ITT 2001 - Stuart Stavropol

Autore: Stuart Stavropol alias Stiui

Periodo: 21-30 maggio 2001

Partecipanti: Stuart Stavropol su Honda Transalp XL600V 1992

Dopo aver segnato anticipatamente come ferie il periodo dal 21-5 al 30-5, sicuro di non essere l'unico transalpista italiano intenzionato a partecipare all'ITT, comincio a notare che si parla di tanti incontri e raduni, ma neanche un cenno di qualcuno che vuole fare come me.
Vorrà dire che i transalpisti italiani saranno rappresentati da uno che si chiama Stuart, più italiano di così!
Riesco a ridurre il bagaglio al solo bauletto, suscitando non poche perplessità da parte di mia madre; fatto sta che molto semplicemente mi porto l'essenziale per rimanere pulito e coperto in ogni condizione per 10 giorni, tanto sarò sempre in sella, mica mi devo presentare a qualche cerimonia!
Gli spostamenti sono così suddivisi: Milano>Titisee>Frankfurt>Hannover>Augustfehn-Holtgast (ITT per 2 giorni) e ritorno in senso inverso. Nelle tappe intermedie dormirò negli ostelli che ho già prenotato via internet, almeno c'è sempre un letto che mi aspetta con qualsiasi tempo che si presenti. 


1° giorno

Finalmente è arrivato il 21 Maggio e tutte le mie ansie pre-viaggio spariscono nell'entusiasmo di partire.
La prima tappa di oggi è Titisee, un paesino nella Germania meridionale circondato dalla favolosa Foresta nera, così chiamata perché talmente fitta da non far passare la luce del sole. Mah, lo vedremo!
Parto da Milano intorno alle 10:30 e prendo l'autolaghi verso Como, il tempo è nuvoloso, quasi incline alla pioggia."Andiamo bene!", penso io," manco sono nel paese del maltempo che già ne prendo subito un assaggio!"
Entro in Svizzera da Chiasso, dove mi fermo prima della dogana per comprare il bollino dell'autostrada: 51000 Lit.! Va bhé, vorrà dire che in questo paese ci passerò spesso quest'anno!
Dopo la dogana faccio subito il pieno(per poterlo fare ci sono arrivato coi vapori della benzina!) e proseguo per Lugano e Bellinzona. Mentre percorro questo primo tratto di Svizzera comincio a pensare che magari è meglio stare attenti ai limiti di velocità (devo far fare bella figura ai motociclisti italiani e soprattutto ai LISSTAioli visto che espongo gli adesivi!!) e che avrei voglia di vedere qualche motociclista locale, così, per vedere un po' come guidano loro.
Dopo tanti camion, furgoni e auto, passo Bellinzona e raggiungo due "Biker" un po' "datati"con delle custom che comunque mi fanno una gran simpatia, mi accodo a loro per un bel po' di km, per poi scambiare saluti, colpi di clacson e auguri poco prima della galleria del S.Gottardo.
I "biker" svizzeri comunque hanno guidato con andatura molto tranquilla e ligia ai limiti.
Quando sono entrato nella galleria del S.Gottardo non sapevo a cosa andavo incontro: a poco a poco comincio a sentire sempre più caldo, l'aria si fa densa e puzzolente, comincio a preoccuparmi (vedi Traforo del Monte Bianco!).
Vedo però che altro non è che un problema di cattiva aerazione, talmente cattiva che lo smog si vede coi fari come con la nebbia!
Comincio ad avere come una sensazione di assopimento a causa di questo smog e anche per il caldo da esso procurato (secondo me circa 25°almeno) e per questo mi concentro per tenermi sveglio e mi dico: "maledetti svizzeri! Mi volete veder morto!".
Finalmente il S.Gottardo termina la sua tortura da camera a gas ed esco alla luce, mi convinco che al ritorno non ci devo passare assolutamente!
Ormai sono in piena Svizzera e non posso fare a meno di ammirare i paesaggi alpini che mi si presentano! Aaaahhh, fantastici!
L'autostrada da Lucerna a Zurigo diventa una statale, questo mi dà la possibilità di godermi meglio i paesini , rallentare un po' e vedere che facce ci sono qui.
A Zurigo mi perdo: c'è il sole, tante belle donne che camminano in giro per la città e una segnaletica che non sempre faccio in tempo a vedere! Mentre apro la cartina per capire la direzione da prendere mi si avvicina una signora e, in italiano, mi fa: "Ti sei perso? Cosa cerchi?"
Ha! Rimango inizialmente stupito, ma poi mi spiega la strada che cerco, quella per Baden.
Ragazzi! Fate un giro a Baden se vi capita, si sviluppa lungo ad un fiume ed ha un aspetto decisamente originale! Ma io… non ci ho fatto nessuna foto! Sorry!
Qui mi ritrovo costretto a fare benzina e a pagare in marchi tedeschi la benzinaia che non sa una parola di italiano né di inglese, speriamo non siano tutti così!
Da Baden prendo una stradina in direzione Koblenz, confine con la Germania!
Dall'altra parte del confine il paese si chiama Waldshut e qui inizio a percorrere la strada regionale500 che mi porta dritto a Titisee attraverso la foresta nera e, adesso sì, ci credo che non passa la luce del sole: i fusti degli alberi sono vicinissimi tra loro e saranno lunghi qualcosa come 10, 12 metri almeno!Se poi pensiamo che la foresta si adagia su di un terreno molto collinoso, bè, il risultato è eccezionale, mi aspetto quasi di veder saltare fuori Hansel , Gretel e compagnia bella!.
Quando giungo a Titisee devo farmi dare qualche dritta per arrivare all'ostello, non ci sono infatti alcune indicazioni e sulla mia guida "routard" c'è pure scritto che è vicino al laghetto e ai negozi, magari!
L'ostello però risulta trovarsi in una collocazione splendida e la mia motina ha pure trovato un po' di compagnia per la notte!
A cena faccio amicizia con una coppia di australiani dove lui, tedesco di origine, è tornato in patria dopo 40 anni e adesso se la gira tutta con la moglie insieme al resto dell'Europa!
L'ostello è invaso da una scolaresca sui 16 anni che fa un gran casino, però a me hanno dato una stanza tutta mia e non faccio fatica a prendere sonno. Già, voglio vedere io, dopo un giorno fantastico così, se non ci riuscivo! Mi sono addormentato con la foresta negli occhi e la consapevolezza che passato questo primo giorno, il viaggio ormai era stato decisamente avviato. 


