia nata in Scozia, abbia frequentato le scuole a Wick e sia appunto a Wick da tre generazioni ! Ci confessa che quando dovette andare a scuola all’età di cinque anni, non sapeva una parola di inglese…


Mercoledì 7 agosto - L’attesa svanisce, siamo nelle Highlands…

Questa mattina invogliato da Leo, faccio la prima colazione scozzese ! Uova, pancetta, salsiccia, pomodoro oltre al normale caffelatte, succo di arancia, toast con burro e marmellata… La Giò mi guarda incredula, ma posso assicurare che è fantastica !
Sproniamo Leo a partire, visto che un traghetto lo attende, e partiamo anche noi sotto un cielo plumbeo e qualche goccia di acqua, alla volta di Thurso; non prima di aver fatto un giro in moto per il paese e aver cercato invano i resti del castello di Old Wick, che si vedono in lontananza ma di cui non troviamo la strada di accesso…in compenso riusciamo a vedere il paese che si staglia sulla scogliera battuta dal vento e dal mare mosso.
La strada per Thurso è poco trafficata e nel giro di mezz’ora siamo a destinazione; da qui dovremo raggiungere Ullapool, sulla costa opposta, meta di oggi
La strada da qui in avanti sarà tutta in single track, lascio quindi immaginare quanta gente vi troveremo.
Il cielo è sempre coperto e a tratti l’acqua ci terrà compagnia, ma nonostante tutto c’è poca nebbia quindi buona visuale e soprattutto riusciamo a vedere il paesaggio. I prati sono verdissimi, popolati da mucche e pecore, niente più. In alcuni tratti si scorge la strada che si perde nelle colline delle Highlands senza una macchina a percorrerla, niente…unico…
Ogni tanto mi fermo, spengo la moto e la appoggio al laterale. Silenzio…solo il vento che soffia…uno scatto della macchina fotografica ad immortalare la Giò che balla canticchiando in mezzo al niente… 

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tento di allontanarmi nei prati ma affondo nel terreno zuppo di acqua, desisto e torno indietro. Abbasso gli occhi e una ranocchia grande come un’unghia salta spaventata scomparendo nell’erba…passa un’auto, salutiamo…solo il soffio del vento e l’erba che si piega al suo passaggio…
Nel tratto che precede Tongue si aprono viste magnifiche su spiagge di sabbia immerse nel verde dei prati, con un mare quasi azzurro, le nuvole basse passano veloci, qualche raggio di sole squarcia il cielo e le illumina… da non credere…
Propongo alla Giò due alternative : o seguire di nuovo la costa oppure addentrarci nell’interno per raggiungere la costa opposta, costeggiare il Loch Shin e risalire un pezzo per vedere un tratto di costa dove raggiungere alcuni paesi sul mare prima di ridiscendere verso Ullapool. I chilometri non spaventano la Giò e quindi svoltiamo per prendere la strada più lunga : puntiamo su Altnaharra, un pugno di case in mezzo alle Highlands. Inutile dire che avremo incrociato meno di dieci auto in 30 chilometri !
Vista l’ora decidiamo di raggiungere Lairg il paese più grande sul Loch Shin dove far benzina e mangiare; il cielo si sta aprendo… bene !
Su indicazioni della signora al distributore ci fermiamo ad un centro accoglienza visitatori, dotato di giochi per bambini all’esterno, mentre all’interno ci sono una piccola caffetteria con saletta dove sedere e prodotti, guide e libri in vendita, tutte le informazioni turistiche possibili sulla zona, una esposizione dei luoghi del circondario. Ragazzi, che bello ! Ci prendiamo qualcosa di caldo e ci riposiamo un poco. Davvero un’ottima iniziativa.
Decidiamo di cercare dove mangiare, e scoviamo un piccolo supermercato dove acquisteremo pane e companatico per oggi, sedendoci sul muretto fuori a consumare. E non siamo gli unici ad apprezzare questa soluzione dato che anche un’altra coppia con un CBR si ferma; inevitabili due chiacchiere : sono di Glasgow e le domande le solite. Li lasciamo al loro pranzo e puntiamo verso la costa, affiancando il Loch, con belle viste sulle cime delle basse montagne che lo cingono. Il tratto che ne delimita la fine verso Kinloch sembra una cartolina di un paesaggio canadese.
Al bivio sulla strada principale prendiamo a destra risalendo al contrario la costa per andare a vedere Badcall, Kinlochbervie, Oldshoremore manciate di case che distano tra loro poche miglia, solo alcune creste a dividerle. Il vento soffia forte tanto da aver fatto crescere alcune piante con i rami tutti voltati verso un’unica direzione ! chissà in inverno !

