Test 2012 sui caschi integrali

caschi-moto-integraliPochi mesi fa riportavamo i dati dei test eseguiti da Altroconsumo sui caschi jet.
Ora leggiamo con sgomento e apprensione i dati dei test effettuati sui caschi integrali.

Nella nuova inchiesta spiegano come "tantissimi i caschi non superano il test di sicurezza. Servono maggiori controlli e un giro di vite sulla normativa in vigore, che non tutela gli amanti della due ruote".

Ad Altroconsumo spiegano che "oltre a fare le prove previste dalla normativa, quelle che garantiscono la conformità dei caschi in produzione con l'omologazione, abbiamo aggiunto una serie di verifiche extra che riteniamo necessarie per garantire la sicurezza". In ogni caso c'è di che preoccuparsi visto che sette caschi su 10 sono stati bocciati. Un dato incredibile perché all'associazione consumatori non hanno preso in considerazione Jet o modelli da bancarella, ma caschi integrali di marche blasonate. 

Sei di questi sono omologati, ma quando in laboratorio sono stati sottoposti alle prove di omologazione non le hanno superate. Sono: AGV Grid, Airoh Dragon, Arai Axces, Premier Style, Shark Vision R e Suomy Apex. Il modello X-lite x-602 invece non supera le prove extra. Massimo dei voti invece per il Nolan N85 ("Casco in termoplastica, di prezzo contenuto, 138-184 euro, supera abbastanza bene tutte le prove"), il Grex R2 ("un modello ben più economico, 85-103 euro, in materiale termoplastico") e lo Shoei Xr 1100 ("Si tratta di un casco in fibra, venduto al prezzo di 389-460 euro. I giudizi sono lusinghieri in quasi tutte le prove").

"Il problema - spiegano ad Altroconsumo - che la norma del settore è inadeguata, mancano controlli efficaci e i produttori si adagiano". Eppure andando a leggere con attenzione l'inchiesta si scopre che la situazione è ben peggiore di quanto non appaia perché la maggior parte dei caschi (6 su 10), nonostante siano omologati, non hanno superato la ripetizione del test di omologazione. 

"La nostra inchiesta - concludono ad Altroconsumo - dimostra anche che tutte le prove di sicurezza vanno estese a ogni taglia di uno stesso casco. Infatti, in laboratorio è emerso che le prove extra che abbiamo fatto sulla taglia piccola (da XXS a S) danno risultati diversi dalla L. Ciò significa che cambiare taglia equivale a trovarsi di fronte a un altro prodotto, insomma a un casco con caratteristiche differenti (rispetto allo spessore della protezione interna, alla calotta esterna...). Diventa necessario, dunque, che i produttori facciano test a campione su tutte le taglie di uno stesso casco, non solo in fase di omologazione, ma anche nei controlli sulla produzione".

Una cosa è certa. Anche stavolta, come negli anni passati, scoppierà il solito putiferio perché ad Altroconsumo, come sempre, hanno inviato i
risultati ai produttori coinvolti. E se c'è chi si è dimostrato trasparente e collaborativo, c'è anche chi ha subito diffidato dal pubblicare i risultati. Ma all'associazione, si sa, non si spaventano e anzi chiedono l'intervento del Ministero: "Ci sono giunte segnalazioni di soci - spiegano - che hanno trovato in negozio caschi che avevamo denunciato per problemi di sicurezza al ministero dei Trasporti e delle infrastrutture nel 2009. Eppure, per ottenere il ritiro di quei prodotti abbiamo fatto il massimo". 

Dura la presa di posizione dell'Ancma, l'Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori che in una nota accusa Altroconsumo. Eccola riportata integralmente.

"In relazione al comunicato stampa diffuso da Altroconsumo su alcuni caschi integrali, Confindustria ANCMA, l'Associazione Nazionale Ciclo Motociclo e Accessori, sottolinea il proprio disappunto e chiarisce elementi discordanti e sui quali è necessario non generare confusione.