2° giorno

Il risveglio nell'ostello di Titisee è quello che vorrei avere tutti i giorni: mi sento bello riposato e soprattutto fuori dalla finestra il paesaggio è fantastico, quasi a volermi dire: "Hei, qua fuori c'è la vita, l'avventura e l'incanto che ti aspettano, sbrigati a far colazione e a partire!".
Mentre faccio colazione conosco l'insegnante della scolaresca, che subito mi chiede scusa per il trambusto della sera prima, io le rispondo che hanno fatto solo bene! Nel frattempo si aggiungono gli australiani e cominciamo tutti e quattro a parlare di viaggi quando…. Addento una fetta di pane e marmellata e mi si stacca un pezzo di apparecchio (dei denti). Cacchio! E adesso? Niente, me lo tengo così appoggiato per tutta la vacanza, che ci devo fare! (ma che solvente ci mettono i tedeschi nella marmellata?).
Finalmente è ora di avviare la moto e partire, ma la sfortuna (e anche la mia demenza) è in agguato: la manopola del gas scorre a fatica e quando metto in marcia scordo di togliere il lucchettone a U dalla ruota posteriore. Il supporto che tiene il para-catena si storpia tutto per questo, mi tocca prenderlo a mazzate con un blocchetto di cemento per raddrizzarlo e permettere così alla catena di scorrere di nuovo libera.
Da Titisee riprendo la strada regionale 500 che prosegue fino a Triberg, un bel paesino dove sembra che la produzione locale sia incentrata su orologi e pendoli di ogni tipo. Un solo negozio mi salta subito all'occhio , bel nome che gli hai dato, bravo! Hai però sbagliato la mercanzia, pazienza!
Proseguo per Offenburg, per andare a fare uno sbaglio che si chiama "autobahn": autostrada! Questa assomiglia molto alle highways americane perché sono larghe e lunghe come quelle dei telefilm dei ChiPs!J Non ci sono limiti di velocità, salvo alcuni tratti dove, per sicurezza, si è preferito imporli; ma comunque tutti guidano con molto buonsenso e capacità.
Per un transalpista l' autostrada è sempre un po' una gran noia ed io non faccio eccezione!: scorrono Strasburgo, Baden-baden, Karlsruhe, Mannheim e Darmstadt sui cartelli, nel senso che li ho passati e mai visitati.
Arrivo presto a Francoforte, sono partito alle 10:30 da Titisee e adesso sono solo le 14:00! Deposito quindi la mia roba all'ostello, che si rivela molto facile da trovare, e vado a visitare un pò la città.
Trovo anche un "internet-cafè" dove ne approfitto per salutare tutti gli amici della LISSTA.
Francoforte, nonostante l'aspetto da grossa città, si rivela, a me che vengo da Milano, vivibilissima: mi appare pulitissima, il traffico è scorrevole e ordinato. E' qui che scopro che i motociclisti si mettono in fila dietro alle auto ai semafori, e io li imito una volta capito anche l'utilità di questo comportamento. Scopro anche tante zone esclusivamente pedonali e la chiara intenzione di rendere il tutto a misura d'uomo e non di automobile come a Milano.Tanta attenzione è anche rivolta ai bambini, c'è sempre qualcosa dedicato a loro.
Tra l'altro ne approfitto per visitare ( da fuori) la casa di Goethe ed la sede del primo parlamento tedesco, tanto per citarne alcuni. La fame comincia a farsi sentire e alle 18:00 si cena all'ostello!
Mentre faccio la fila conosco Joseph, un professore di economia da Munster, e mentre ci raccontiamo da dove veniamo, a una ragazza dietro si illuminano gli occhi quando parlo dell'Italia! E così conosciamo Hèlène, quella a cui interessa l'Italia e Allison, rispettivamente dal Canada e dall'Australia. Verso la fine della cena Joseph ci spiega che è qui a Francoforte con i suoi allievi che hanno sui 21anni e ci invita a uscire con loro quella sera. Che bello, dài!
Nella reception presenta me e le due ragazze alla sua classe, spiegando loro da dove proveniamo. Noi siamo alquanto imbarazzati per tutta questa attenzione nei nostri confronti, io poi, ancora di più perché la classe è composta in netta maggioranza da donne!
Andiamo tutti quanti nella zona pedonale vicino all'ostello e ci fermiamo in un locale all'aperto dove mi consigliano di provare l'apfelwein, ovvero un sidro di mele divenuto famoso a Francoforte. Quasi tutte le ragazze vanno a birra, siamo proprio pochi a provare sto sidro! Buono, però forse troppo acido, infatti Hèlène rinuncia a finire il suo e ordina al volo una sana birretta!
Joseph e la sua classe decidono poi di passare a qualche altro locale mentre io comincio a sentire freddo; Hèlène e Allison soffrono ancora un pò per l'effetto del jet-lag (fusi orari diversi), ok, noi tre torniamo indietro e andiamo a nanna!
Nella stanza dove dormo conosco due ragazzi da Singapore, un argentino, un messicano e alcuni americani. Bè, qui si respira un'aria internazionale! Buona notte ragazzi e sogni d'oro! 


