Patagonia 2001 - Adriano Cesaroni

Autore: Adriano Cesaroni alias L'Argentino
Periodo: 14-19 dicembre 2001
Partecipanti: Adriano e Rosana Cesaroni su Honda Transalp XL600V

Sottotitolo
VIAGGIO IN PATAGONIA ALLA RICERCA DEL BIBO 

14 dicembre

Natale con piú di 30 gradi ,e che Natale è ? Ancora non mi ci abituo a sudare a Natale. 
Approfitto della calma per mandarvi un report del viaggio fatto per incontrarmi con Bibo. 
Sono partito con mia moglie il 14 dicembre. Moto carica e controllata, valigie, tenda e sacchi a pelo. Sono le 7,30 
Prima tappa dopo 500 metri, per fissare uno zainetto ribelle, poi finalmente si parte. 

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Percorrendo 250 km parte di vigneti e parte di deserto si arriva alla cittá di San Rafael, poi da lí 90 km fino a General Alvear, la zona é abitata, ci sono campi coltivati. 
Facciamo colazione e via per 800 km di deserto, con fermate ogni 200 km circa per far benzina , pranzare e bere a stufo. Così per 800 km 
Non pensate al deserto del Sahara, c'é una certa vegetazione, arbusti spinosi, ci sono anche animali, molti uccelli, roditori, puma e cinghiali, basta addentrarsi, ma camminare tra gli arbusti non é facile, per le spine e perché ci si perde facilmente. 
Nel paese di Santa Isabel ci fermiamo a mangiare qualcosa. Che fará la gente qui: ti domandi , sembra una cittá fantasma; il sole picchia forte, il vento alza la polvere, non si vede un campo coltivato, di che vivono? Boh! 
Lungo la strada branchi di capre e bisogna stare attenti perché traversano. Ogni tanto passa qualche macchina o un camion, si sprecano i lampeggi specie da parte dei camionisti. La strada é quasi tutta diritta, il sole brucia e il vento non da pace: se ti fermi, senti solo silenzio, é molto bello. In lontananza si vedono quelle mesete tipiche dei film western, mancano solo gli indiani la sopra. Attraversiamo il ponte del Rio Colorado, un fiume grande dalle acque rossicce, ancora deserto fino ad arrivare alla bella cittá di Neuquen, che si é sviluppata per la presenza di fiumi che hanno permesso la creazione di una zona di campi coltivati e di verde, ma se ci pensi ti accorgi che sta in mezzo al niente. Abbiamo fatto 850 km. Benzina per la moto, acqua per noi; le temperature fantozziane del deserto ti seccano. Ripartiamo: fuori Neuquen di nuovo deserto. Viaggiamo lungo la grande diga del Chocon alimentata dal fiume Limay. Le acque sono di un azzurro fosforescente e contrastano col colore rosso della terra intorno alla grande diga. Partono dalla diga tralicci dell'alta tensione che si diramano in tutte le direzioni essendo una delle piú grandi produttrici di elettricitá dell'Argentina. Ancora deserto e vento.Il terreno comincia a salire, le prime curve e siamo nella zona dei dinosauri, uno ci saluta da un colle, ma é di plastica. 
Li in mezzo c'é un museo dove si puó vedere lo scheletro del tirannosauro piú grande trovato fino a d' oggi e piú avanti si possono vedere le orme pietrificate di un iguanodonte. 

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Ancora avanti fino a Picun Leufú, siamo al tramonto,  si sale, la vegetazione é sempre uguale e finalmente arriviamo a Piedra del Aguila. 
Partenza da P.del Aguila dove il terreno assume forme curiose con rocce rotonde, levigate, rosse. C'é un paese, un fiume dove si pescano le trote e decidiamo fermarci a dormire. Sono le 8 di sera, il sedere dice pietá. 
Qui l'aria é piú fresca. Ho viaggiato in maniche corte ed il sole mi ha bruciato profondamente il braccio sinistro, mi devo incremare, ma brucia. 
Cena ed a letto. Abbiamo percorso 1100 km, il letto si muove. 

15 dicembre

Bibo arriva a Buenos Aires e noi ripartiamo. Prima tappa, Bariloche. Il paesaggio comincia a cambiare, si cominciano a vedere montagne innevate, la strada é tutta curve e saliscendi, l'aria fresca. Non si riesce a guardare tutto, é bellissimo, immenso e cambiante. 

