ITT 2009 - Baviera - Germania

Il nostro Tom Tom Maurizio immagine ci segnala le ultime novità per l'ITT (International Transalp Treffen) 2009:

E' ora disponibile la versione in italiano del programma e delle
varie informazioni dell'incontro che si terrà in Baviera dal 21 al 24
maggio 2009:
http://itt2009.transalp.de/it/home

Ciao,
Maurizio

Immagine articoli

 
 
 

Finalmente si lavora

Arriva il sito 2.0

Il sito si rinnova e finalmente tutti avranno di che discutere! 

 
Ciao sito 1.0 
 
Documento1
 

Simpatico quanto irriverente articolo sui Motociclisti

Questo articolo e' apparso sul numero di Marzo 2003 della rivista AUTO.

Lasciamo ai nostri numerosissimi lettori trarre le conclusioni. Ovviamente abbiamo replicato con un fax il cui testo integrale e' riportato qui sotto. La rivista Auto ci ha "risposto" tramite il responsabile delle pubbliche relazioni della Honda Italia..... ma non per scusarsi !

Replica inviata per fax al Direttore di Auto Tommaso Valentinetti :
Egregio Direttore,
Ho appreso da un articolo apparso sulla rivista "Auto", da Lei diretta, che il Vostro periodico ha deciso di aumentare il divario "culturale" tra i motociclisti e gli automobilisti. Probabilmente il signor Francesco Scinia, autore dell'articolo apparso a pagina 82 del numero di Marzo 2003, pensava di aver creato un pezzo divertente facendo l'identikit a quella categoria di utenti della strada che preferiscono la scomodità delle due ruote, la pioggia ed il vento rispetto che dei comodi e paciosi ed oltremodo "corretti" automobilisti. Noi facciamo parte di quelli che l'autore chiama "pseudo enduristi", abbiamo età che varia tra i 20 ed i 60 anni, e molti di noi, oltre ad essere andati molte volte anche nei deserti africani, in Sud America, a Capo Nord con la figlia, in Medio Oriente hanno più volte passato i 100.000 km con una sola di quelle motociclette. Abbiamo incontrato nei nostri numerosissimi viaggi fatti a volte con una semplice tenda al seguito gente di altri paesi, che ci ha offerto un the' caldo in cambio di quattro chiacchiere. Non mi e' mai capitato all'estero di vedere esaltati paradossi come quelli che Lei ha pubblicato, nella vicina Francia anche gli automobilisti salutano i "motard". Da noi, NO, forse grazie anche agli articoli come i Vostri? Non conosco, nel nostro gruppo, motociclisti con pessime abitudini spavaldi e pericolosi, ma conosco molti che si sono visti falciare la strada da "automobilisti" che uscendo dalla loro scatoletta esordivano con un "scusa non ti avevo visto!" Ai nostri iscritti e' nota l'impostazione della rivista che Lei dirige, che esalta l'elaborazione e l'impostazione di mezzi al limite della legalità e troviamo oltremodo sconveniente che dalle Vostre pagine arrivino articoli di quel genere, e sono altresì certo che Lei non darà spazio a questa nostra replica. La invito piuttosto a visitare il nostro sito internet che vede quasi 5000 visitatori al mese, e nel quale pubblicheremo questa nostra lettera, ne rimarrà deluso non trovando informazioni su come elaborare una Transalp, ma piuttosto consigli su come condurre il mezzo in sicurezza. Tuttavia essendo il Suo editore "Conti", colui che permette l'uscita della rivista "InMoto", ci domandiamo se un analogo elenco di "sciocchezze verso gli automobilisti" apparirà come simpatica ribattuta per mano di un altro “pseudo-giornalista”.Cordialmente Le inviamo un educato lampeggio !
Firmato : Elio Mangraviti

P.S.
Lo scrivente, quale gestore del sito www.transalp.it e coordinatore della mailing list di transalpisti più conosciuta in Italia, pubblicherà comunque questa mail ed il Vostro articolo, dando la possibilità ai quasi 5000 visitatori mensili, di trarre le opportune conclusioni.