3° giorno

Mi sveglio insieme ai miei compagni di stanza, nel senso che facendo casino loro nello svegliarsi, m'hanno svegliato a me! Va bene così, dai!
A colazione rivedo Hèlène e Allison , ci scambiamo gli indirizzi e-mail e ci salutiamo quando parto .
Oggi ho appuntamento con Giovanni, un amico di Elio, a Marburg (un paese molto bello a nord di Francoforte)alle 10:30, è meglio se mi sbrigo, può darsi che non mi aspetta.
Nel frattempo che vado ne approfitto per ricaricare il cellulare, difatti la gente mi guarda un po' incuriosita per capire cos'è quel filo che collega una tasca della mia giacca con la moto……
Quando arrivo a Marburg fatico un po' per trovare il luogo dell'incontro, una cattedrale, infatti molti edifici mi traggono in inganno perché lo sembrano! Però poi riesco a vedere uno che va in giro con una moto con targa italiana…… l'ho trovato!
Giovanni si presenta con una Africa Twin, ma anche lui è un amante della Transalp, infatti ne ha già avuta una della prima serie e, rimanendone molto soddisfatto, ne ha comprata un'altra che adesso tiene negli USA.
Una volta incontrati cerchiamo di visitare la cattedrale da dentro, ma il prezzo dell'ingresso non ci sembra valerne la pena. Decidiamo quindi di partire subito affidandoci alle sue cartine, che sono in una scala più dettagliata delle mie e che quindi consentono di fare le stradine più intriganti e divertenti che la zona possa offrire.
Mi capita un brutto problema, perlopiù dovuto alla stanchezza (o forse perché tengo troppo la testa tra le nuvole!): Giovanni prosegue davanti a me, io mi volto per ammirare il paesaggio e quando guardo avanti….. Panico! C'è una curva stretta a sinistra e sto arrivando troppo veloce, mi aggrappo ai freni con il pensiero che non devo bloccare le ruote e che mi devo fermare in piedi, ma se vado dritto finisco in uno sterrato in discesa, opto velocemente per una via di mezzo tra curva e rettilineo dove c'è l'erba che porcapupazza è bagnataaaaaaa! Mi scivola la ruota anteriore e arrivano 200kg che mi si appoggiano sul polpaccio, piegando violentemente il piede. Con la forza della disperazione tengo su la moto che non si è fatta nulla (già, solo un gran spavento, infatti dopo mi guardava piuttosto perplessa!), ma la mia caviglia mi fa vedere le stelle! Giovanni arriva per vedere cosa mi era capitato e decide di farmi stare davanti, perché così se ci riprovo, mi dà il colpo di grazia e anche per farmi tenere concentrato. Probabilmente stare in scia fa distrarre più facilmente.
Al primo paese ci fermiamo, lui si fida a lasciare casco, giacca e altro così sulla moto e io, con un po' di titubanza, lo imito. Cammino con molta fatica, il dolore è tanto(anche a cambiare le marce non era facile), meno male che almeno troviamo subito una Apotheke (farmacia) dove acquisto una pomata e delle buste per il freddo istantaneo.
Visitiamo poi la chiesa del paese (sfortunatamente mi sfugge il nome, avevo altro a cui pensare!), al quale lui scatta qualche foto.
Riprendiamo le moto così come le avevamo lasciate, con tutte le nostre cose sopra! Che rispetto per il prossimo ragazzi!
Più avanti il paesaggio comincia a presentarci sempre più stazioni eoliche, che sarebbero degli insiemi di mulini a vento che producono energia elettrica, Giovanni ne approfitta per fare qualche foto.
Io chiedo di fare una capatina da una mia amica che abita vicino a Kassel e così facciamo. Mi accoglie il padre che praticamente non sa una parola di inglese, riesce in qualche modo a farmi capire che lei è al lavoro quando gli spiego che sono un suo amico, poi mi invita dentro, prende il telefono e fa un numero (la polizia?), mi passa la cornetta ed è lei! Caspita che papà gentile! Il primo sconosciuto travestito da Robocop che dice di essere amico di sua figlia e lui si fa così squisito! In Italia quando dico così mi fanno vedere da vicino la punta della lupara!
Melanie(si chiama così) rimane di stucco quando al telefono le dico chi sono, sarebbe stato bello vederci ma, non sapendo esattamente le intenzioni di Giovanni (che poveretto stava fuori ad annoiarsi), le dico che devo proseguire il viaggio…….
Torniamo in sella per circa altre due ore e arriviamo ad una gasthaus(più o meno una pensione) sulla strada per Bad Karlshafen a nord di Kassel.
Qui troviamo un paesaggio ultra-rilassante da ammirare mentre ceniamo sulla terrazza, ma io sono un po' pensieroso per il piede ( quasi non riesco a salire le scale )e non riesco a godere fino in fondo le cibarie e la birra.
Prima di andare a dormire Giovanni mi spiega come fare un impacco coi sacchetti di plastica, che funziona a meraviglia perché si evitano sprechi di pomata e si fanno aprire i pori per mezzo della sudorazione.
: "'Notte", "'notte!". 