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Il cielo si è quasi liberato dal grigio cupo delle nuvole cariche di acqua e la stanchezza comincia a farsi sentire; l’ultimo tratto che ci manca per arrivare ad Ullapool 

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sembra non finire mai, quando ad un tratto in fondo ad una discesa dietro ad una curva appare la piccola cittadina adagiata in un pianoro, tutta raccolta intorno al porto. Cerchiamo sul corto lungomare e tutti i B&B sono pieni, ma basta superare l’incrocio da cui siamo giunti che in una bella casa con vista sulla piccola baia troviamo una camera. Ceneremo in un pub affollatissimo.
Dopo cena voglio proprio andare al porto…ho già notato che molta gente affollava la banchina, ma non ne capisco il motivo. Aspettiamo un poco e una grossa sagoma grigia rompe il pelo dell’acqua ! sono incerto tra un delfino e una foca…e dopo un’attimo eccola di nuovo. Sono un gruppetto di foche che giunte dalla vicina colonia su una delle isole disabitate vicino, attirano l’attenzione di tutti. E come non farlo ? quando mai si sono viste delle foche nel porto a meno di cinque, sei metri ? Hanno capito che sono loro l’attrattiva e si rincorrono in acqua, mangiando il pesce che i bambini tirano loro ! E sono davvero tante, le più timide stanno all’imboccatura del porto ma le altre sono lì a farsi fotografare ! 


Giovedì 8 agosto - Western Ross ed isola di Skye. 