La rivista Auto se ne e' guardata bene dal risponderci, anzi ci ha fatto scrivere dalla Honda Italia, quasi a "richiamarci all'ordine" ! Tuttavia l'autore dell'articolo Francesco Scinia, curiosando sul WEB ha trovato la nostra risposta e ci ha scritto direttamente. Qui di seguito lo scambio di opinioni :

Egr. Sig. Elio Mangraviti, gestore del sito www.transalp.it
M’imbatto, del tutto casualmente, nel sito da Lei magistralmente gestito e prendo atto della Sua garbata protesta in ordine al mio articolo. Ha fatto benissimo ad inoltrare il Suo dissenso al Direttore, che ha fatto benissimo a NON farmelo pervenire, lasciandomi il piacere di scovarlo da me, mentre digitavo su un motore di ricerca, come faccio assai spesso, il mio nome & cognome per seguire le vicende delle mie varie pubblicazioni (se vuole togliersi la curiosità, vedrà che sono impegnato anche in altri settori).Non ritengo elegante sottrarmi al confronto ed al giusto disappunto, Suo e delle migliaia di Suoi accoliti che Ella rappresenta, e dedico qualche minuto del mio tempo a replicare alle Sue quasi condivisibili affermazioni.
Il “quasi” è dovuto al fatto che, se avesse letto con più attenzione la premessa (che per Sua comodità ripropongo), avrebbe evitato di accalorarsi tanto ed oltremisura, adoperando espressioni degne di miglior causa. Rilegga un po’ cosa scrivevo:…grosso modo, una moto in più equivale ad un’auto in meno, quindi la benemerita categoria contribuisce, più di ogni altra, a decongestionare le nostre intasatissime metropoli. Il variegato popolo dei “dueruotisti” si compone di diverse categorie e, in ciascuna di esse, accanto a ragazzini giudiziosi e prudenti, giovani maturi e pacati padri di famiglia, convivono alcuni esemplari poco edificanti:…L’uso di espressioni come benemerita categoria… alcuni esemplari… avrebbe dovuto indirizzarla su una chiave di lettura ben diversa: la “categoria” dei motociclisti, al pari di quelle degli automobilisti, dei camionisti, delle casalinghe, dei pensionati, dei pedoni ecc., non si compone di masse omogenee, ma di singoli soggetti e, come ha detto qualcuno più famoso ed autorevole di noi due, ogni individuo è unico ed irripetibile. Ciascuno di noi sceglie, liberamente o per necessità, di appartenere all’una, all’altra o, contemporaneamente, a diverse “categorie”, senza per questo abbracciare in toto stilemi e modalità comportamentali esclusive ed assolute del “branco” di cui fa parte. Semplicemente, si porta dietro il proprio bagaglio culturale e di esperienza ed i propri modelli esistenziali, che traspaiono sempre e comunque, qualsiasi cosa guidi e dovunque si trovi a transitare. In sintesi, il maleducato, l’incivile, il superficiale si riveleranno come tali indipendentemente dal numero di ruote che usano. Ho voluto prendere di mira “alcuni” di questi maleducati ed incoscienti, descrivendone i comportamenti che chiunque può osservare, ogni giorno, su qualsiasi strada, senza voler in alcun modo coinvolgere nello stesso calderone TUTTI gli altri utenti delle due ruote. Speravo che ciò fosse abbastanza chiaro e comunque, proprio per non dar luogo ad equivoci, lo avevo specificato a chiare lettere.Ma un’altra cosa avrebbe dovuto indurla alla corretta interpretazione del mio pezzo: chi odia le moto, in genere, non distingue tipologie, marche, modelli e le varie specie di utenti; capisce a malapena che ci sono gli scooterini e quelle “grosse”, cioè targate, e che, fra queste, ci sono quelle “da cross”, col manubrio alto, e quelle “da corsa”, col manubrio basso, che passano i 200. Fine della “cultura” motociclista. Chi scrive un articolo come quello da lei aspramente criticato deve necessariamente parlare con cognizione di causa, cosa che non potrebbe fare senza una variegata esperienza personale o, quantomeno, con una costante documentazione su riviste specializzate. Che nessuno legge, se non è animato da passione o almeno da forte e benevola curiosità per quel meraviglioso mondo.Ergo, è stato scritto da un motociclista, e allora suona perlomeno strano che ce l’abbia con TUTTI i motociclisti. A questo punto mi permetta una breve digressione autobiografica. Automobilista per necessità (in una moto, anche col sidecar, tre figli da accompagnare ogni mattina a scuola ci stanno stretti), non mi ritengo proprio uno di quelli che vedono le due ruote come il fumo negli occhi, anzi, sono motociclista:
1) nell’anima, fin dal lontano 1971, allorquando, appena dodicenne, compravo regolarmente Motociclismo e sbavavo dietro ai vari Benelli Mini Bike, Garelli Tiger, Fantic Caballero e, sognando “oltre”, Laverda 750 SF, Kawasaky 500 Mach III, Ducati 350 Scrambler ecc.
2) nel corpo, dal 1973, quando, appena quattordicenne, fui gratificato dalla magnanimità dei miei genitori di uno stupendo e lungamente sospirato Milani Cross 50, al quale seguirono altri cinquantini, fra cui un mitico Gilera 5V Trial con cui vinsi un paio di gare, una Vespa 125 TS, tuttora viva, vegeta ed arzilla, una Vespa PX 150, una Guzzi 650 TT, con cui ho girato la Penisola in lungo e in largo, isole comprese e in ultimo, non mie ma tenute uti dominus per qualche tempo, diverse altre moto, come una V7 del ’68, una Morini 3 e ½, varie Guzzi 850 T5 e, guarda caso, una Transalp.Pensa ancora che volessi generalizzare ed accomunare nelle deplorevoli situazioni descritte TUTTI i motociclisti? Me compreso? Allora, a scanso di (ulteriori) equivoci, mi vedo costretto a spiegarLe più chiaramente cosa volessi dire:

1) Molti motociclisti, direi la maggior parte, sono rispettosi delle norme del codice e degli altri utenti, a due, tre, quattro, sei e più ruote.
Prima ancora che rispettosi, sono dotati di materia grigia e sanno che comportamenti troppo disinvolti possono portare a cospargerla sull’asfalto, la loro materia grigia, quindi guidano con prudenza ed attenzione.
2) Molti altri, una minoranza, ma pur sempre troppi, guidano da cani, mettendo costantemente a repentaglio la sicurezza propria ed altrui. Fra essi ci sono tanti adolescenti e diversi soggetti anagraficamente più avanzati, ma culturalmente ben poco evoluti. E cavalcano mezzi di ogni marca, cilindrata e modello, dallo scooterino alla Transalp alla Fireblade alla K1200. Vuole forse negare che esistano? Si legga un paio di quotidiani o, meglio ancora, passi un paio di giorni davanti a qualsiasi Pronto
Soccorso e si ricrederà in un lampo.
Il fatto che Ella non annoveri, nel Suo gruppo, simili incoscienti non può che farmi piacere, ma non vedo cosa tolga e cosa aggiunga alla mia analisi.
Ignoro quale sia il Suo mestiere, cioè a quale categoria professionale appartenga. Immagino che, se è un impiegato statale, o un commercialista, o un medico, si indignerà allo stesso modo tutte le volte che leggerà sui quotidiani di impiegati corrotti o di commercialisti collusi coi mafiosi o di medici negligenti, specie se l’autore dell’articolo avrà la malaugurata idea, pur dopo un doveroso distinguo, di elencare altri casi simili. Non la sfiora il sospetto che la sua giusta indignazione dovrebbe essere rivolta contro i Suoi stessi colleghi, che gettano il discredito sulla Sua categoria, piuttosto che verso chi descrive una realtà oggettiva, per quanto spiacevole possa essere?Perfettamente d’accordo sulle pessime e pericolose abitudini di tanti automobilisti. Ma cosa Le fa credere che io li ritenga tutti “corretti”? Mai scritta, né subdolamente ventilata una cosa simile. Se ha voluto giudicare il complesso delle mie posizioni semplicemente da quel pezzo, La invito a procurarsi i 12 articoli che lo hanno preceduto, dove ho abbondantemente fustigato i deprecabili comportamenti di tanti utenti delle 4 ruote. Si figuri che nel numero di dicembre 2001 nell’articolo Guido, dunque sono! mettevo alla berlina gli appassionati del tuning estremo, cioè proprio il lettore tipo della rivista Auto. E nessuno si è sognato di protestare, comprendendo evidentemente lo spirito del pezzo, che voleva semplicemente (proprio come quello sui motociclisti) evidenziare ed esasperare ironicamente le esagerazioni di alcuni e non tranciare giudizi su un più o meno esteso gruppo sociale.In conclusione, caro Sig. Mangraviti, si goda la Sua Transalp, i Suoi viaggi ed i Suoi 5.000 visitatori, tutti certamente rispettosi del codice ed in grado di distinguere fra un attacco indiscriminato e generalista ed una precisa, seppur sarcastica, accusa ad ALCUNI soggetti, che sicuramente non meritano la Sua accorata difesa d’ufficio e, anzi, nuocciono assai alla Vostra (NOSTRA!) categoria, contribuendo in modo determinante ad accrescere proprio quel paventato divario culturale che Ella, erroneamente e frettolosamente, attribuisce al mio articolo ed alla rivista che lo ha pubblicato. La quale, ne sono convinto, sarebbe ben disposta ad ospitare, come la consorella InMoto, “un analogo elenco di "sciocchezze verso gli automobilisti” come simpatica ribattuta per mano di un altro “pseudo-giornalista”. Che, ne sono altrettanto certo, potrebbe e dovrebbe essere proprio Lei. Si accomodi al PC, cominci a scrivere e buona fortuna.La ringrazio per la Sua squisita attenzione e ricambio con un cordiale doppio lampeggio.