4° giorno

Giovanni è già in piedi quando mi sveglio e questo gli fa capire che sono uno che se la prende piuttosto comoda!
Dobbiamo raggiungere Augustfehn-Holtgast( la sede dell'ITT) oggi e la strada è ancora lunga, quindi si faranno pochi giri panoramici e si seguirà un percorso più diretto(non senza interromperlo per una birretta!), il piede già comincia a dare segni di ripresa, ma fa ancora male.
Arriviamo al "Bike hotel" intorno alle 15:00, ci sono un sacco di moto di tutti i tipi davanti, ma neanche una Transalp! Ma come, non era qui l'ITT? Mi accorgo infatti che c'è uno strano movimento dietro all'edificio e mi ci porto con la moto, ecco a voi l'entrata dell'International Transalp Treffen! E subito mi scappa un:"ma così non vale daaaaiii!!!!" riferito a chi la sua TA l'ha portata al traino col carrello!.
Al banchetto allestito per ricevere i partecipanti firmo la presa visione del regolamento, compilo i miei dati e quelli di chi dovrebbe essere avvisato nel caso che…. va bè, tocchiamo ferro!
Allo stesso tempo pago l'iscrizione che comprende un letto per tre notti, tre colazioni e due cene-buffet. Arriva anche Giovanni, quando capisce che la mia intuizione che era tutto dietro l'hotel non era sbagliata; ci consegnano un tesserino da appendere al collo con, da un lato una caricatura della nuova TA e dall'altro il programma con gli orari; come souvenir, un coltellino della victorinox che commemora l'ITT e i road-book per gli itinerari dei prossimi due giorni.
Subito conosciamo Peter Kempen, l'ex-presidente del Transalpclub olandese a cui consegno le magliette della LISSTA che egli stesso aveva ordinato al nostro Diego.
Peter è simpaticissimo, insieme parliamo un po' della LISSTA e lui, per primo, con un gran sorriso ci fa:"allora, il prossimo ITT, lo facciamo in Italia?", io rimango un po' perplesso, non sono esattamente un portavoce e tantomeno credo sia così facile organizzare un incontro di queste proporzioni!Comunque mi dichiaro positivo all'idea!Il nostro nuovo amico comincia a parlarci del primo europeo che acquistò nell'87 una Transalp e che sempre costui ha anche detenuto il primato di farci 100000 km per primo, ma eccolo arrivare con una birra in mano,conosciamo così Per Ohl, una persona molto amichevole e molto alla mano. Ne approfitto per fare una foto a lui, Giovanni e Peter.
Quest'ultimo mi spiega come mai la massiccia presenza di Africa Twin e Varadero: talmente tanti erano i transalpisti passati a queste altre moto che hanno deciso di accettarle comunque nei club olandese e tedesco.
Comincio a gironzolare zoppicando con l'intenzione di documentare un po' di curiosità come questo esemplare apparentemente semidistrutto (che si rivelerà la mitica moto di Per), un altro con cinghia sulla sella, faretto per la targa e blocchetto elettrico "strano" (Per mi spiegherà che, fatti così, sono i TA omologati negli USA), questo che invece ha subìto il trapianto del serbatoio di una Africa Twin e conseguentemente equipaggiato con la pompa della benzina di una Supertenerè. Anche lui ha il blocchetto luci strano(una bella ragazza con il modello USA mi illustrerà come funziona: acceso il quadro, accesa la luce anabbagliante e di posizione). Il mio zoppicare e il fatto che provengo dall'Italia attira l'attenzione dei presenti e diventa un'ottima scusa per fare amicizia e parlare di TA, viaggi e anche di un po' di argomenti che non hanno a che fare con le due ruote, del resto, anche la LISSTA è più colorata con gli OT!;-)
Rilevo solo la presenza di olandesi e tedeschi, mi viene raccontato che nelle edizioni passate ci sono stati un paio di polacchi e qualche francese, ma quest'anno non si sono fatti vivi. Secondo me è solo questione di tempo: internet si sta diffondendo un po' di più e, solo per fare un esempio, quest'anno ci sono venuti un paio di italiani! Come nei raduni della LISSTA, anche qui appare più che evidente che chi ha scelto la stessa moto ha anche la stessa mentalità: siamo tutti pacioni, simpaticoni , amanti e rispettosi della vita, non importa da dove veniamo!
A cena siamo solo io e Giovanni perché questa non è compresa nell'iscrizione all'ITT, intanto facciamo un po' di confronti tra LISSTA e le sue pari in Olanda e Germania dove per essere membri si paga, ma oltretutto questo fa sì che ci siano servizi supplementari come il proprio giornale che viene spedito a casa anche di chi non può usufruire di internet. Emerge anche un altro discorso, il modo diverso di vedere la nostra moto: Giovanni la vede per quello che è, un attrezzo tramite il quale fare viaggi , divertirsi e che quindi una volta usurato va cambiato. Io, invece, da malato che sono, la impersonifico, le do un'anima e le prometto fedeltà giurando che finchè potrei permettermene un'altra piuttosto la rifaccio nuova a colpi di pezzi di ricambio! Sei fuso Stuart!
Alla sera aspettiamo tutti il tramonto perché Per ci presenterà le diapositive dei suoi svariati viaggi con la sua mitica TA, proprio quella che ho fotografato prima! Africa, Svezia, Italia, Romania, paesi arabi, ci sono anche delle immagini dove lui strapazza una TA650 in un test!
Il piede mi fa troppo male per passare la serata nella discotechina allestita apposta per tutti noi, decido quindi di andare a nanna. Scopro che nella camerata dove dormiamo io e Giovanni c'è anche una ragazza olandese che zoppica pure lei, quando le dico cosa mi è successo e da dove arrivo, lei capisce perché i suoi amici le hanno detto di passeggiare con l'italiano!
Visto che ci sono le passo la pomata comprata ieri, poiché lei non ci aveva ancora messo niente a parte una fasciatura. A quanto pare stava spingendo la sua TA nella piazzola del benzinaio stando seduta, non si è accorta che si era chiuso il cavalletto laterale e quando ha fatto per appoggiarla….. 200kg di moto(e che moto!) si sono appoggiati sulla sua caviglia, che sfortuna!
E dopo questa favola siamo andati a dormire tutti e tre.
'Notte e TA d'oro! 