Dalla finestra della sala dove facciamo colazione si gode il panorama sulla piccola baia e la signora si rileva un’ottima padrona di casa, offrendoci una colazione davvero superba.
Ci congediamo satolli e partiamo alla volta del Western Ross, piccola penisola interamente parco naturale.
Tutta la strada è panoramica e in single track, una libidine già solo per quest’ultimo motivo. Passiamo piccoli paesi tranquilli. In effetti il panorama è davvero il protagonista incontrastato di questo percorso…
Raggiungiamo Kyle of Lochalsh, ultimo paese prima di trasferirci sull’isola di Skye; il cielo sereno anche se non caldissimo ci regala una giornata asciutta e panorami fantastici.
A Kyle pranziamo in riva al mare, su un piccolo belvedere nella zona del porto, concedendoci un caffè alla caffetteria appena dietro. 
Approfittiamo della toilette pubblica per quello che si deve, e paghiamo i 20 pence richiestici per l’uso. La cosa suona strana, ed infatti parecchia gente rinuncia ad usarle, ma appena dentro capisco il perchè del “biglietto” : le pareti sono tappezzate con bandiere, foto, articoli di giornale, bottiglie di whisky e birra…sono allibito ! Uscendo noto i premi ricevuti dalla toilette in questione : è da anni che viene premiata come la migliore toilette pubblica scozzese ! da non credere…chiedo il permesso al custode e rientro a fare delle foto…la Giò mi dice che quello delle signore è addirittura dannunziano… incredibile !
Percorriamo la strada principale che porta a nord, seguendo la costa orientale, fino a raggiungere Portree, capitale dell’isola. Parcheggiamo la moto nella piazza del centro e con una breve passeggiata scendiamo al porto, angolo caratteristico di vita d’altri tempi. Le due file di case colorate che si affacciano sul vecchio molo sono davvero carine, dipinte in diversi colori pastello come in una fiaba.
Riguadagnata la moto ci dirigiamo verso la punta estrema dell’isola, Kilmaluag. Mi rendo conto che qualcosa non quadra…i chilometri fatti fino ad ora sono quelli che a casa avevo previsto di fare fino a questa sera. Una guardata attenta e scrupolosa alla cartina e mi accorgo che qualche errore di valutazione l’ho fatto ! Questo ci costringe a ridimensionare il giro dell’isola, tralasciando la parte occidentale e purtroppo alcuni paesi che avevo segnato…oltretutto le strade previste sono in single track, quindi il viaggio risulterebbe molto lungo.
La strada che ci accompagna a Kilmaluag, è fantastica : corre alta sulla scogliera regalando vedute mozzafiato sulle vicine isole e sul mare sotto di noi; al contempo la dorsale che ne caratterizza l’interno domina l’interno con il massiccio dell’ Old Man of Storr, un enorme dito di pietra che si erge solitario proprio come un vecchio uomo. Ci si para davanti, con la cima fra nuvole grigie, spuntando dal prato verde scuro ai suoi piedi…la vista di un falco appollaiato sulla staccionata ai bordi della strada infonde un non so che di mistico.
Compiamo il giro della punta e ci dirigiamo nuovamente su Portree ma dall’altro lato, non senza qualche fuori programma come il gregge di pecore che ci viene incontro lungo la strada costringendo a fermarci, le prime mucche delle Highlands al pascolo, i bellissimi arieti dalle corna ricurve che brucano il prato.
Passata Portree, corriamo verso Kyle ripassando sul ponte dell’andata per andare a fotografare il castello di Eilean Donan prima che faccia troppo buio. Lo raggiungiamo con una luce non eccezionale, ma qualche foto la facciamo lo stesso. Il castello si trova a qualche decina di metri 
dalla sponda immerso in una insenatura del mare, e lo si raggiunge grazie ad un corto ponte in pietra che lo lega alla terraferma.
Mancano ancora una sessantina di chilometri alla meta prevista, quindi partiamo di gran lena; la strada ben tenuta, manco a dirlo, ci fa viaggiare veloci e giusto in qualche punto siamo frenati da qualche bus o camion. Raggiungiamo Invergarry che sulla carta appare come un pallino di discrete dimensioni; in realtà per l’ennesima volta si rivela una manciata di case. All’ingresso del paese avvistiamo un B&B ed un hotel divisi fra loro da un altro locale. Facciamo una veloce perlustrazione ma sembra che ci sia poco altro, tornando al B&B visto prima. La casetta piace subito alla Giò che la paragona a quella delle fiabe…immersa nel bosco, tanti fiori colorati in giardino, qualche statua in gesso…compare sulla porta la fata, ehm…l’anziana signora che ci invita a vedere la camera. Tutto in ordine e decidiamo di fermarci.
Scarichiamo i bagagli e la signora ci indica il pub dell’hotel dove si mangia bene e a cifra adeguata; ci facciamo compagnia con una coppia di toscani in auto, che stanno salendo verso nord. Quattro chiacchiere e qualche scambio di informazioni sulle strade e i luoghi visti. 
Salutiamo e andiamo a casa a goderci il riposo per la giornata passata al galoppo…


Venerdì 9 agosto - L’isola di Mull.