Innanzitutto, vale la pena di fare un passo indietro e raccontare il precedente tentativo di Altroconsumo di sostenere una tesi inutile. Tale associazione continua a pretendere di sottoporre a vari test i caschi utilizzando una metodologia e parametri di giudizio assolutamente personali e opinabili. Ma, soprattutto, non conformi alle norme tecniche vigenti. Come è già accaduto con l'inchiesta relativa ai caschi Jet del 2010 e conclusasi
nel nulla dopo che il Ministero dei Trasporti aveva confermato la sicurezza degli stessi, Altroconsumo ha sottoposto i prodotti di diverse aziende ad una serie di test che, per loro stessa ammissione, non erano previsti dalle norme di omologazione o erano effettuati con metodi ed apparecchiature tali da invalidare in parte i risultati.

ANCMA da sempre persegue l'obiettivo di tutelare la sicurezza degli utenti della strada. In proposito, collabora a tutti i livelli con gli Enti competenti al fine di aggiornare e migliorare le normative in materia. Sono in corso i lavori che porteranno a definire il nuovo standard omologativo. Fino al definitivo recepimento internazionale, le aziende rispettano, in fase produttiva e in sede di controllo, tutti i parametri previsti nel regolamento in vigore.

Auspichiamo che chiunque decida di investire le proprie risorse ed il proprio tempo, utilizzi metodologie corrette e trasparenti.
ANCMA


Ed ecco la risposta dell''ARAI, una delle marche chiamate in causa da Altroconsumo

Con grande disappunto ci siamo imbattuti nei risultati pubblicati lo scorso 28 Febbraio 2012 da Altroconsumo riguardo al modello Arai Axces.
Dai risultati del test forniti da Altroconsumo abbiamo potuto identificare il lotto di produzione dei caschi oggetto della prova, tracciando il numero seriale dei prodotti. Nel mese di agosto 2011, l'istituto di prova accreditato che ha garantito l'omologazione ECE R22-05 del modello Arai Axces (TNO Automotive) ha condotto prove su campioni random di caschi Arai Axces facenti parte di questo stesso lotto. Tutti i caschi provenienti dal lotto hanno dimostrato di rispondere appieno ai requisiti richiesti senza riserva alcuna. Da ciò evinciamo che il modello Arai Axces soddisfa i requisiti di sicurezza definiti dalla normativa ECE R22-05.
Oltre a quanto sopra, non siamo fino a questo momento nella posizione di poter fare alcuna affermazione contro i risultati del test pubblicato da Altroconsumo, in quanto non sappiamo quale laboratorio abbia condotto tali test per conto di Altroconsumo.
Intendiamo comunque sottolineare che:
Il modello Arai Axces, in aggiunta ai requisiti previsti dalla ECE R22-05, è progettato per soddisfare i seguenti requisiti interni:
1. Test di Penetrazione effettuato con un cuneo del peso di 3 kg da un'altezza di 3 metri - dove il cuneo non deve entrare in contatto con la falsa testa.
2. Test d'Impatto contro una incudine metallica emisferica di 48 mm - dove il picco di accelerazione non deve superare i 275 G

Il modello Axces è progettato per rispondere ai requisiti sopra menzionati in qualsiasi punto della calotta sopra una specifica linea di test, come indicata dalla normativa Snell, al fine di offrire una protezione superiore alla persona che lo indossa.
A seguito dei punti di cui sopra, si può dichiarare che l'Arai Axces può essere ritenuto a tutti gli effetti un casco che offre una protezione superiore.

In ogni caso, riconosciamo ufficialmente che i risultati pubblicati da Altroconsumo rappresentano un episodio negativo contro questo modello. Di conseguenza decideremo quale tipo di azione sarà più appropriato intraprendere. Faremo un annuncio pubblico non appena giungeremo a una decisione al riguardo. Nel frattempo confermiamo esplicitamente che il modello Arai Axces offre a chi lo indossa un livello di protezione superiore. 
ARAI HELMET

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