Francesco Scinia, pseudoendurista, Palermo.

Ecco la mia ultima replica inviata il 24/04/03 :

Egregio,
val piu' internet che un Direttore !
Ebbene si lo ammetto ci siamo scaldati molto, e l'introduzione l'ho letta e riletta, ma mi e' sempre parsa come una cosa messa li a "parare" il testo sucessivo.
Quello che contesto, e piu' ancora che a Lei come autore, ma alla rivista che ha ospitato il suo pezzo, e' proprio quello di ironizzare sulla "nostra" categoria dalle pagine di una rivista 'automobilistica'.
E' stato questo l'aspetto che non abbiamo apprezzato, dubito fortemente che andro' a recuperarmi i numeri arretrati di una rivista che non reputo molto professionale, non fosse altro per la censura che il Direttore ha fatto anche nei suoi confronti di una mia replica. E mi lasci pensare anche che nessuna replica Le sia arrivata ai suoi precedenti pezzi proprio per la stessa censura applicata.....!
Altra considerazione poi e' stata la "difesa" presa dalla stessa Honda del suo pezzo, non tanto per difendere Lei della mia infondata accusa di "pseudo-giornalista", del quale mi scuso, ma per il fatto che sempre il Direttore della rivista Auto, si e' "lamentato" del mio fax verso la Honda, un po' come dire, stai all'occhio di questi....
Per quanto concerne poi il lavoro che svolgo, non e' un segreto, se avesse curiosato un po' piu' a fondo sul sito, avrebbe trovato anche che mi occupo di Spazio, nulla a che vedere quindi con le 2 o le 4 ruote ! E le confermo quanto Lei asserisce sugli articoli che si leggono a sproposito, quando ci fu la recente tragedia dello Shuttle esploso, decine di "giornalisti" sono corsi a scrivere che la causa era una crepa sull'ala e fecero pubblicare fior di foto ! Falsi come non mai questi "giornalisti" non solo hanno speculato sulla vita di quei poveri astronauti periti nell'incidente, ma hanno diffuso nell'opinione pubblica una immagine che nulla centrava con l'ala di uno Shuttle. Lei pensa che ora sia possibile che un giornalista si metta a scrivere un articolo in prima pagina per smentire tutti i suoi colleghi ? Meglio non parlarne piu' come d'altra parte e' successo.
Mi spiace solo che ci separino molte centinaia di chilometri, altrimenti l'avrei ben volentieri invitata ad uno dei nostri prossimi incontri, (non raduni), per farLe conoscere di persona cosa sono i Transalpisti di cui Le parlavo nella mia replica.
Nel ringraziarLa per la risposta Le chiedo l'autorizzazione a pubblicare la Sua replica verso i nostri iscritti e di pubblicarla anche in coda al pezzo che Lei ha trovato sul nostro sito internet.
Cordialmente
P.S. Dalla sua firma debbo dedurre che Lei sia ancora un transalpista ! Se volesse unirsi al gruppo, ne sarebbe il benvenuto !
Caro Mangraviti, nulla in contrario, ovviamente, alla pubblicazione della mia replica, anzi, grazie per la cortese attenzione e lo spazio offertomi e soprattutto per le gentili parole. Come vede, quando fra due persone esistono affinità di fondo e, soprattutto, garbo e cortesia, nonostante le divergenze concettuali si trova sempre un punto d'incontro. Purtroppo transalpista lo sono stato solo per un paio di settimane, nel 96, per circostanze del tutto casuali ed attualmente ho solo la vespa del 75, ferma in garage da un paio d'anni. La ringrazio comunque per il graditissimo invito, che accetto virtualmente e La saluto con simpatia e con l'augurio di grandi soddisfazioni per il Suo meritorio impegno, che La prego di estendere a tutti i Soci del Suo sodalizio.

