Gavia - Luca Barozzi

Autore: Luca Barozzi
Periodo: ...... 
Partecipanti: Luca Barozzi e Giovanna su Honda Transalp XL600V 1999

Due parole nel messaggio di Skiapp : "È aperto". In più la telefonata di Alberto che è andato su la settimana scorsa e mi dice "...devi andarci assolutamente !".
Mi ero già ripromesso di salirci non appena fosse stato riaperto; il momento è arrivato.
Stamattina alle 6 e 45 sono a prendere la Gio', già pronta sulla porta di casa. Partiamo e via verso Lugano.
Data l'ora le strade sono deserte e raggiungere la dogana di Gandria ci impegna pochissimo tempo.
A Porlezza colazione con brioche calde e poi direzione Menaggio, alto lago di Como, Sondrio.
La scelta di partire presto è dovuta al fatto che il traffico che va in Valtellina è solitamente caotico e pericoloso, e di alternative non ce ne sono. Come da previsioni, le strade sono pressochè vuote e filiamo via veloci, gustandoci le viste sui vigneti a terrazza, ricavati sulle impervie pareti della montagna, e i bei gruppi di case con i tetti in sasso. Sono in pochi ad essere già in piedi e per strada... non oso pensare all'orda di unni che invaderà la valle il prossimo WE...una volta ci è bastata. Alberto è andato ieri allo Stelvio, proprio per evitare il raduno...
Dopo circa una ventina di km. dopo Sondrio giriamo a destra, per raggiungere l'Aprica. Strada perfetta e i quindici kilometri passano veloci, eccoci al passo (1100 metri circa). Sosta per la benzina e per guardarci in giro e ripartiamo verso Ponte di Legno. L'Aprica in se è abbastanza deludente : qua e la impianti di risalita, molti alberghi e case di vacanza, un po' aperte e un po' no, molta gente in giro a piedi...molto turistico...il paesaggio sembra passare in secondo piano tanto è invadente l'opera di colonizzazione dell'uomo...
Il tratto che segue invece è immerso nel verde, le case e le costruzioni ben integrate nell'ambiente, davvero piacevole. Strada curvosa ma veloce...bene, bene.
Passiamo Edolo e raggiungiamo Ponte di Legno; la piazzetta è abbastanza vivace e graziosa, una bella cartolina...
Ecco il cartello che ci indica i passi. Percorriamo la bella valle che porta al bivio del Gavia e del Tonale; girando a sinistra scendiamo nella valle e passiamo sotto il Frigidolfo, l'albergo che ci ha ospitato per la Cannonball...se non fosse per l'ora andrei su a farmi fare un piatto di canederli... ; raggiunta la frazione di Santa Apollonia, la strada prosegue ma restringendosi quasi della metà ! Ragazzi, incrociare una macchina in alcuni punti costringe a fermarsi...davvero strettina. Nonostante tutto, i pellesaponettati che scendono superano lo stesso le auto anche quando li stai per incrociare...testa=zero ! Ma non potevano lasciarla sterrata la strada, così non ci salivano ? >:-(
Il panorama è unico. Tutto il comprensorio fa parte del parco dello Stelvio, quindi zona protetta. Niente case, nessun segno di "civilta' " per fortuna. Solo la stretta strada che passa, il resto solo prati, boschi, montagne...un panorama indimenticabile. Diversi escursionisti scrutano con i binocoli le pareti opposte, alla ricerca di animali selvatici. Verso la cima ci accoglie una leggera nebbiolina che rende l'arrivo ancora più mistico. L'unico passo nel nostro curriculum paragonabile al Gavia, anche per altitudine, è quello sulla Transfagarasanul, in Romania. Anche la Gio' è concorde...natura incontaminata e selvaggia. La strada è quasi uno scempio. Sinceramente non so se ne esistano altri di passi simili.
Ecco la' il cartello del passo, saturo di adesivi di MotoClub e altro; moto sotto e ci facciamo immortalare. 2621 metri. Mica male ragazzi !
Entriamo di corsa nel rifugio per un te caldo, sono le 10 e mezza scarse; contempliamo le foto delle passate edizioni del giro d'Italia appese ai muri , tra muri di neve e volti di ciclisti ghiacciati. Acquisto gli adesivi e alcune cartoline che ritraggono gli arrivi ciclistici facendomi apporre il timbro del passo.