5° giorno

Dopo esserci svegliati e sistemati andiamo tutti al tendone dove è allestita la colazione self-service, è già una buona occasione per conoscere i compagni di tavola, scambiare qualche battuta e cominciare a diventare amici!
Giovanni ha in programma di fare un sacco di foto oggi, per cui inizia il giro quando io mi sto ancora lavando i denti! Sono il solito poltrone!
Poiché fermarsi a leggere il road-book ogni 200metri (aprirlo, leggerlo, tradurre le abbreviazioni, CAPIRE, ripiegarlo e rimetterlo in tasca) è piuttosto seccante se non hai il porta-road-book, decido di seguire la massa e parto intorno alle 10:00.
Prima sosta a Seeschleuse, vicino a Papenburg, dove c'è il cantiere navale Meyerweft. Individuo una stradina vietata al traffico che però porta in una buona posizione per fare una bella foto, come ci vado vengo raggiunto da una ventina di TA che hanno pensato bene di imitarmi! A questo punto, la foto, tanto vale farsela fare!.
Qui mi aggrego, definitivamente per oggi, al gruppo guidato da Per.
Dalle parti di Rhede, Per si ferma a guardare uno spiazzo di terra….. comincia a sentire prurito ai tasselli delle gomme….. Partito! La sua TA sembrerà mal ridotta e invece scatta come un gatto impazzito, va talmente veloce sullo sterrato che faccio fatica a fotografarlo! E uno…. E due…. E tre…. E quat….oioioioi!!! Caduto! Prima la tira su, poi, dando gas impianta la ruota dietro al punto che la moto rimane in piedi da sola! Scoppiamo tutti a ridere! Vedo che però da solo non ce la fa e quando mi appresto ad andare su zoppicando per aiutarlo, gli altri mi precedono( meno male!).Qualcuno cerca anche di imitarlo, ma la paura di fare qualche graffio alla propria moto prende il sopravvento e calma certi desideri.
Passiamo il confine olandese dalle parti di Stadskanaal e decidiamo di fare una sosta per il pranzo.
Mentre mi gusto patatine fritte con salse e crauti (Boooonooooo!), mi accorgo del mio bauletto che sfoggia i loghi della LISSTA in mezzo a un gruppo misto di TA in Olanda!.
In questa pausa conosco un po' meglio Per e gli altri della comitiva che mi hanno "adottato" più che volentieri; ogni tanto passano i camion della nettezza urbana che, vedendo tutte le nostre moto parcheggiate e noi che mangiamo, ci salutano (forse un po' invidiosi!) strombazzando il clacson.
Quello che riesco a vedere dell'Olanda consiste in tanti, piccoli e graziosi villaggi con le case bassissime e le strade interamente fatte con blocchetti di porfido. Queste ultime mi creano un po' di tensione,poiché la mia ruota posteriore sta già cominciando a passare a miglior vita! Comunque sono molto pittoresche!
Cominciamo a dirigerci verso Nord e dalle parti di Ditzum ci fermiamo di nuovo per vedere una chiusa, che serve per portare a livello le barche che salgono o scendono il fiume, siamo in Olanda del resto, il paese è famoso per aver sottratto delle terre al maree quindi ci sono dei dislivelli nei corsi d'acqua come questo. Ovviamente non mancano i mulini a vento!.
Ritornati in Germania passiamo da un kartodromo a Stickhausen nel quale si può avere uno sconto in quanto partecipanti all'ITT, a me non interessa molto, sono piuttosto stanco e se avessi voglia di kart ci andrei a Rozzano, non qui, dove i soldi sono contati.
Al campo base ne approfitto finalmente per fare la doccia, perché, sebbene dei miei amici sostengano che l'uomo è bello quando puzza, a tutto c'è un limite!(ed io quindi ero più che bellissimo!).
Le docce sono in comune , non singole, ma questo non crea imbarazzo a nessuno(me compreso). Più che altro non me l'aspettavo!
Ricomincio di nuovo a zoppicare in cerca di stranezze che solo qui potrei trovare, come questo termometro collocato al posto del tappo/astina dell'olio e di questi collettori di scarico artigianali (anche nella foto precedente), che gli amici tedeschi mi spiegano essere realizzati, in un primo momento, esclusivamente per il loro club dei Transalpfreunde da un professionista, poi la vendita si è estesa al mercato esterno.
Andiamo tutti insieme alla cena-buffet, dove, come ormai ho constatato da tempo in Germania, i vegetariani come me trovano comunque di che rifocillarsi. Io e Giovanni come al solito ne approfittiamo per sederci insieme e mischiarci a questa bella gente!
Questa sera il piede non rompe più di tanto, pertanto mi godo sia il sound-sistem della discoteca, sia il suggestivo falò che ci scalda più che sufficientemente.
A una certa ora però me ne vado a dormire, stà gita è stata bella lunga e domani ce n'è un'altra! 


