Due locali bolognesi

(provati nel dicembre 2012)

So, ne sono certo, che indicando solo due locali nel centro di Bologna farà torto a qualcuno. A Bologna si mangia bene (quasi) ovunque, ma mi sono trovato bene in due posti in particolare.

Buca Manzoni

Ci arriviamo per caso. Abbiamo viaggiato per tutta la mattina, abbiamo preso possesso dell'albergo e abbiamo mosso i primi passi nel centro di questa città  a noi sconosciuta. Passiamo locali che non ci invitano, all'insegna del mordi e fuggi, e nei pressi del Museo medievale scendiamo qualche gradino e ci troviamo nella Buca Manzoni. È tardi e la cucina sta quasi per chiudere. Veniamo comunque accolti con gentilezza e prendiamo posto in un locale ampio e un poco anonimo. La carta offre il necessario: dagli antipasti, ai primi, ai secondi e ai dessert la scelta è contenuta ma più che adatta alla bisogna: tendo a diffidare di chi offre di tutto e di più. Preferisco quelle poche cose curate e ben servite all'imbarazzo della scelta.
Decisamente ci azzecchiamo. Eleggiamo la Buca Manzoni a punto di riferimento per il pranzo di mezzogiorno. Tortellini e lasagne si dimostrano eccellenti. Una rivelazione è il bollito misto con salsa verde e accompagnato da uno splendido friggione (cipolle stufate a fuoco lento con salsa di pomodoro) che mi rallenteràun poco la digestione, mi renderà  poco appetibile per effusioni o scambi sociali, ma mi lascerà  per tutto il giorno con un bel sorriso soddisfatto.
Il vino della casa, un onesto Sangiovese, accompagna i piatti. Chi volesse potrebbe comunque variare con una discreta scelta di vini in bottiglia o di birre artigianali.
I prezzi non sono da mensa popolare, ma restano assolutamente nella norma e sono ben corrisposti dall'appagamento finale. Come per tutti i locali, è opportuno prenotare.

La montanara

Ci viene segnalata dal portiere dell'albergo in cui alloggiamo (il Metropolitan, in Via orso 6, dove sennò?). È a pochi passi e quindi per noi è anche un posto comodo. La prenotazione è obbligatoria perché il locale è minuscolo e a partire dalle 20.00 è sottoposto a un vero e proprio assedio di spasimanti avventori. Ci stanno una ventina di posti. Anche qui, la carta offre una varietà  ridotta, ma più che sufficiente di piatti. Provo dei magnifici e abbondanti tortellini in brodo mentre Doris si regala un eccellente risotto alla zucca con aceto balsamico. Ottimo il guanciale di manzo brasato che segue una delicata mousse di mortadella e prosciutto. Annaffio una sera con un cabernet-merlot della zona e la sera successiva con un Sangiovese. Entrambi onesti. Il personale, ridotto a due ragazzi e a un (una ?) cuoco (a?) È affabile e gentile. Una trattoria che vale una visita. Prezzi non proprio popolari, ma comunque nella norma: tra i trenta e i quaranta euri a cranio.
Una piccola notazione a margine: la seconda volta che ci andiamo è per incontrare due ragazzi che ho conosciuto la scorsa primavera a Moustier Sainte Marie. A volte ci si promette di ritrovarsi e la cosa resta lì. Con Luca e Simona, questa volta è andata meglio.