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Storia dei gruppi regionali - Transalpveneta

Indice articoli

Transalpveneta : Breve storia di TransalpVeneta

Com'è nata Transalpveneta?

Boh… forse fu un momento di follia, un sassolino lanciato goffamente in uno stagno da un inesperto bimbetto.

Un sassolino che, con il suo leggerissimo PLIF e l'onda a cerchiolino, strappò un sorriso all'ometto che poi si allontanò,-dondolon dondoloni- intento a cose più grandi, quali l'inseguimento del gatto di casa o l'estrusione della cacca con le scarpe bianche e nuove.
Un cerchietto che –silenzioso- si è allargato, un cerchietto che ha colpito gli innocui giunchi sporgenti dal pelo dell'acqua, giunchi che son restati quasi immobili ma che hanno diffuso a loro volta un'eco.
E l'eco genera a sua volta altre eco.

Fino a creare quella inarrestabile distorsione in grado di smuovere persino l'immagine delle montagne che ivi si specchiavano solide nell'eterna quiete.

Sincronicity.

In Australia una farfalla batte le ali e a Montagnana un professore urla "smettetela di fare casino là in fondo!..."
Ma i professori, ormai è noto, hanno i nervi a pezzi.

Beh, noi siamo così. Siamo fieri di aver tirato quel sassolino nel 2003 e di essere ancora qui a gustarci l'eco.
Ricordo i primi giorni, quella sensazione di entrare in casa nuova, le pagine di Yahoo con lo sfondo bianco, i quoting lasciati nelle risposte come gli echi delle stanze senza mobilio. Mancavano solo le lampadine penzolanti dai fili annodati rosso e blu, l'odore della calce mista a sabbia e la scabrezza delle malte non ancora asciutte.

Buongiorno, sono Franz, `giorno io sono Pinese, piacere sono Ghost, benvenuto Sasha, un saluto all'Ispettore di Volo.
Ricordo il primo evento, quando Francesco offrì un intero prosciutto di Montagnana a chi avesse spedito il millesimo messaggio.
Panico! Sarebbe stato possibile resistere alla tentazione solo a chi, fortunato, non si fosse trovato violentemente incarnito nel DNA la sublime sensazione della suina vellutaTA rosaTA profumaTA succulenTA culaTTA stagionaTA. Per non parlare del fatto che l'aggeggio costava un centomillone delle vecchie lire. Occasione da non perdere.