6° giorno

Anche stamattina conosciamo altri simpatici partecipanti all'ITT mentre facciamo colazione(peccato non aver mai chiesto i loro nomi, tanto li becco l'anno prossimo!), la domanda più frequente rimane sempre la stessa:"allora il prossimo ITT si fa in Italia?"e anche la mia risposta semi-imbarazzata rimane immutata:"ehm….. non lo so…. vedremo!". A Giovanni viene il dubbio che qualcuno (io) abbia fatto qualche promessa in proposito, ma non c'entro affatto!
Anche oggi il giro viene percorso a gruppi e non da un solo serpentone, questo permette un po' più di libertà nello scegliere le soste e l'andatura.
Per ancora non si è visto, quindi mi aggrego ad un gruppo che fa dell'andatura tranquilla uno dei suoi principi, infatti come si sono resi conto che ero intenzionato a seguirli mi hanno spiegato il loro "regolamento interno", cioè mantenere la stessa posizione (e qui Teorico avrebbe già salutato!;-)) e, come detto prima, seguire la velocità da passeggio. 
Questo è il primo giorno da quando sono in Germania che il cielo non si manifesta limpido e azzurro, è un po' nuvoloso, ma ringrazio comunque il fatto che sia stato benevolo fino ad adesso mentre percorriamo queste strade in direzione nord .
Il percorso e l'andatura fanno sì che io riesca a mantenere il più possibile l'ultima marcia, sono proprio curioso di vedere se riesco a stabilire un nuovo record dei consumi con la mia cara motina.
Arriviamo a Campen dove c'è un faro che però è chiuso proprio oggi , diamo comunque un'occhiata al mare del nord. Tra l'altro qui rivedo Giovanni che si fa un bel pisolino!
Subito dopo ci fermiamo per pranzo, la sosta qui si fa lunga perché talmente ci mettono tanto a servirci che sulla strada vediamo sfrecciare i gruppi partiti dopo di noi, anche Per che finalmente si dev'essere svegliato!
Raggiungiamo lui e il suo gruppo( o meglio, le loro moto) a Harlesiel, un paesino con un porto bellissimo, dentro al quale si sta tenendo una mostra di autocarri d'epoca. Di tutti, il mio preferito è questo , mi ci vedo benissimo seduto lì sopra, con tanto di cannuccia, a bere la birra contenuta nella cisterna!;-) . Ne approfittiamo per fermarci per un bel gelato!
Torniamo molto tranquillamente verso la "base", circondati da un paesaggio molto pianeggiante e molto ventoso. Abbondano infatti i mulini a vento sia "classici" che quelli per generare corrente elettrica. Sono tanti anche gli allevamenti bovini e suini, dove mi sembra più che evidente che gli animali, comunque sia la fine che faranno, vengono trattati con molto più rispetto che da noi(salvo poi impazzire).
Una volta tornati a Holtgast, faccio in tempo a fare una foto a questo side-car che rientra nel campo derapando a manetta! Che strano mezzo!
Prima di cena qualcuno si dà da fare per avvisare tutti che si farà una foto di gruppo nel campetto più grande, l'entusiasmo non manca, ma come si fa a fotografare 130 moto e scalmanati tutti insieme? C'è pure chi, pur di dimostrare la superiorità della Transalp sull'Africa Twin, le mette in "posa"apposta! E questo è niente in confronto al casino che facciamo tutti insieme quando ci viene lo schizzo di suonare clacson e antifurti( e anche urlare, in assenza di motocicletta!)per manifestare la nostra gioia nell'aver formato un gruppo così grande e privo di confini(ragazzi, lo ripeterò sempre: almeno l'anno prossimo non voglio essere l'unico della LISSTA, sarà vicino a Monaco di Baviera, per cui vedete di venire!).
Quando le foto sono ormai fatte (magari Giovanni ha documentato meglio questo momento), un pazzo olandese con TA tassellata viene pervaso da una voglia di esibirsi in numeri circensi e comincia a dare spettacolo con derapate talmente forti da riempire la metà dei presenti di terra( mi riempiva a me non succedeva niente, riempiva la mia Kira…..). Questo qui, senza casco, senza protezioni e, soprattutto, in ciabatte, ad un certo punto si ribalta in malo modo e…. non si è fatto nulla!!! "Ma quanto sei fortunato!!" penso tra me e me, subito si rialza, rimonta in sella e schizza via verso la sua tenda.
Il gruppo dei partecipanti alla foto di gruppo comincia a smembrarsi, ognuno va a riportare la propria moto al suo posto, ma non tutti però:"Hei Stuart! Facci scattare qualche foto alla tua!" E' vero che fa piacere vedere apprezzato il proprio talento, ma a me mette anche un po' di imbarazzo! Pure Giovanni fa mettere me e la moto in posa per uno scatto, eppure ci ha avuto a disposizione per 4giorni! Con un po' di stupore mi accorgo che anche Per si aggiunge con la macchina fotografica, lui che ha una moto che ben guardata, parla di viaggi, rally, anni e km che hanno fatto sentire il loro peso, insomma, la moto di uno che dovrebbe badare alla sostanza, non alla forma come ho fatto io. Forse è per questo che parcheggio a fianco alla sua nella medesima posa: due moto diverse, opposte, ma sempre Transalp, vicine al punto da significarmi la simpatia con Per e con qualsiasi altro tipo di Taista (e perché no, anche con chi ha l'Africa Twin e la Varadero).
Dopo cena, intorno alla mia Kira, arrivano a curiosare due affascinanti ragazze olandesi, che scopro essere naturalmente delle Taiste! Si dimostrano delle vere esperte di TA, così da parlarne per un po'. Che strano! Sono così abituato a cercare di non annoiare le ragazze parlando troppo di moto e termini tecnici, che a sentire queste due parlarne con così tanta naturalezza rimango positivamente stupefatto!Penso:"Siete dei tesori, vi abbraccerei a tutte e due!". Sono così furbo da non farmi dire i loro nomi, come del resto con tutti quelli che ho conosciuto qui! Una delle due mi spiega che dopo essersi trovata bene con una TA del '90blu/bianca ne ha poi comprata una nuova del '98 nera/grigia, scoprendo però il forcellone dissaldato in un punto e la vernice del parafango anteriore che è venuta via, il tutto dopo pochi km.Il suo concessionario le ha sostituito il tutto gratis! Mi dice anche di aver montato una marmitta non originale "perché nel traffico, in Olanda, così ti sentono e ti fanno passare!"
Decidiamo di andare insieme nella zona "notturna" dell'ITT : il falò e la discoteca; ci sediamo intorno al fuoco e la mia nuova amica offre a me e al suo gruppo di connazionali una birra a testa!
Ogni tanto mi volto, vedo Giovanni che a sua volta viene continuamente invitato a bere birra, dopo un po' comincerà quasi a chiedere pietà talmente lo hanno riempito!
Conosco pure il pazzo che si era "esibito"in ciabatte prima! Mi dicono che non è stata mica la prima volta, anzi, addirittura sostengono che lui "sa"come cadere! Se io dovessi imparare a cadere dovrei insegnarlo anche alla moto: caduta con triplo salto mortale e neanche un graffio alla carena!
Durante la serata in discoteca propongo l'unico CD con canzoni in italiano che ho: Giuliano Palma and the Bluebeaters con Gino Paoli in "Lo sai che c'è"! Meno male che gli è piaciuta!
Comincia a farsi tardi, ma proprio perché si è consapevoli che è l'ultima notte molti di noi restano attorno al fuoco, vedo infatti qualcuno con lo sguardo un po' triste, ci siamo davvero trovati bene tutti insieme, eh?
Giovanni e Per cominciano un discorso molto interessante, che parte sì dal mondo della moto, ma arriva, parlando di viaggi, a dei confronti delle filosofie di vita che i due hanno conosciuto da vicino; popoli che, almeno per me, sarà difficile incontrare; generosità che noi occidentali fatichiamo a capire. Si fanno le quattro del mattino, il sonno reclama e andiamo a dormire. 