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Poi dall’alto si vede il letto della diga del Collon Curá. Anche qui le acque sono azzurrissime e si comincia a scendere per tornantoni fino alla gola del fiume in una discesa mozzafiato per la pendenza e per il panorama. Uno vorrebbe incidersi nella mente quel che vede, ma é troppo e troppo bello e troppo grande. 
Si continua fino ad arrivare al lago Nahuel Huapi (covo della tigre ), un immenso lago azzurro di 50000 ettari. Siamo nel paradiso dei pescatori di trote. 

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A Bariloche, cittá ultraturistica, facciamo benzina e seguiamo fino al Bolson. 
La strada segue il lago, poi altri laghi ancora, boschi e fiori, fiori fiori é una cosa pazzesca. La strada é divertente, il paesaggio bellissimo, ti fermeresti sempre a fare foto, i laghi azzurrissimi. 

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El Bolson é un paese nato negli anni 60, 70 per via di comunitá Hippies che andarono a vivere lí e lí sono rimasti e nel paese c'é una mentalitá ecologica ad oltranza. Proprio quel giorno c'era la fiera degli artigiani del luogo, che poi sono gli antichi Hippies e sono tutti un poco spostati, ma nel senso buono della parola, quá li definirebbero Locos Lindos, ossia Pazzi simpatici. 
Pranziamo in un prato accompagnati da due cani randagi, fa un caldo strano per questa zona ed il sole scotta anche troppo. 
Partiamo verso la meta finale, Esquel. Ancora boschi, poi dalla valle si comincia a salire e ci incontriamo in una brulla meseta patagonica coi classici cespuglietti a palla per ripararsi dal vento e mantenere la poca umiditá. Intorno picchi innevati, silenzio e vento abbastanza forte, curve bellissime, non passa nessuno. Verso Esquel 

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Ogni tanto scende un torrentello dalle acque dolci e freschissime, beviamo e ci facciamo qualche foto. Il vento ci strapazza e fa cadere la macchina fotografica, salutiamo due pazzi ciclisti, con le bici ultracariche e dopo un poco arriviamo ad Esquel, che sta in una valle, per cui il vento si sente meno, ma appena provi ad uscirne ti prende a schiaffi. 
Trovo un camping prossimo all'incrocio da cui arriverá Bibo. Lui non sa che siamo qui ed io non so a che ora arriverá. 
Mentre montiamo la tenda arrivano i ciclisti stanchi morti, bruciati dal sole e sorpresa, sono due italiani, due gianduja che vogliono arrivare in fondo alla Patagonia. Raccontano che la meseta é stata durissima, il sole il vento e l'aria secca li hanno sfiancati. Gli diamo la crema per le scottature e li invitiamo a cena. Compriamo la carne e facciamo un bell'Asado Argentino ( una grigliata condita solo col sale) che divorano nel vero senso della parola. Passiamo la serata insieme, un grappino e poi a dormire. Abbiamo fatto 1606 km. La moto é andata benissimo. 
Ho fatto una media di 15,5 km con un litro, in due con moto carica e viaggiando a 140 km all'ora. Comunque in certi tratti con vento mandava giú con gusto. Facevo anche 13 km con un litro per fortuna qui al sud la benzina costa la metá. 
Domani arriverá Bibo con Tata, ma quando non si sa. Se partono all'alba dovrebbero arrivare verso le 14 suppongo. Comunque sará un giornata di riposo.

16 Dicembre

Al mattino ci svegliano las bandurrias, specie di tacchinoni che volano, hanno il becco di un ibis ed emettono un suono di trombetta, da cui il nome. Passano strombazzando insieme a los Teros, uccelli urlatori da guardia.
Fa piuttosto caldo, i gianduja sono ancora in fase di recuperazione, il caldo secco li tormenta. Passano le ore, pranziamo e Bibo non arriva. Prendo la moto e vado per la strada da cui dovrebbe arrivare, non c’é un albero, tipico panorama patagonico, con montagne, cavalli e pecore e vento cattivo, ti ferma la moto se vai piano, ma nonostante tutto, in quella steppa c’é qualcosa che ti attrae, sará l’impressione di infinito, di grandioso. Ti senti una formica, senti la forza della natura. Certo che non é per tutti la vita lí in mezzo, bisogna essere tosti per sopportare questo clima. Esquel 