Dopo la colazione nella casetta nel bosco ed una foto con gli anziani proprietari, ripartiamo alla volta dell’isola di Mull.
L’itinerario iniziale si vede ridurre un poco; l’esperienza sulle single track dei giorni scorsi e l’inaspettato aumento di traffico consiglia sul chilometraggio da tenere; dobbiamo anche usare tre ferry per tagliare in alcune parti che altrimenti ci costringerebbero a vere gimkane chilometriche.
Puntiamo quindi su Fort William, paesone alle pendici del monte Ben Nevis, nota e rinomata stazione sciistica scozzese; l’aria che vi si respira è tipica delle zone sciistiche in estate : grandi alberghi e innumerevoli strutture turistiche, e l’aria di neve anche se non ce n’è !
A dire il vero tutta la zona circostante è un parco naturale in cui è possibile fare passeggiate, escursioni e sport correlati, ma il poco tempo a nostra disposizione limita nelle scelte.
Lasciamo Fort William per dirigerci verso Keppanach ove un breve passaggio sul traghetto ci attende; in realtà si tratta di una traversata di cinque minuti a bordo di un traghetto a banana.
Il bigliettaio passa a riscuotere il dovuto e quando tocca a noi scendere, ci salutano tutti con un’energico sventolio di mani…troppo simpatici !
La strada dopo lo sbarco è segnata in giallo sulla carta, ed infatti la carreggiata è più stretta e il traffico molto meno di prima. Il primo tratto corre in piano fra case e fattorie sparpagliate in giro nei prati battuti dal vento; la giornata è bella e il cielo terso, solo un pò di vento che muove i lunghi fili di erba.
Al primo bivio ci troviamo su una single track, solo noi. Corriamo su per le colline così tanto diverse da quelle delle Highlands; qua i massi affiorano irregolari dal terreno e le curve assomigliano più a tornanti, così diverso dal dolce profilo delle Highlands.
Giunti in cima, scendiamo verso la baia di Lochaline dove ci attende un altro traghetto, che ci porterà verso l’isola di Mull. Anche qui poche persone ad attendere e nessun bigliettaio in giro.
Saliti sul traghetto è una ragazza che si occupa di ritirare i soldi è giovane ed è anche carina; forse per consolare del prezzo di quasi 12 sterline !
La traversata è rettilinea e con poco da vedere; giungiamo in un luogo senza nome ne case, la baia di Fishnish; guadagniamo la strada principale e puntiamo su Tobermorry, la capitale dell’isola.
Dalle foto viste, assomiglia molto a Portree sull’isola di Skye…
Giungiamo a Tobermorry per l’ora di pranzo e ci sfamiamo acquistando nella panetteria che prepara dei gustosi roll farciti con carne e verdure…da provare ! Una passeggiata a piedi lungo il molo, dove si allineano le case colorate dei pescatori, molto più bello di Portree, All’unico distributore faccio il pieno, e scambio due parole con due ragazzi superati poco prima di arrivare in paese : anche loro sono di Glasgow, a meno di duecento chilometri da qui.
Abbiamo ancora due castelli da fotografare, e tanta strada da fare…decidiamo di prendere il ferry su 
Oban per guadagnare tempo. Raggiungiamo Craignure e un traghetto è già lì . Di corsa a cercare di fare il biglietto per un’altra breve traversata. Breve ma non economica, 26 sterline per quarantacinque minuti di traversata…la moto viene anche legata. Decidiamo per un caffè al ponte di sopra dove i due centauri locali non possono esimersi dal salutarci e chiederci come va l’Africa Twin…specifico che è una Transalp e comunque lo rassicuro sulla fedeltà del cavallo. La Raptor di uno dei due la incroceremo ancora prima di sera…
Sbarchiamo ad Oban e facciamo un veloce giro in centro; la cittadina è molto animata e il traffico quasi impegnativo : facciamo la coda ad un semaforo, per la prima volta !
Usciamo in direzione del castello Stalker, posto su uno scoglio in mezzo ad una baia. La bassa marea toglie un po’ di magia, ma le foto risulteranno comunque belle. Ripercorriamo di nuovo la strada di prima e giunti in centro riusciamo a trovare una strada secondaria per continuare il viaggio. La strada si snoda in mezzo ai prati dove ci sono solo mucche…giusto ogni tanto una piccola fattoria, ma nulla di più. 
Ad un tratto una piccola mandria di mucche pelose attira la mia attenzione : mi piacciono un sacco e vederle così in mezzo al prato libere mi mette tenerezza…quindi sosta e qualche foto…giusto il tempo per accorgermi del vitello a dieci metri da me, che bruca l’erba…mi avvicino con molta calma : è davvero bellissimo ! Mi arriva si e no a mezzo busto, la testa è grande quanto un serbatoio da raid africano, i lunghi peli biondi che gli danno un’aria da scapestrato, lui che mi guarda con aria stranita… 