7° giorno

Dopo aver dormito appena quattro ore e un quarto, il risveglio non è stato proprio il massimo, ma volevo assolutamente riuscire a salutare un po' tutti, almeno con lo sguardo, perciò alzati Stuart!
Già a colazione si cominciano a stringere un sacco di mani, le persone conosciute in questi tre giorni sono state davvero tante, ma tutte più o meno con lo stesso filo conduttore, lo stesso amore per la vita, la TA è stata una bella scusa per farci incontrare!
Ecco che riesco finalmente a fotografare questo esemplare di TA, cos'ha di strano? Mmmm….. è giallo e bianco…… c'è scritta una sigla…… 750V? Ne avevo sentito parlare spesso e sapevo che era più che fattibile, ma mai mi si era parata davanti una TA con il motore dell'Africa Twin! Quando chiedo alla proprietaria dov'è finito il radiatore dell'olio lei si mette a cercarlo insieme al suo ragazzo (con Tiger900), ma non si trova: l'ha comprata così da un loro amico che deve aver pensato che tanto in Olanda non fa poi così caldo, infatti non c'è!
Alla fine saluto Per e Giovanni(lui proseguirà per Amsterdam), rimanendo con una malinconica solitudine(ricomincio a parlare alla mia motina!) e mi dirigo verso Brema. Mentre sono ancora dalle parti di Westerstede stabilisco il nuovo record di consumi della mia moto entrando in riserva a 308 km percorsi con 14,5 litri: più di 21 km/litro! Incredibile!
Giunto a Brema decido di passeggiare un po', questa città ha l'aria di meritarselo; scrivo un po' di cartoline da qui perché dell'ITT non ne esistevano, in questi momenti penso agli amici e amiche a cui sto scrivendo, al fatto che fino a ieri notte ero "circondato" da una specie di famiglia e che adesso invece sono completamente da solo con me stesso, che tristezza! Addirittura mi faccio una foto con l'autoscatto, mi faccio pena da solo!:-/
Come imbuco le cartoline comincia a piovere e il cielo sembra promettere anche peggio, tanto che imbocco subito l'autostrada per Hannover e così inizia una trasferta noiosa che mi lascerà solo un gran male al sedere e niente di più.
Hannover si presenta come una città enorme, più aggrovigliata rispetto alle altre visitate, ma comunque sempre vivibilissima, piena di gente che passeggia per le strade nonostante il tempo non prometta granchè di buono. Giungo all'ostello che si dimostra imponente anche lui nel suo disegno moderno e surreale. Posto ce n'è ma noi utenti dell'ostello siamo veramente pochi, infatti prima di cena mi annoio e mi metto seduto a guardare una sottile pioggerellina vicino alla moto, in ciabatte, facendo godere non poco i piedi! Eh sì, ho proprio assimilato usi e costumi dei tedeschi fino a questo punto!
Aver dormito la notte prima così poco, fa sì che mi doccio e mi infilo nel letto piuttosto presto.
Rooooooonf! 


8° giorno

Come sempre la colazione è molto sostanziosa, questo gioca a mio vantaggio perché così posso saltare tranquillamente il pranzo.
Riprendo nuovamente l'autostrada perché ha piovigginato tutta la notte e rimanere sotto all'acqua per vie statali non mi attira molto. L'autostrada mi mette davvero in crisi con il mio sedere, mi fa troppo male tant'è che ogni tanto mi fermo per riposarlo un po' e sgranchire le gambe; una volta però ho dovuto praticamente posteggiare la moto dentro ai WC di un'area di sosta per potermi impermeabilizzare ben benino: la pioggia si stava facendo più seria, ma una volta pronto, ha praticamente smesso! Decisamente un classico!
Rieccomi a Francoforte, il tempo dà già segni di miglioramento, all'ostello posso già abbozzare un itinerario per domani che eviti l'autostrada e che invece attraversi la mia tanto amata "Schwarzwald", la Foresta nera!
L'ostello di Francoforte non mi porta la fortuna dell'altra volta, infatti rimango solo senza conoscere nessuno, ma almeno qui vicino c'è l'internet cafè, dove mi collego con la LISSTA e mi sento di nuovo in ottima compagnia! 