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Siccome delle moto non si vede neanche l’ombra, decido di fermarmi al posto di controllo della policía e chiedere al poliziotto se puo' farmi il favore, quando arrivano le moto di chiedere di Massimiliano e avvisargli che lo aspetto nel prossimo camping. 
Cosí approfitto per andare fino alla piccola cittá di Trevelin, fondata da emigranti gallesi. La valle dove si trova é molto bella, con boschi e boschi. Li a Trevelin finisce la strada in Argentina e se si vuole scendere bisogna passare in Cile per il passo Futaleufú, ma di questo racconterá sicuramente Bibo. 
Ritorno ad aspettare nel distributore che sta di fronte al camping. 
Ed ecco arriva la prima moto,una Varadero con un modenese che come Bibo aveva profetizzato , si era scapriolato varie volte sullo sterrato e l’aveva rotta tutta. 
Poi arrivano altre moto e alla fine la bestia nera di Bibo, che avvisato e spaventato dalla polizía che l’ha chiamato per nome (che avró fatto ha pensato), mi saluta. 
Che emozione,sono venuto per questo, ed é un bellísimo incontro, anche perché Bibo e Tata sono d’oro. 
Parliamo e stiamo insieme fino a che arrivano le altre moto e vanno a cercare un albergo per passare la notte. Decidiamo di trovarci insieme a Cena dove Bibo divora la “parrillada”. É come se ci conoscessimo da sempre, non ci sono tempi morti, parliamo di voi, dei pazzi della LISSTA, di noi. Peccato che tutto passi in fretta. Domani dobbiamo partire tutti e quattro.

17 Dicembre

Smontiamo la tenda, facciamo colazione, benza e si riparte. Il poliziotto ci saluta con un ARRIVEDERCI!!!, poi su di nuovo per l’altipiano, el Bolson, Bariloche e facciamo tappa a La Angostura, 370 km.
É un posto che mi piace molto, tra due bellissimi laghi, Nahuel Huapi e Correntoso, dalla acque azzurre e trasparentissime. Il lago Correntoso versa le acque nel Nahuel Huapi e la zona é bellísima. Giriamo in moto per la zona e a letto presto. 

18 Dicembre

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Si riparte per Il cammino dei 7 laghi, 100 km di cui la metá di terra, strada che passa tra boschi secolari e 7 laghi bellissimi. Peccato che la stiano asfaltando e perde cosí parte della sua bellezza selvaggia. 

Se avessimo tempo ci dovremmo fermare ad ogni curva, dietro c’é sempre qualcosa da vedere. Arriviamo a San Martín de los Andes sul Lago Lacar, molto bello, ma non c’é tempo di fermarsi, Junin, valle del fiume Chimehuin fiume che scende dal lago Huechulafquen, Valle del Chimehuín, benza e via verso Zapála. Si sale per il fianco di una montagna fino a che appare uno spettacolo strano, un cratere immenso profondissimo, sotto tutto verde, la strada passa sul ciglio, ma l’occhio non riesce a fissare tutto. Si chiama la Rinconada, ti lascia senza idee. La strada continua a salire e ci ritroviamo in un’altra meseta patagonica. Sul fondo il picco conico del vulcano Lanin, divinitá degli indios Mapuches, ci accompagna per quella steppa. 
Il vento é tremendo e nelle curve ti prendi certe strette ...

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A Zapála pranziamo e procediamo verso Neuquen, dove per fortuna il vento ci prende di spalle e ci spinge verso nord, per il deserto.
Schivo un tero con la testa, una tortora, poi a 140 mi prendo una tortorata in una spalla, sembra un cazzottone, per fortuna non era tanto grossa. 
Arriviamo sul far della notte a General Alvear, abbiamo fatto 1070 km e vorrei proseguire per arrivare a casa, ma dobbiamo fermarci perché si avvicina un forte temporale con grandine che da queste parti non scherza. 
La fermata mi taglia le gambe e decidiamo di andare a dormire e fare domani gli ultimi 300 km. Mentre cerchiamo un albergo ci incrocia un motociclista del posto e ci facciamo una chiacchierata e poi a letto. 

19 Dicembre

Si riparte per gli ultimi 300 km, fatti con un certo dispiacere perché il viaggio sta per finire. Da una camioneta ci salutano con la V. I camionisti ci hanno salutato per tutto il viaggio. 
Abbiamo incrociato due TA, ed una Custom con sopra tre pazzi. 
Abbiamo fatto in tutto 3477 km da nord a sud e viceversa, alla media di 16,85 km per litro. Siamo stanchi, ma soddisfatti per quel che abbiamo visto e per chi abbiamo conosciuto. Siamo passati per tre provincie ( le nostre regioni ), La Pampa, Neuquen e Chubut. 
Ci sono delle foto con asterisco,perché sono foto che ho scattato in un viaggio anteriore. In questo dovevo macinare km e non potevo fermarmi quando lo desideravo, ma sono foto dei posti in cui sono passato anche in questo viaggio e credo che sia bello che anche voi possiate vedere qualcosa. 
Diciamo che per quest’anno basta di viaggi, ma ops, mancano 12 giorni all’anno nuovo..... 

Adriano Cesaroni - Mendoza Argentina