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starei li tutto il giorno. Cerchiamo di dargli un biscotto che abbiamo nel bauletto ma non lo vuole… Giò te lo avevo detto che facevano schifo…non comperate biscotti allo zenzero !
A malincuore ripartiamo alla volta di Taynnuilt per riprendere la strada principale e dirigerci sul Loch Awe dove il castello Stalker, quello del film Highlander, ci attende per una foto. 

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Più volte incontriamo il ragazzo della Raptor che è facilmente riconoscibile . immaginate di vedere il nostro Ruggi su una Raptor… esatto, ginocchia in fuori e busto diritto ! lo vedi a centinaia di metri di distanza che è lui ! Inevitabile un saluto !
Il castello Stalker è posto su un’isola a pochi metri dall’estremità superiore del Loch Awe; per raggiungerlo si deve prendere un battellotto. 
Ultima tirata di circa 25 chilometri su Inveraray. Cerchiamo prima di tutto un letto per la notte, e nell’unico posto ancora libero non discutiamo e ce lo accaparriamo. Qualche moto svizzera nel parcheggio, targata Vallese .
Il paese ha ben poco da offrire, e nemmeno granchè di turistico. Girando in centro, lungo si e no qualche cento metri, optiamo per cenare in un locale con self-service e fish&chips . 
E ci troviamo ancora la Raptor rossa parcheggiata.
Al momento di ordinare, la cameriera ci chiede se siamo italiani; alla nostra risposta affermativa ci manda una ragazza italiana.
Al momento di partire mi accorgo che non ho le chiavi della moto…PANICO ! Conoscendomi metodico non credo di averle lasciate sulla moto, ma esco a vedere…mi trovo con la Raptor parcheggiata a fianco e il ragazzo che mi dice : “…hai lasciato le chiavi…” . 
Me le aveva infilate tra la leva e la vaschetta del freno anteriore, ed era tentato di portarle alla polizia, ma ha aspettato per vedere se arrivavamo. Lo ringrazio, e mi conferma che c’era il quadro acceso e le luci accese. 
“ Le luci accese ? ” domando…lui me lo ridice e quasi svengo…CAZZO. Tento un avviamento ma la batteria è pressochè morta.
Gli chiedo una spinta e la facciamo partire. Rientro nel locale, dove la Giò sta parlando con la cameriera e gli spiego l’accaduto; lei si ferma lì volentieri e vado a farmi un giro per caricare la batteria. Mi intrattengo ancora con il mio salvatore, ma nell’ansia della situazione non gli ho nemmeno offerto da bere…avrà pensato che sono un cafone e non un motociclista ...; 
Ho comunque scoperto che anche lui è di Glasgow e mi spiega che data la vicinanza durante i WE sono molti i motard che percorrono lo zone per stiracchiare la moto.
Chiude la tuta e si appresta a partire verso casa, dove la piccola bimba di pochi anni lo aspetta; “ Quindi hai anche una moglie ? ” “ Ah, si anche quella ! ” scoppiamo a ridere di nuovo…
Faccio una cinquantina di chilometri intorno al lago, e poi passo a recuperare la Giò; facciamo ancora una cinquantina di chilometri dall’altra parte del lago per caricare ulteriormente la batteria.
Guadagniamo il letto per caricare le nostre di batterie…il fuori programma di altri cento chilometri non ha giovato granchè sul fisico !