Cordialmente

Francesco Scinia

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Conosciamo la LISSTA, il mondo dell’ enduro su internet

Con questa intervista alla LISSTA, il faromag , inaugura una sezione dedicata alle più interessanti community web.
Ringraziamo il Faromag per averci concesso questa "prima".

Elio Mangraviti

Inauguriamo una rubrica tutta dedicata alle community web che raccolgono appassionati internauti sugli argomenti più disparati. Se vi state chiedendo che cos'è una community, la risposta è semplice: una comunità virtuale o comunità online (per l'appunto "community") è un insieme di persone interessate ad un determinato argomento, o con un approccio comune alla vita di relazione, che corrispondono tra loro attraverso una rete telematica. Grazie ad internet e al web queste persone formano una rete sociale con caratteristiche peculiari.

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Infatti tale aggregazione non è necessariamente vincolata al luogo o paese di provenienza: trattandosi di una comunità online, chiunque può partecipare ovunque si trovi con un semplice accesso alle reti, lasciando messaggi su forum (Bullettin Board), partecipando a gruppi Usenet (Newsgroups o gruppi di discussione), o attraverso le chat room (Chiacchierate in linea) e programmi di instant messaging (messaggistica istantanea) come ICQ, ebuddy, Pidgin, MSN Messenger, Yahoo! Messenger, e altri. Una comunità virtuale può rimanere unicamente tale, oppure estendersi nel mondo fisico, permettendo l'incontro dei suoi appartenenti.

Per cominciare, apriamo la rubrica con la LISSTA, una community di motoclisti appassionati di enduro, nati dalla passione per un modello di moto giapponese che ha fatto la storia dell'off-road: l'Honda Transalp. A risponderci sono Elio Mangraviti e Diego Tomasi, i fondatori della LISSTA.


STORIA
Com'è nata la community e perché?

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La Lissta è nata il 5 febbraio 2000 in seguito ad una mail inviata da Elio Mangraviti ad altri 16 "transalpisti" italiani, tra i quali Diego Tomasi. Dal 1997 Diego seguiva il newsgroup it.hobby.motociclismo e nell'ottobre 1998 creò una mailing list dedicata solo ai transalpisti.
Erano in pochi all'inizio, questa mailing list ebbe un po di traffico durante il 1999; il 20 gennaio 2000 arrivò una mail di Elio, che manifestava l'interesse di creare una comunità di transalpisti italiana. Tutti e due erano però iscritti in una mailing list internazionale sul transalp (che esiste ancora oggi) e spesso si leggevano a vicenda in lingua inglese. Diego ed Elio non si erano mai sentiti prima di allora ed Elio non era a conoscenza dell'esistenza della mailing list che aveva creato Diego. Diego invece conosceva il nome di Elio in quanto era andato qualche volta a visitare il suo sito che conteneva molte informazioni sulla Honda Transalp. Elio infatti aveva proposto ad un corrispondente tedesco "deti" di riproporre il suo sito sulla Transalp in lingua italiana. Quello fu il punto di partenza, il suo sito, il piccolo gruppo di transalpisti della mailing list che aveva creato Diego, più qualche altro transalpista contattato da Elio.
Capimmo subito di essere in sintonia su quello che volevamo ottenere, in pochi giorni organizzammo le idee e venne creata una nuova mailing list dove si iscrissero tutti i transalpisti con cui eravamo in contatto, era nata la LISSTA.

Chi ha scelto il nome?
Lo coniò Elio, per esplicitare il fatto che non accettiamo solamente i "transalpisti", ma tutti quelli che si sentono in sintonia con questo modo di andare in moto. La Transalp infatti non è una moto che si acquista per le sue prestazioni, ma per la sua ecletticità; quindi niente pieghe da urlo, ma piuttosto viaggi, magari anche su strade sterrate. Il nome LISSTA, pronunciato normalmente richiamava anche la modalità comunicativa prescelta ovvero la Mailing List.