9° giorno

Il percorso studiato per oggi è più facile illustrarlo su di una cartina che spiegarlo, questo perché non tocca affatto grandi centri abitati ma solo piccoli paesini, eccezion fatta per Heilbronn, una piccola città a circa 45 km a nord di Stoccarda; si rivela molto bello e suggestivo: in un boschetto mi faccio fare uno scatto da uno che si chiama Hansel, mentre sua sorella Gretel si strafogava di pezzetti di pane!;-)
Incredibile ma vero, quando mi viene fame trovo subito un McDonald! (ormai è proprio dappertutto!!) e, da bravo ipocrita, mi fermo per delle patatine fritte! Qui vedo una mamma che soccorre la sua bimba che, chissà cos'ha combinato, si è spiaccicata il nasino e ha cominciato a perdere sangue in quantità industriali, mammamia che violenti i bambini di oggi!
Riprendo con entusiasmo la mia strada, che ben presto mi porta nella Foresta nera. Quando giungo in un punto panoramico cerco di cogliere l'inquadratura migliore, ma il risultato è questo .
Arrivare all'ostello di Titisee mi fa inevitabilmente pensare che la mia vacanza è vicina alla fine (come tutte le belle cose del resto, anche se, da buon romanticone, spero che l'amore della mia vita, che devo ancora trovare, non finirà mai……..)e che dopodomani sarò già al lavoro!
C'è sempre qualche scolaresca qui che fa casino, almeno mi mettono in camera con due bravi ragazzi che……. Studiano e ripassano tutto il giorno chiusi nella stanza!!!! Contenti loro! 


10° giorno

Oggi mi tocca…… devo proprio…… non ho scampo: si torna a casa!
Saluto i ragazzi della mia stanza e i gestori dell'ostello, è sempre bello conoscere nuove persone!
Mi dirigo verso la Svizzera, direzione Waldshut, salutando con lo sguardo il paesaggio che ho imparato ad amare qui, spero di tornarci, anzi, sicuramente lo farò! Ciao Germania, ti sei fatta davvero apprezzare!
In Svizzera non ripasso per Baden e non prendo l'autostrada, vado dritto a Zurigo. Qui il sole picchia davvero forte, il caldo si fa sentire talmente tanto che mi ritrovo, dopo che mi è partita un bel po' di volte la ventola, a sorpassare le auto incolonnate nel traffico; in questo momento ho il grande dispiacere di comportarmi al contrario di quanto elogiato ai motociclisti locali, ma la sensazione di andare a fuoco si fa sempre più forte.
Le uniche indicazioni per proseguire verso sud mi portano, senza alternative, sull'autostrada. Visto che ci sono ormai proseguo così, ma non senza aver dimenticato la promessa che mi ero fatto all'andata: assolutamente niente galleria del S.Gottardo! Se la tengano pure quella camera a gas, quei maledetti!. Infatti poco prima esco dall'autostrada dalle parti di Wassen e punto a fare il passo del S.Gottardo; la strada si fa interessante, i tornanti non mancano e anche la moto sembra apprezzare decisamente di più, fino a quando….. ci si para il cartello con su scritto che il passo è chiuso! Ormai mi trovo ad Andermatt, tenterò col Furkapass allungando un pochino ma…. No! Pure il Furka è chiuso! Uuuuuufffffffaaaaaaa!!!!!!!! L'unica consolazione mi arriva da uno dei famosissimi trenini rossi che si inerpicano da queste parti( passi chiusi a parte, ma se si potesse ci vorrei caricare la moto e farci un giro, i percorsi che fanno non sono affatto usuali!). Torno indietro seguendo a distanza il trenino, che alla fine si nasconde nella montagna come un verme in una mela, ciaoooo!J
La galleria maledetta mi sta aspettando, vuole soffocarmi anche stavolta, ma purtroppo non ho scelta, dovrò per forza passarci, perlomeno stavolta so a cosa vado incontro! Mesto mesto ridiscendo la montagna e ci metto pure un po' a trovare l'entrata dell'autostrada, mmmm….. mannaggia! Prima di imboccare la galleria riesco, a fatica, a sorpassare un camion che tiene tutto il traffico indietro, mi ritrovo così l'unico nel mio senso di marcia, almeno questa mi è andata bene! Ben presto il caldo, la puzza, la nebbiolina e il senso di torpore si manifestano, ma il mio pensiero fisso è quello di tenere duro!
Finalmente all'aperto rivedo scritte in italiano, comincio già a sentirmi a casa, e proprio per questo mi annoio nel fare questo pezzo del ritorno. Mi si para a un certo punto un gruppo consistente di auto e camion fermi, quando raggiungo la punta c'è la polizia stradale svizzera che sta bloccando il tutto: c'è un'auto con ancora attaccata una roulotte cappottata, completamente distrutta, ma fortunatamente nessuno si è fatto male e presto viene dato il permesso di passare.
Faccio sosta a Bellinzona in un autogrill e rifornisco la moto con l'ultimo pieno prima di tornare a casa.
Arrivo al confine, lascio la Svizzera e rientro in Europa(?), cioè in Italia!
Esco dall'autostrada e decido di passare per Como, dove mi accoglie un simpaticissimo elemento che probabilmente non ha nulla da perdere visto come guida lo scooter: a momenti ci tocchiamo per colpa sua e questo mi fa pensare a quanto mi ero abituato bene nel traffico dei paesi che ho appena visitato. Il deficiente poi si allontana rischiando di farsi schiacciare da due macchine, la mia telecinesi non è stata abbastanza forte!
Arrivo a casa, il viaggio è finito, ho conosciuto un bel po di gente, ho fatto nuove scoperte e mi sono paragonato nel modo di pensare con loro.
Il contachilometri segna 3300 km in più, il copertone posteriore è completamente liscio nel centro e il muso della mia cara motina ha su uno spesso strato di insetti tedeschi spiaccicati; tra poco tornerà nuova!
Adesso la routine è in agguato, ma se non altro posso ristabilire il contatto con la LISSTA.