Sabato 10 agosto - Troppo traffico per i miei gusti…

Un bel sole ci sveglia, l’aria frizzante, cielo azzurro…dopo colazione recupero la moto che parte subito (meno male) e la porto giù per caricarla. Oggi viaggerò tutto il giorno con le luci spente così si caricherà per bene la batteria.
Ci troviamo nella zona del Loch Lomond, una sorta di Lake district scozzese. Il paesaggio è stupendo. Qua e la canali con piccole barche che ne solcano le acque. Belle viste su alcune isolette lacustri. Le Highlands si allontanano sempre di più, comincio ad averne nostalgia. Mi tornano in mente i due sposini incontrati sul Loch Ness che tornavano indietro…le Highlands iniziano ad Inverness, che infatti ne è la porta di ingresso. Prima non ci sono ! Ricordatelo per futuri programmi…
Con il passare delle ore il traffico aumenta; ci stiamo avvicinando alla periferia di Glasgow e si vede. Molto traffico, a tratti caotico e panorama che va via via degradando e prendendo sempre più i caratteri di zone industriali e portuali…quanta nostalgia…
Tralasciamo la grande città per passare lungo la costa, puntando a sud. Largs, Ardrossan, Irvine, Ayr sono alcuni dei grandi paesi che incrociamo lungo la nostra discesa : hanno quell’aria di stabilimento balneare che affiora nei miei ricordi di adolescente quando passavo l’estate in vacanza-studio nei paesi della Manica. Hanno quell’aria tipicamente inglese che se anche ti ci mettessero trasportandoti li all’improvviso, riconosceresti al primo colpo…
Passiamo da Maybole per vedere i resti del castello Dunure, in riva al mare, immerso in un piccolo parco giochi per bambini con panchine e tavolini.
A Girvan lasciamo finalmente la strada principale costiera per quella secondaria che taglia all’interno. Ritroviamo la pace solcando le strade tranquille che attraversano le colline del South Galloway, fino a giungere a Newton Stewart, che doveva essere la meta di oggi. Siamo un pò stufi e delusi del panorama, il nord ci ha fatto raggiungere il massimo e ora siamo in netta discesa; tanto da decidere di proseguire il più possibile per dedicare la giornata di domani alla visita di York e della sua imponente chiesa.
Triangoliamo il percorso per New Galloway, passando per una sorta di parco naturale, privo di abitazioni e con belle strade immerse nel nulla.
Giù verso Castle Douglas e poi verso New Abbay per vedere i resti della abbazia di Sweetheart, fatta di mattoni rossi e di cui restano integre le pareti laterali e la facciata con le forme gotiche dei suoi finestroni.
Dumfries dista ormai una decina di chilometri e l’ora è quella giusta per cominciare a cercare un tetto per la notte. Troviamo una sistemazione sulla strada che esce dal paese nella direzione per domani, e siccome non ne abbiamo viste molte altre, ci fermiamo.
Andremo a cenare in centro, in un pub abbastanza tranquillo. L’unica cameriera del locale è carina e simpatica e al momento di uscire ci saluta con un “arrivederci” in italiano inglesizzato.
Parcheggiando la moto prima di cena freno allegro con il solo freno dietro e… rumoraccio ! Osservo con attenzione e scopro che le pastiglie sono un ricordo ! 
Da oggi in poi i freni dietro saranno tabù.