Provammo -per la verità poco- ma non resistemmo. Con un sordido giro di telefonate e una faccia molto simile al godurioso premio messo in palio ci bloccammo tutti al 999° messaggio e lasciammo che lo sconsiderato offerente si auto-vincesse l'agognato salume. Fu così che ci presentammo a casa sua in venti per congratularci -e per aver la giusta parte- della sua meritatissima auto-vincita.
Io portai l'affettatrice, altri roba da mangiare, e ci trovammo in famiglia.
Luci tenui di lampadine da sessanta, tovaglia macchiata da un buon Brunello di Montalcino, bimbi in giro, schizzotti e dolci fatti in casa. ...e prosciutto come se piovesse.
Franz con la sua seraficissima seraficosità, Beepi con gli immancabili mocassini, Ghost con i suoi bidoni, Matteo con la Cristina, Frank con la sua innata voglia di correre, tutti intorno alla stessa tavola, a condividere l'aglio e l'olio. e il prosciutto....
Ci siamo inventati la motogrigliaTA, dilettantesco tentativo di risparmiare sui pasti portando via tutto il necessario per grigliare con le moto. Griglie attaccate ai paracarene, carbone nei bauletti, gatti da caccia ad inseguirci famelici sugli sterrati. La prima volta pioveva, ma la formula pareva funzionare.
Eravamo in otto, mangiammo quattro chili di carne e costine.
L'ultima volta avevamo le auto di appoggio, i gazebo, il carrello con le griglie e i sacchi di carbone, i bimbi col pallone, le donne col maglione, i bicchieri sul mattone, gli alpini invidiosi per l'organizzazione.
Eravamo in ottanta. Avanzammo quattro chili di carne e costine.
Stendiamo un velo pietoso e non parliamo della gara sugli sterrati del trevigiano con le bottiglie di prosecco nel bauletto a veder chi ne salvava di più. La strage degli innocenti, ma lì per lì sembrava una bella idea...
Siamo ufficialmente fra i gruppi che consumano più fette di salame alla griglia che chilometri con le moto. Hot Rod. Buelle Roventi.
Ogni tanto però -dicono si confaccia ai motociclisti- si gira.
Ci siamo fatti 4 passi. Sella, Pordoi, Falzarego, Giau… un incontro con intorno le dolomiti e la jacuzzi in camera, con le mogli in accappatoio che dicono "andate pure e divertitevi, noi vi aspettiamo qui al resort…"
I passi diventano venti, trenta, quaranta. Gli amici sempre di più. Ci si divide, ci si differenzia, ci si incrocia, ci si riunisce. Chi va e chi torna, chi... chi è quello? boh... avrà sbagliato gruppo... vabbè, gia che c'è pare brutto mandarlo via e s'allunga il brodo.
Le spedizioni diventano ardite e si sconfina di qua e di là, anche dove si parla mica più il 'taliano. Ogni tanto, quando il programma lo richiede, si mollano le moto e si visitano riverenti i serrai di sottoguda, che le montagne più belle del mondo richiedono qualche piccola attenzione e i vigili son tranquilli.
C'è chi si spezza le clavicole nel deserto, c'è chi si fa il giretto domenicale con la morosa. C'è chi si spezza le clavicole con la morosa, ma queste son altre storie.
C'è chi davanti conosce la strada e tira come un dannato, c'è chi in mezzo fa di tutto per non aver su di se l'onta di spezzare la catena, c'è chi in fondo si incanta a vedere un colore o un ombra, quel che gli serve per rendere toccante il report da far leggere agli amici e alla moglie. Alla fine ci si aspetta, disfatti, ingolfatti ma soddisfatti. Per fortuna il lunedì ci si riposa in ufficio.
All'urlo di "là se magna bèn", snobbiamo i posti più noti e ci ritroviamo invischiati in incontri dai nomi fortunati: facciamo l'incontro su asfalto e lo chiamiamo il quattro passi, facciamo la versione OFF e la chiamiamo il 4 sassi, ci inventiamo la grigliaTA, ci troviamo alla mangiaTA, il pesce fritto alla regaTA. Qualsiasi cosa che finisca in ATA diventa un pretesto per far fuori benzina e salsicce e per riveder gli amici.
Noi siamo genTe che ha una sola regola: rispettare le regole. genTe che non svernicia, perché la vernice costa; che non impenna, perché ad alzare il transalp, si sa, ci serve il cricco; che non vola basso, perché i punti sulla patente servono per lavorare. genTe cui piace il Transalp ma che accetta mai sprezzante anche gli altri modelli. genTe che sbava per una moto arancione e si ridipinge il transalp col minio, genTe che quando c'è da sbaccanare non si fa problemi, ma quando c'è da lavorare sodo si va a sbaccanare e poi ci si riunirà la prossima volta ma facciamo tutti giurin giuretta che la prossima volta si lavora. genTe composta da coordinatori zelanti, fotografi professionisti, meccanici dilettanti, piloti agguerriti, cuochi provetti, saldatori attenti, scrittori incompresi, osservatori silenti, casinisti inpenitenti. Otto anni senza mai una baruffa, senza mai alzare la voce, sempre a testa alta, lo sguardo onesto e fiero. genTe con la testa sulle spalle, genTe fidata con una moto onesta, modesta ma ugualmente fiera. genTe con la T maiuscola.

Nel duemilatre non abbiamo fondato TransalpveneTA. Noi siamo TransalpveneTA. Noi siamo LissTA.

Tutti uniti da quell' unica passione, per la quale venderemmo la primo- e anche la secondo e la contornogenitura, oltre al dolce, caffé e ammazzacaffé.

Ah… oltre a quella, spero si sia capito, ci piace anche andare in moto. Tanto per cambiare.

Veneto, Gennaio 2011