Con il senno di poi, cambieresti qualcosa?
No, non mi sembra che sia andata male, dopo quasi 10 anni siamo ancora qui con oltre 2500 iscritti, una comunità che organizza vari incontri all'anno in tutta Italia ed il nostro sito è il punto di riferimento per questa moto.

I social network vi hanno danneggiato?
Non credo, ogni strumento di comunicazione che esiste in internet ha un suo uso peculiare e le sue caratteristiche. La mailing list ha la caratteristica di creare un legame tra i suoi membri maggiore rispetto ad altri strumenti, e questo si sposa bene con l'idea di comunità che volevamo ottenere.

Guardando al futuro…
Non siamo un gruppo organizzato come altri che bazzicano il web, non siamo infatti un motoclub e tutto quello che facciamo è per pura passione, pertanto non abbiamo grandi progetti, ed ancor meno interessi commerciali. Abbiamo aggiornato la grafica e la struttura del sito grazie al lavoro di 4/5 membri, e c'è un lavoro continuo di aggiornamento ed aggiunta di contenuti. Continueremo ad organizzare i nostri incontri in giro per l'Italia e ci auguriamo di continuare a divertirci.

PERSONAGGI
Ogni community, al di là dei moderatori, ha dei partecipanti leader. Quali sono i vostri e che caratteristiche hanno?

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La prima volta che ci si imbatte in Bibo può essere traumatica, lui non ha mezze misure, è sempre diretto e se hai fatto o detto qualcosa che per lui non va bene te lo dice subito, non potrebbe mai fare il diplomatico immagine Però poi scopri che da lui puoi avere una miniera di informazioni, sia sulla moto, che sulla guida, che sui viaggi; è un "talebano del tassello" nel senso che le sue moto non hanno mai visto una gomma senza, ed ha portato molti altri poveri transalpisti nel tunnel della polvere 
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Poi c'è Paolo "guru" "lucido" Lucidera; beh, lui deve avere una sfera di cristallo in casa, riesce a fare diagnosi a distanza su problemi irrisolvibili che affliggono le Transalp, e di solito ci azzecca.

Ora ci troviamo ogni tanto con qualche macchietta, che in genere si possono chiamare troll, sono fenomeni presenti in ogni comunità, ed era giusto averne anche noi.

Organizzate iniziative/ritrovi o ne organizzano i partecipanti spontaneamente?
Noi li chiamiamo incontri e ne organizziamo una decina all'anno di ufficiali a calendario, più altri incontri più piccoli e brevi che vengono organizzati spontaneamente. Ne abbiamo anche fatti anche un paio di internazionali con moltissimi partecipanti esteri.

Quando parte un flame… Chi viene buttato fuori e perché?

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Si possono contare sulle dita di una mano quelli che sono stati espulsi dalla mailing list, ed in 10 anni e oltre 160.000 messaggi credo sia un ottimo risultato.
La LISSTA è una comunità molto matura, difficilmente si creano flames e quando succede la maggioranza cerca di calmare la discussione, in qualche caso intervengono i moderatori richiamando privatamente chi ha oltrepassato il limite.

ANEDDOTI DELLA STORIA DELLA COMMUNITY
Quella volta che tutti ricordano…
Il primo incontro non si scorda mai. Badia di Moscheta il luogo ove ci incontrammo per la prima volta, vedere arrivare persone da Bari, Torino, Treviso, Roma, che non si conoscevano solo per materializzare un nickname o per vedere se era tutto vero!

Quella volta che è cambiato qualcosa nelle regole della community…
No, di regole ne abbiamo poche, e francamente sono le stesse sin dalle origini.

Quella volta che hai detto "chi me l'ha fatto fare"?
Si, è capitato, vedendo la mole di mail scambiate, il carico di impegni per poter mantenere un sito, che per sua natura si è sempre prefisso di essere aggiornato… si qualche volta mi son detto "chi me lo ha fatto fare", ma poi mi guardo attorno e dico in fin dei conti lo fai per aiutare gli altri, capiranno che una mia "assenza" ogni tanto è giustificata….

E, con un grande ringraziamento del Faro a Elio e Diego per la disponibilità e la simpatia, invitiamo tutti coloro a cui ronza in testa l'idea delle due ruote ad andare a visitare la LISSTA . Il divertimento e l'accoglienza non mancheranno… parola di "infiltrati"!

Fotografie: www.transalp.it – Simone Rambaldi

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