Domenica 11 agosto - Il ferry ci attende, purtroppo per il ritorno…

Ci svegliamo un quarto d’ora prima del solito; oggi vogliamo fare in fretta per arrivare a York e dedicare un po’ di tempo alla visita del duomo e della città; il traffico caotico e la pianura non ci hanno entusiasmato ieri e poi preferisco avvicinarmi il più possibile ad Hull così da stare tranquilli…
Le previsioni meteo per oggi hanno dato cielo coperto con piogge nel tardo pomeriggio. Il cielo al momento non e’ male, speriamo che le previsioni si siano sbagliate !
Oggi è domenica e l’ora ci favorisce nel muoverci lungo la strada, che porta verso Carlisle. Prima tappa è Gretna Green, antico confine scozzese, che grazie ad una certa autonomia legislativa aveva il privilegio di officiare matrimoni senza troppe formalità; ora resta l’antico edificio in cui si officiavano i matrimoni e il discendente del primo officiante, che altro non era che il maniscalco del paese, il quale tiene in vita questa antica usanza, un po’ in modo scherzoso e un po’ seriamente.
Ci mettiamo in autostrada e aggiriamo Carlisle, seguendo le indicazioni per York, con il cielo che in parte si sta guastando; riusciamo ad evitare i nuvoloni neri, qualche goccia di acqua ogni tanto ci colpisce lo stesso. Verso le undici raggiungiamo la periferia di York, e basta seguire le indicazioni per il centro prima e per il Minster dopo e ci ritroviamo a parcheggiare la moto nella via di fronte al duomo. 

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Ci dedichiamo alla visita del duomo e ad una bella passeggiata per il centro. Basta svoltare in una viuzza in mezzo alle case in sasso per ritrovarsi immersi in una folla di persone…tantissima gente in giro per le vie e piazze del centro pedonale, c’è il mercato, suonatori di strada…una bella atmosfera. Ci perdiamo per diverse ore in giro anche noi, immersi in questa animata bolgia, a fare i turisti .
Alle due e mezza ripartiamo alla volta di Hull. Arrivati al porto in brevissimo tempo facciamo il check-in e ci mettiamo in coda per salire alle 4 e 30. La sorpresa è che il traghetto è pieno solo per un terzo circa e ci viene assegnata una cabina molto più bella e spaziosa di quella che abbiamo pagato ! Conoscendo il movimento, ci concediamo una bella doccia e poi in giro per la nave : una birra, un tè, una fetta di torta…giusto per spendere quelle due sterline che ancora ci sono rimaste, arriviamo a fare quasi una seconda cena !
Assistiamo alla partenza del ferry e salutiamo l’Inghilterra che ci ha ospitato per undici giorni, con un filo di malinconia per le bellissime Highlands e per la cordialità della gente…
Ci ritiriamo in fretta, perché forse domani…


Lunedì 12 agosto - Sulla terraferma ! 