Riprendiamo la moto e scendiamo su Bormio, allietati da prati verdissimi e da cascate che scendono dalle cime ancora coperte di neve. Un paio di vitellini al bordo della strada ci guardano tra l'impaurito e l'incuriosito...che abbiano visto le nostre code ? o forse sono le corna ? :-DDDD
Prossima tappa è la visita al forte militare di Oga, sopra Bormio. Con un po' di difficoltà lo raggiungiamo (mettere due cartelli, no eh ?) e facciamo la visita autonomamente. Il forte è stato costruito durante il primo conflitto mondiale ed utilizzato nel secondo, ma solo a scopo intimidatorio. Purtroppo essendo stato lasciato libero dall'esercito dal '58, non è in buonissimo stato ed è privo di tutte le attrezzature, smantellate dall'esercito stesso. Oltretutto è tenuto vivo da volontari, quindi anhe loro fanno quello che possono. Il gemello di Colico, visto lo scorso anno, è davvero ben messo. Lasciamo comunque un'offerta per la visita, e per l'impegno del custode.
Ritorniamo in paese per acquistare qualcosa da mangiare e scendiamo veloci verso Tirano. Simpaticissima la vigilessa con pistola laser... >:-( sul rettilineo fuori Bormio !
Giunti a Tirano prendiamo per Poschiavo; la strada viene condivisa anche dalla ferrovia retica, le cui rotaie si trovano sulla carreggiata ! Quindi, occhio a non infilarsi con la ruota anteriore...durante i tanti attraversamenti. Un tratto lo facciamo con il treno a fianco e la faccia dei viaggiatori ai finestrini...insolito, direi !
Passiamo il confine e ci fermiamo a mangiare. Il vento freddo ci invoglia a fare in fretta...per affrontare il Bernina. La strada è ben larga, curvoni ad ampio raggio, un'ottima visuale, fondo come un biliardo...manteniamo una buona velocità e il passo è presto raggiunto, nonostante i 53 kilometri che lo separano da Tirano.
Scavalliamo il passo, 2323 metri, e scendiamo per Pontresina. Lungo la strada ecco il punto in cui a fine marzo ho desistito nell'impresa di raggiungere il Bernina, causa neve. Ho fatto bene ! C'era ancora parecchia strada e tutta in salita...mi consolo.
Passata Pontresina, eccoci a San Moritz. Per questa volta lo Julier lo lasciamo stare e puntiamo al Maloja, costeggiando il ventoso lago di Silvaplana e di Sils, colorato dalle vele dei surfisti e da numerosi aquiloni a cui sono appesi altri surfisti, che ogni tanto arrivano a staccarsi dal pelo dell'acqua per la forza del vento. Fa impressione vederli andare !
Scendiamo dal passo, 1815 metri, e raggiungiamo la dogana con l'Italia.
I finanzieri ci fermano e ci fanno aprire borsa e bauletto. Alla domanda "Venite da Livigno ?" che sapevo avrebbero fatto, rispondo negativamente e il finanziere ci resta quasi male. "Come no ? " insiste. Non capisco la meraviglia...sicuramente non è convinto e guarda dappertutto, tra l'altro senza nemmeno vedere la macchina fotografica, unico possibile oggetto di attenzione... ma non acquistato a Livigno di certo ! visto che non ci siamo stati !
Ci lascia andare; nella sosta del caffè al barettino attaccato alla dogana, noto che fermano solo le moto italiane. Come se in macchina a Livigno non si potesse andare...mah ! Stessa cosa era successa ad un iscritto alla ML dei Mototuristi...
Continuiamo la nostra strada passando Chiavenna, il pian di Spagna (non il pan di Spagna che è un'altra cosa :-))) ), e ripercorriamo la strada di stamane. Molto piu' densa di traffico. Menaggio, Porlezza, Lugano ed alle 17 e 30 eccoci a casa.
La fetta di formaggio Stelvio e la bresaola comperata a Bormio sono la ricompensa per la sgroppata di 500 km. di oggi.
La Gio' ha detto che sarebbe pronta a ripartire per fare lo stesso giro, anche subito. Per questa volta ho trovato la scusa di far riposare la moto, ma la prossima mica ci crede piu' !

Saluti
Luca TA 99
Luino (VA)