Sveglia presto…ci vestiamo e via a fare colazione; colazione davvero super questa volta. Visto che lo stomaco regge bene alle colazioni scozzesi …
8 e 30 puntuali scendiamo dalla nave e la prima cosa da fare è andare al negozio Honda visto all’andata per acquistare una confezione di olio. Trovandolo chiuso ci mettiamo in autostrada con la promessa di una sosta appena vedo un negozio od officina. 
Autostrada direzione Bruxelles, il cielo coperto e in procinto di scaricare acqua, una guida tutt’altro che fluida quella dei belgi e il traffico caotico; mi metto a 100 all’ora visto che l’astina segnava il minimo di olio e non voglio correre di più. Dopo pochi chilometri però, stufo di andare meno dei camion mi fermo alla prima stazione di servizio e oltre alla benzina trovo olio per moto : dentro mezzo chilo e via a 130 ! finalmente si viaggia !
Anche qui sembra che il tempo non sia dei migliori, e come dice Michiel, che ci abita in Belgio, piove sempre ! Ogni tanto un bel acquazzone, pochi chilometri e addirittura il sole si rimette a splendere…mha ! Ma siamo sicuri di aver lasciato la Scozia ?
A proposito di Michiel, Bruxelles è ormai superata e debbo stare attento a trovare l’uscita giusta per passare a salutarlo.
Le indicazioni che mi ha mandato per mail si rivelano precise al metro ! Dopo quattro incroci ci troviamo davanti alla sua casetta bianca e azzurra.
Mentre scendiamo dalla moto mi accorgo di una busta appesa alla porta con bene in grande la scritta “ X Luca “…abbasso lo sguardo e nell’angolo della soglia un termos di caffè, due tazze e lo zucchero ! Scoppiamo a ridere… a casa non c’è nessuno e lasciamo il nostro regalo nella cassetta della posta, e ci ributtiamo in autostrada alla volta del confine con il Lussemburgo.
Il paesaggio è abbastanza monotono, piatto e con ben pochi spunti per perdersi con lo sguardo. Solo nel tratto al confine con il Lussemburgo la strada compie qualche movimento verticale, seguendo il profilo delle basse colline che ci troviamo a percorrere, a tratti immersi in folti gruppi di alberi che grazie alla luce particolare assumono mille tonalità di verde.
Ci fermiamo per fare una sosta, quasi in prossimità di Strasburgo, dando un’occhiata alla carta e l’altra all’orologio la Giò butta lì la proposta di proseguire fino a casa. In realtà ci eravamo dati come meta per oggi proprio la città francese, ma non pensavamo nemmeno di fare così in fretta ad arrivarci, oltretutto siamo anche abbastanza riposati. Accetto di buon grado e seguendo le indicazioni per la Germania, attraversando Strasburgo. Pochi chilometri di statale e rientriamo in autostrada alla volta di Friburgo e Basilea. L’ultima parte prima del confine con la Svizzera è piacevolmente mosso dalle colline intorno, boschi verdi e campi coltivati, pascoli e poche abitazioni : ci troviamo infatti nella zona della Foresta Nera; peccato non poter divagare per perdersi nelle stradine secondarie che la solcano, sarà per un’altra volta…meta per un viaggio futuro. Superiamo abbastanza speditamente tutto il tratto che ci separa da Lucerna e sbuchiamo sul lago dei quattro cantoni. Il cielo intanto si è nuovamente fatto grigio e ci elargisce un pò di pioggia, quasi gradita vista la calura sofferta nel tratto precedente. I pochi raggi che filtrano dalle nuvole ci regalano un bellissimo arcobaleno che parte dai prati ai bordi del lago e sale fino alle cime delle montagne intorno…un cielo azzurrissimo sopra le nuvole…una vista stupenda, da cartolina !
All’area di servizio prima del Gottardo ci fermiamo per fare benzina, mangiare qualcosa e coprirci per bene. La temperatura è scesa di un buon dieci gradi, complice la pioggia, e affrontare il passo del Gottardo solo con la maglietta mi sembra azzardato; tanto più che nella lettera che Michiel mi ha lasciato sulla porta mi informa che sulle Alpi ha nevicato !
La nostra allergia alle gallerie ci fa mettere la freccia all’uscita di Goscehenen, mentre la catena ha cominciato di nuovo a fare rumore per cui adeguo l’andatura, ma a metà salita non ne posso più e mi fermo a tirarla ! Dalle nuvole bianche che si muovono veloci sbucano qua e là le cime delle montagne e con estremo stupore le vediamo innevate…meritano una foto, l’ultima del rullino.
Il piazzale del passo è quasi deserto ed immersi nelle nuvole scendiamo dalla Tremola, solo con i freni davanti e tanto freno motore.
La temperatura sale leggermente e anche la visibilità migliora notevolmente per ritornare normale all’ingresso dell’autostrada ad Airolo, da dove accompagnati dall’imbrunire affrontiamo gli ultimi 130 chilometri della giornata.
Uscita di Lugano Nord e le strade di sempre, fatte ad andatura tranquilla non tanto per la stanchezza o il traffico, ma per la catena che rumoreggia di nuovo, mannaggia a lei !
Alle 9 e 30 scarse siamo a casa della Giò dove i suoi ci accolgono felici di rivederci dopo due settimane; poco dopo stessa situazione a casa mia. 
Oggi abbiamo macinato oltre mille chilometri, attraversato Belgio, Lussemburgo, Francia, Germania, Svizzera…abbiamo tante cose da raccontare, ansiosi di vedere le fotografie fatte. 
Vacanze finite e domani si torna alla quasi normalità…


Luca e Giò, Luino (VA).